Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutolunedì, 24 Giugno alle ore 12:49
Sparano ai tifosi della Lazio. I sicari sono arrivati su una moto e hanno esploso quattro colpi di pistola. In pieno giorno, all’Appio Latino. Un paio sono andati a segno. Due ultras biancocelesti sono crollati a terra dopo aver tentato la fuga nei negozi vicini.
Sono il capo dei tifosi laziali, F. T., 48 anni, ferito ai genitali, e l’amico D.C., di 33, raggiunto al polpaccio. Scene da panico, da Roma violenta. Ieri i due erano diretti al centro di fisioterapia in via Villani. T. residente in zona, Casadei al quartiere San Paolo. Intorno alle 10 sono arrivati in zona su uno scooter grigio, hanno parcheggiato e poi a piedi si sono diretti ai locali della Fisioelite, che dànno su strada. È qui che è avvenuto l’agguato. Mentre la gente era al supermercato, a casa, nei palazzoni che circondano il reticolo di vie di fronte al parco della Caffarella gremito di gente, i due sicari sono arrivati in sella alla moto, indossando caschi integrali, irriconoscibili in volto. Non hanno fiatato. Il killer che stava al guidatore ha estratto la pistola e ha fatto fuoco. A terra non sono stati trovati bossoli, segno che l’aggressore ha usato un revolver con caricatore a tamburo. Con tutta calma sono fuggiti sotto agli occhi di alcuni testimoni che li hanno visti andar via senza smanettare sull’acceleratore e il fischio degli pneumatici. I feriti si sono divisi. T.ha caracollato riuscendo a scendere una rampa che porta al centro di assistenza per auto e moto. Maglia bianca e pantaloncini, è rimasto seduto a terra con la schiena poggiata al muro sino a quando non sono arrivati i poliziotti delle Volanti e l’ambulanza del 118: i sanitari lo hanno caricato in barella trasportandolo in codice rosso all’ospedale San Giovanni. C. ha cercato di salvarsi la pelle fuggendo in un vivaio dal quale è stato cacciato e successivamente trascinandosi davanti alla fisioterapia. Dal supermercato sono usciti il direttore e altri che lo hanno soccorso e accompagnato alla Fisioelite. Si è disteso su un lettino e lì è rimasto sino all’arrivo dei poliziotti e degli infermieri che lo hanno portato al policlinico Umberto I.
Perché i sicari hanno sparato? Volevano avvertirli o il messaggio era un altro, di morte, e la missione è riuscita a metà? Domande che ora si fanno gli investigatori. In primis sono intervenuti gli agenti del Commissariato Appio Nuovo di Francesca Manti e gli specialisti della Scientifica. Dopodiché il fascicolo è passato alla Squadra mobile di Renato Cortese. Il giallo non è di facile soluzione. I poliziotti stanno interrogando familiari e conoscenti delle vittime per cercare di capire se le due vittime in passato hanno ricevuto minacce, se erano in cattivi rapporti e con chi. Le curiosità degli investigatori guardano anche al passato degli ultras laziali. Entrambi sono noti alle forze dell’ordine. Hanno subito il divieto di partecipare a manifestazioni sportive (Daspo). Hanno avuto precedenti guai con la giustizia. E soprattutto. E F. soprattutto, non è nuovo a storie simili. Già gli spararono nell’agosto 2006. Tre persone, una delle quali indossava la casacca scura con la scritta “polizia” di colore bianco, citofonarono dal portone dello stabile al suo appartamento, chiedendogli di aprire. T., che era in casa con la moglie, si trovò i tre davanti: senza parlare, gli spararono tre colpi. Due proiettili lo raggiunsero a una gamba, il terzo a un gluteo. Era agli arresti domiciliari per la vicenda della scalata alla Lazio della cordata capitanata da Giorgio Chinaglia e le presunte pressioni al presidente Claudio Lotito. Processo ancora in corso.