mercoledì, Maggio 07, 2025 Anno XXI


I famigliari del tifoso ammazzato parte civile nel processo a carico dei 5 rom Il risarcimento sollecitato per le “gravissime sofferenze fisiche e psichiche”

«Una somma destinata a lenire le gravissime sofferenze fisiche e psichiche patite in seguito alla morte violenta del proprio giovanissimo familiare». Il dolore della famiglia Rigante che il 1° maggio del 2012 ha perso Domenico, il giovane tifoso di 24 anni ucciso – dice l’accusa – dal romMassimo Ciarelli, si riflette anche in una richiesta di risarcimento che dovrebbe tentare di «lenire» un dramma che ha coinvolto i genitori di Domenico, i due fratelli e la compagna. Sono cinque le parti civili del processo che vede contrapposti altrettanti Ciarelli, in carcere da oltre un anno con l’accusa di aver ucciso il tifoso di 24 anni, e la famiglia di Domenico che, tramite l’avvocato Ranieri Fiastra, si è costituita parte civile nel procedimento e chiede ai rom un risarcimento di 3 milioni e 700 mila euro. Eppure i tempi per la sentenza per i cinque Ciarelli e quindi anche per la richiesta danni si sono bloccati di fronte al ricorso in Cassazione presentato dai legali dei rom di trasferire il processo da Pescara «per motivi di sicurezza»: una richiesta su cui i giudici romani di piazza Cavour si esprimeranno il 27 gennaio 2014 con l’effetto di paralizzare il processo e di rendere inutili l’udienza come quella di ieri che è stata rinviata velocemente dal giudice per l’udienza preliminare Gianluca Sarandrea al 3 ottobre quando, comunque, la Cassazione non si sarà pronunciata sul ricorso degli avvocati Carlo Taormina eFranco Metta. All’udienza lampo di ieri ha partecipato soloAntonietta Ottaviano, la mamma di Domenico, che ha chiesto di essere risarcita della somma di 800 mila euro come il maritoPasquale Rigante, mentre la compagna del povero Domenico, che da lui aveva avuto una bambina, ha chiesto ai rom un risarcimento di 1 milione e 200 mila euro proprio perché, come ha scritto l’avvocato Fiastra, «in quanto compagna della persona assassinata e madre della minore». Così, la somma finale, che comprende anche il risarcimento per il fratello gemello Antonio e l’altroFrancesco, arriva a 3 milioni e 700 mila euro. Una richiesta che si aggiunge anche «alla condanna degli imputati» che anche ieri sono usciti dal carcere per assistere alla brevissima udienza in un tribunale controllato da pochi poliziotti.

«La costituzione di parte civile», è scritto nella richiesta dell’avvocato Fiastra, «mira da un lato a fornire la massima collaborazione per l’accertamento della verità dei fatti e dall’altro, attraverso il riconoscimento della responsabilità penale degli imputati, al risarcimento di tutti i danni patrimoniali, materiali, morali, esistenziali e biologici, scaturiti dalla perdita del rapporto parentale». L’omicidio di Rigante riporta alla sera del 1° maggio dello scorso anno quando i Ciarelli piombano in piazza dei Grue a bordo di una Fiat 500 e in sella a uno scooterone. Massimo, come in seguito ha ricostruito la procura, calza un guanto di lattice prima di sparare due colpi contro Antonio Rigante, il fratello gemello di Domenico, e un amico che, alla vista dei rom, scappano. A sostegno della premeditazione, ci sarebbero le minacce di morte («Io ti sparo in testa») rivolte il giorno precedente allo stesso Antonio Rigante – fratello gemello della vittima e vero bersaglio del raid – dopo essere stato malmenato, l’utilizzo di un’arma potente come la calibro 38 e i colpi esplosi in piazza dei Grue prima dell’irruzione nell’appartamento al pianterreno di via Polacchi. Prima di morire, é stato lo stesso Domenico a fare il nome di Massimo, il rom di 29 anni che nel frattempo scappa e si nasconde per qualche giorno prima di essere arrestato dalla squadra Mobile.

Prima di lui, a finire in carcere, erano stati gli altri quattro presunti complici, tutti appartenenti al suo nucleo: il nipote Domenico e i cugini Luigi, Antonio e Angelo. Il processo a carico dei cinque tornerà il 3 ottobre, un’altra data interlocutoria in attesa della decisione della Cassazione.

[Fonte: Il Centro]

Per Corederoma
Paolo Nasuto