mercoledì, Maggio 14, 2025 Anno XXI


Nella settimana che precede una delle sfide più importanti nella storia degli ultimi 10 anni della Roma, ha fatto sorgere più di qualche malumore l’iniziativa della società di cambiare lo storico simbolo della società capitolina cancellando l’acronimo ASR nella parte inferiore e modificando parte del restante stemma.

Durante la presentazione avvenuta presso l’AS Roma Store di Piazza Colonna non sono mancati i contestatori che sin dalla mattina avevano dato vita al tam-tam mediatico tempestando di e-mail e messaggi sui profili facebook e twitter la società giallorossa. Uno sparuto numero di sostenitori ha così atteso l’uscita del presidente James Pallotta e del direttore marketing Cristoph Winterling per esprimere civilmente il proprio disappunto. Peccato che i dirigenti della Roma non abbiano preso di buon grado la pacifica iniziativa di chi del nome, dei colori e del simbolo della propria squadra ne ha fatto una ragione di vita. Fabrizio (nome di fantasia) ci racconta così quello che è accaduto: “Eravamo pochi ragazzi appostati fuori al Roma Store sotto la pioggia. Da quanto capito poteva entrare solo chi aveva intenzione di acquistare materiale con il nuovo logo che noi invece eravamo intenzionati a contestare senza alzare i toni – afferma il ragazzo – quando i dirigenti sono usciti abbiamo cercato di avvicinarli, in particolar modo puntando Winterling. La loro reazione è stata spropositata. Hanno cominciato ad urlare con la polizia a pochi passi lanciandoci di continuo occhiatacce. Da li a poco sono arrivati gli agenti che prima ci hanno allontanato e poi identificato”. Un comportamento senz’altro non conferme al “Football-savoir faire” tanto decantato dalla proprietà americana negli ultimi 2 anni, oltre che un neanche tanto velato tentativo di mettere il bavaglio ad una civile forma di esprimere il proprio dissenso.

Un simile evento rischia di essere un temibile precedente in Serie A aprendo la strada a quanto successo già in molte piazze delle serie inferiori oltre che in più blasonate squadre estere (una su tutte il Paris Saint-Germain). A parole si richiamano i tifosi allo stadio mentre ai fatti si fa del tutto per disamorali ed allontanarli. A conferma di ciò laconico il commento finale di Lorenzo: “In questo momento il derby di domenica è passato in secondo piano. Anche se perdiamo è un qualcosa che passa. Il simbolo sfregiato invece rimane. Mi viene quasi da piangere”. E’ l’inizio della fine?

Simone Meloni

Per Corederoma
Paolo Nasuto