Nessun modello da copiare, serve identificarsi nei club
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutomartedì, 28 Maggio alle ore 01:48
L’Italia ha bisogno sempre di seguire qualcuno. Non capisce che aveva il campionato più bello del mondo perché allora c’erano 100 campionati da schifo. Oggi non è così.
Non è un decadimento del nostro calcio, è un emergere di altri tipi di campionati, quello tedesco, quello inglese, quello spagnolo ne sono i simboli, ma perfino quello francese – una volta nemmeno menzionato – oggi inizia a farsi sentire.
L’Italia si piange addosso perché il suo ranking crolla miseramente anno dopo anno. Ma non guarda a come rilanciarsi, piuttosto come copiare il tema del vicino di banco.
La bocciatura è assicurata: Sky nel 2015 non si sa se continuerà a spendere 1 miliardo per le squadre. Il prodotto televisivo non rende quanto costa. E’ possibile addirittura che lasci il campo ad Al Jazeera che potrebbe tornare ai contratti individuali, cosa che sogna anche Sky. Inter, Milan, Juve, Napoli, Roma e Lazio valgono. Le altre sono un peso. Non potendo fare un campionato solo con quelle ci si rassegna, ma o la Lega abbassa le pretese oppure Sky potrebbe dire grazie e arrivederci (nelle coppe, dove oggi ci sono 5 posti, domani forse 4).
Il punto è che la Lega non vuole mollare: perché dentro ci sono mille anime.Non vuole mollare perché per tutte i soldi delle tv servono a pagare i calciatori, non a fare investimenti. Nessuna delle associate vuole davvero una riforma, con un campionato a 18 squadre, 3 retrocessioni con playout per dare vivacità al torneo ed evitare ultime giornate da sbadiglio. Non vogliono trattare singolarmente perché sanno che è una sconfitta per quasi tutte.
L’Antitrust ha chiesto di rivedere il tutto, vedendo nella tv di Murdoch una figura predominante, il calcio dovrebbe essere trattato da terzi. Se così fosse le norme appena introdotte potrebbero dare soldi nuovi alle medio piccole diminuendo il gap con le grandi.
Ma il punto è la mancanza di passione, di attaccamento alla maglia, ma in Italia tra tifosi e giocatori è questo il punto che sta facendo annegare il calcio. Non ci si identifica e i calciatori non si identificano nei club. E senza questo non c’è modello che serva.