IL CASO CHIELLINI Daspo e regole uguali per tutti Partito l’esposto
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutomercoledì, 22 Maggio alle ore 12:26
Aveva già interessato informalmente Procura e Questura di Torino, chiedendo di avere risposte certe. «A tutela della sua clientela e per sapere quali siano le linee di condotta da seguire».
Non avendo avuto risposta, due pomeriggi fa ha fatto partire una istanza formale: indirizzata ala Questura di Torino ed alla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese che ora dovranno rispondere. L’avvocato cesenate Riccardo Luzi si trova spesso ad occuparsi, per questioni professionali, di reati commessi negli stadi. Sovente difende clienti colpiti dal cosiddetto Daspo: allontanamento dalle manifestazioni sportive che può durare anche molti anni. Il nodo che ha spinto Luzi (che nella vita è un tifoso del Torino) a presentare un’istanza contro uno dei giocatori simbolo della Juventus, è un episodio risalente al mese di gennaio. Giorgio Chiellini, squalificato durante la gara tra Juve e Genova, e quindi presente allo stadio in qualità di spettatore, a fine gara (in borghese) è entrato in campo. Per contestare l’operato dell’arbitro, in maniera tanto evidente da incappare nella giustizia sportiva ed essere squalificato. Ma come, si chiede Luzi, cosa succede? Normalmente se uno spettatore invade il terreno di gioco scattano denunce e Daspo pluriennali. Anche per “meno” di quello che è accaduto a Chiellini.
«Patrocinando numerosi assistiti per questioni legate ai Daspo – spiega nell’istanza Luzi – chiedo ora di conoscere quali determinazioni sono state adottate nei confronti del sig. Chiellini. In passato per vicende anche modeste molti clienti sono stati attinti dalla misura di prevenzione di allontanamento dalle manifestazioni. In questo caso il sig. Chiellini quale privato cittadino prima e come tesserato alla Figc poi, al termine della gara dagli spalti accedeva sul terreno di gioco per contestare l’operato del direttore di gara al quale (con tanto di immagini Tv a riprenderlo) si rivolgeva con modi veementi tanto da incappare in una squalifica. I Media hanno illustrato un’entrata sul terreno di gioco, un comportamento aggressivo, culminato con la contestazione all’arbitro Guida, che avrebbe anche indotto altri giocatori ad essere a loro volta violenti verso lo stesso direttore di gara. Con, in più, anche il pubblico che potrebbe essere stato indotto ad esibire un atteggiamento arrogante verso gli ufficiali di gara. Si tratta di questioni normalmente riconducibili nelle ipotesi previste dall’articolo che disciplina il Daspo ed addirittura nella previsione di reato della stessa legge».La chiosa è la richiesta già espressa in passato, ma questa volta ufficiale: «Conoscere come il caso sia stato valutato e quali provvedimenti siano stati adottati. Il tutto per avere interpretazioni giuridiche utili nell’esercizio della professione e difendere nel migliore dei modi i miei assistiti».