giovedì, Maggio 16, 2024 Anno XXI


da romanews.eu

Alla vigilia del match contro il Pescara, mister Andreazzoli incontra i giornalisti:

Aurelio AndreazzoliDa qui al 26 maggio c’è una partita che monopolizzerà l’attenzione a livello mediatico. Cosa vi aspettate e cosa chiedete adesso dal Campionato?
“Chiariamo un aspetto: noi siamo felicissimi di aver raggiunto questo obiettivo naturalmente, era uno di quelli che ci eravamo prefissi, siamo molto soddisfatti per il fatto principalmente che diamo la possibilità ai nostri tifosi e a tutta la città di vivere una giornata che io penso e spero sarà indimenticabile, intanto per i comportamenti e perchè sarà sicuramente una giornata di festa. Roma avrà la possibilità di dimostrare al mondo la propria civiltà e il proprio amore per lo sport e nient’altro. Detto questo io vi prego di non farmi alcuna domanda inerente al derby di finale di Coppa Italia perchè non risponderò a queste domande da qui alla fine del Campionato. Perchè noi abbiamo l’obbligo di fare quello che abbiamo sempre detto, ossia di ragionare gara per gara per incrementare la nostra classifica, per toglierci le soddisfazioni che meritiamo e verso le quali lavoriamo tutti i giorni per molte ore al giorno, e quindin vogliamo essere concentrati particolarmente sulla gara che sarà la prossima gara. Quindi non mi chiedete nè oggi nè poi perchè mi costringete poi a dirvi di no e mi dispiace questo. Cosa chiediamo al Campionato? Quello che abbiamo sempre detto. Il mio ragionamento è sempre stato così, rivolto alla prossima gara. Temo moltissimo il Pescara per questi motivi, perchè poi l’attenzione magari va a rivolgersi ad altri momenti che non c’entrano niente con quello che stiamo vivendo, e non alla necessità di incrementare la nostra classifica ulteriormente. Abbiamo la convinzione di poterlo fare e lo dobbiamo fare, perchè in questa gara dobbiamo mettere tutte le energie possibili e disponibili senza nessun tipo di distrazione, e poi la nostra classifica e il nostro futuro lo costruiremo proprio di volta in volta su quello che riusciamo a fare precedentemente. Abbiamo fatto due trasferte interessanti, abbiamo fatto un ritiro non ritiro molto piacevole per il trattamento e per i risultati anche perchè ci siamo portati a casa un bel malloppo. Siamo contenti di questo e ora pensiamo al Pescara, cercando di incrementare la classifica, che poi ci dirà tra un po’ dove saremo andati a finire”.

Destro: come gestirete adesso il giocatore? A Milano ha speso tantissimo, domani ci sarà dall’inizio?
“E’ il nostro mestiere che ci chiede cautela. Siccome noi principalmente vogliamo il bene e la salute dei nostri giocatori, sicuramente facciamo queste considerazioni”.

Tatticamente la sua Roma è partita dalla difesa a 3 fino ad arrivare a quella a 4. Ha trovato il modulo giusto per arrivare alla fine del Campionato? E’ quello su cui punta?
“Abbiamo detto tante volte anche questo, il nostro è stato un percorso fino ad oggi alla ricerca di tante situazioni, è anche il mantenimento di tutto ciò che di buono sapeva fare questa squadra. Ora siamo arrivati al momento di dover fare il giusto mix tra tutte le esperienze che abbiamo fatto, talune necessarie, talune anche forzate. Però insomma, ora credo che abbiamo le idee molto più chiare su quello che dobbiamo fare, abbiamo dovuto gestire una situazione particolare di infortuni, speriamo di uscirne, ora ne siamo usciti, non totalmente ma diciamo in maniera soddisfacente, abbiamo quasi tutto il gruppo ricomposto, ora facendo leva sulle esperienze che abbiamo fatto in questo periodo, cercheremo di togliere il meglio che pensiamo possa fare questa squadra”.

Credo che la grande differenza nel calcio di oggi sia la scelta tra la difesa a 3 e quella a 4. Lei perchè adesso è passato alla difesa a 4? Era un problema psicologico per la squadra, bisognava dare un segnale di rottura col passato? E’ stato un passaggio psicologico o tecnico?“Credo sia l’uno e l’altro, un po’ la necessità di ricerca di sicurezze, un po’ le scelte sono determinate talvolta anche dalla disponibilità che hai dei calciatori, dalla disponibilità numerica dico proprio,  e quindi a volte gli infortuni ti condizionano. A volte, invece, sono anche gli avversari che possono condizionarti col sistema di gioco col quale ti affrontano. Nella nostra testa c’è sempre il tentativo di avere un’idea che sia la nostra, perchè chiaramente se hai un’idea da perseguire è più facile creare un’identità, tenendo però conto anche delle peculiarità degli avversari. Per esperienza certa, io so che in Serie A se non consideri gli avversari hai la possibilità solo di rimetterci; l’ideale sarebbe fare benissimo entrambe le cose ma non è sempre così semplice. Non sono del suo stesso parere quando dice che un sistema indica una strada: non è così, perchè è l’interpretazione di un sistema che indica la strada, è la filosofia con cui un sistema è adottato, perchè ci sono squadre che giocano a 4 nel campionato italiano che sono estremamente offensive e sono votate a perseguire l’obiettivo con quel sistema, ci sono squadre che difendono a 3 ma che sono ancora molto più offensive di altre che invece giocano a 4, o viceversa anche, chi gioca a 3 a volte è molto difensivo, perchè è l’interpretazione che dai agli esterni. Ad esempio, la Juve fa la difesa a 3 ma è estremamente offensiva. Solo quella squadra? No, anche la Roma quando ha la difesa a 3, perchè noi abbiamo la possibilità di provarlo, la Juve è molto più brava di noi perchè riusciva ad attaccare con 6 persone, nel progetto aveva la possibilità di attaccare con 6 persone. Nel nostro progetto c’era la possibilità di attaccare con 5, quindi loro sono stati più bravi di noi. Chiaramente, giocando con due interni di centrocampo e il regista basso, loro hanno la possibilità di rendere offensive anche le mezzali. Mentre nella nostra scelta, avendo due mediani bassi, questa possibilità ce la precludevamo in partenza. Come vede, è la filosofia che ti indica la strada, non è il contrario”.

Dopo la semifinale si è diffusa in città l’errata convinzione che il più sia fatto anche per andare in Europa. Un allenatore cosa può fare per evitare che questo clima influenzi la squadra?
“Quello che ho fatto stamani, anche ieri un pochino, ma stamani con molta decisione. Cioè facendo quello che deve fare uno in questo ruolo, prevedere quello che può succedere, facendo leva sulle proprie esperienze, che sono negative tante, le potrei enumerare, ma non voglio farlo, le ho enumerate con i ragazzi. Intanto quando ti presenti a una gara di serie A, che sia la prima o l’ultima della classifica che devi affrontare, se non hai un atteggiamento mentale importante tu paghi, con certezza. La storia della Roma degli ultimi anni, quella che ho vissuto io, ha un elenco lunghissimo di queste situazioni, ma anche la nostra storia recente, perchè per esempio il Palermo, nomino solo questa, che è la nostra pagina nera, forse l’unica pagina nera del periodo che ho fatto io con questa squadra, è lì a testimoniarlo. Era in una condizione di classifica come l’abbiamo trovata noi e siamo venuti a casa, giustamente, sconfitti”.

I suoi dirigenti le hanno detto se la decisione sul suo futuro verrà presa prima del derby?
“No, non c’è stato mai bisogno di parlare di questo con i miei dirigenti, perchè abbiamo sempre avuto l’idea chiarissima di quello che dovevamo fare, di quello che era il mio ruolo, che era un ruolo, da qui a fine campionato, teso a ricavare il massimo da questo periodo, sia nella valorizzazione dei nostri calciatori, sia nel raggiungimento di quegli obiettivi di classifica che sono estremamente importanti per la società, anche per il prossimo anno. Il nostro obiettivo era quello di arrivare al derby di fine stagione per godere di una giornata indimenticabile”.

Il cambio di modulo è stata una scelta dovuta anche al fatto di riportare Lamela più avanti dove è più decisivo, o Marquinho che è più esplosivo in fase offensiva? Ha influito questo o meno?
“Sì, influisce tutto, anche questo. La scelta di un sistema, a parere mio, non deve essere una sorta di crociata di un allenatore, nel senso di dire io amo il 4-4-2 e sarà 4-4-2, andassi ad allenare sulla Luna o su Marte. Per me non è questo, è fare una valutazione dei propri calciatori e adattare il gioco, adattare il sistema, ossia i compiti che vengono assegnati ai calciatori devono essere tesi a salvaguardare quelle che sono le caratteristiche, non solo a salvaguardarle ma anche a dare la posssibilità ai calciatori di esprimersi nei ruoli secondo quelle che sono le loro caratteristiche e farli rendere al meglio. Quindi dopo nella scelta di questo è chiaro che non puoi al 100% accontentare tutte le caratteristiche dei calciatori, ma devi tendere a questo, e quando ci riesci hai dei vantaggi che diventano globali, perchè i calciatori, avendo la possibilità di dare il meglio in quel ruolo, è un meglio di cui si avvarrà poi la squadra, però anche un minimo di percentuale di agevolazione che dai a uno, se la moltiplichi per dieci o quindici tu ne avrai vantaggio sen’altro. Dopo è chiaro che devi fare riferimento a qualcosa che abbia una precisione sulla quale lavorare”.

Lei ha detto che il modulo più idoneo è quello più adatto alle caratteristiche dei calciatori. Allora forse il modulo più idoneo era anche il 4-3-3…
“Sì, tant’è che in questo momento li sto mettendo in campo con il 4-3-3, quindi credo sia un sistema idoneo, ma anche giocando a 3 prima con due esterni molto alti andavamo a favore e forzavamo qualcosa, perchè con Erik ad esempio abbiamo forzato qualcosa ma sempre ritenendo Erik Lamela un giocatore offensivo, perchè noi volevamo interpretarlo come un esterno molto offensivo, sfruttando quelle che sono le sue caratteristiche. Lopez non potrebbe fare quel lavoro lì perchè non ha le doti atletiche di Lamela. Credo che in Italia non ce ne siano tanti di atleti come Erik Lamela che possono fare quel lavoro, quindi a lui glielo puoi anche chiedere un sacrificio, ma sempre era un esterno offensivo. Come Marquinho era un esterno molto offensivo, io lo intendevo come ala, perchè lui può giocare anche in un 4-3-3, può giocare come lo fece giocare Zeman a Catania, fece l’esterno offensivo forse perchè era qualificato Totti, non mi ricordo, e giocò molto bene, fu a parer mio uno dei migliori in campo, perchè hanno la caratteristica per poterlo fare. Però sempre rispetto a quello che tu vuoi chiedere al calciatore. Se metti Lamela sull’esterno non è che sia un terzino, lo metti perchè vuoi che sia una punta esterna”.

Se la Roma dovesse vincere domani, con lei in panchina saranno 20 punti in 10 partite. Se il trend dovesse continuare a essere questo, si aspetta la riconferma?
“Se il trend dovesse essere questo e mi auguro che sia questo, e nella nostra idea c’è quella di incrementarlo questo trend, di aumentare questa media, mi sembra naturale. E se dovesse essere il risultato finale con queste attese, noi saremo veramente soddisfatti di quello che abbiamo fatto, punto. Mi aspetto di essere apprezzato per il lavoro che ho fatto e questo non significa che sia conferma o no, mi aspetto di essere apprezzato per il lavoro che ho fatto”.

Dopo la partita con l’Inter De Rossi si è detto certo che la squadra verrà rinforzata. Lei sta lavorando con Sabatini per questo?
“Noi stiamo lavorando per cercare vincere la partita di domani, non stiamo lavorando per altre cose”.

In alcune partite si è visto un approccio mentale sbagliato. Vede prospettive di migliorare l’approccio mentale alle partite?
“L’ho visto anche io e ci siamo posti delle domande, sarebbe grave se non lo facessimo, e stiamo cercando delle risposte, le cerchiamo quotidianamente, anche stamani, e insistiamo per cercare di migliorare un aspetto che non ci piace. E non piace neanche la squadra, perchè la squadra si diverte ad avere comportamenti come nel secondo tempo con l’Inter, perchè era un gusto vederli giocare ma era un gusto anche per loro essere protagonisti in campo e imporsi sull’avversario. Non era piacevole senz’altro per noi guardarli nel primo tempo ma non lo era neanche per loro che dovevano subire un avversario e fare fatica per poterlo contrastare, mentre il secondo tempo era piacevole giocare in quella maniera, si diverte il pubblico e si divertono loro a interpretare quel tipo di calcio”.

La Champions League per la Roma è un obiettivo impossibile o la squadra ci crede ancora?
“La matematica dice se gli obiettivi sono raggiungibili o meno, siccome la matematica questo non lo dice, noi, sfruttando la possibilità di domenica in domenica di incrementare la classifica con tre punti alla volta, è evidente che tendiamo al massimo che ci è consentito, come faranno le squadra davanti a noi. Se saremo bravi noi e anche fortunati che ci sarà qualcuno che ci aspetta, ben venga, però noi ci vogliamo arrivare senza fare nè tabelle nè pensieri, vogliamo guadagnare il massimo da questo periodo e lo facciamo con molta attenzione e con rabbia anche”.

Lei ha preferenze sull’orario della finale di Coppa Italia?
“La gara era stata programmata ad un certo orario, la domenica sera mi sembra, che secondo me è l’ideale per giocare a calcio alla fine di maggio. E anche per la città di Roma penso sia il massimo. Noi non abbiamo possibilità di scelta, aspettiamo, ci sono le autorità competenti che si interessano di questo, faranno le valutazioni del caso, noi ci atteniamo a quello che ci diranno di fare, ma è chiaro che se mi chiedi quello che preferirei, preferirei quell’orario, per rispetto anche dei tifosi, ma anche di chi deve sottoporsi all’aspetto più importante, che è quello di disputare una gara, e sono gli atleti. E un conto è giocare in un orario serale e un conto è giocare a un altro orario”.

Si è discusso spesso sulla posizione di De Rossi: regista, intermedio etc. In tutti i moduli  che sono stati finora provati nella sua gestione, come mai non è mai stato messo in campo il 4-3-2-1, che è quello che finora statisticamente è quello che ha esaltato di più le caratteristiche di De Rossi?
“Con i due mediani ci abbiamo giocato ma avevamo una difesa a 3 e mi pare che ci siamo trovati bene, anche lui si trovava a suo agio. Daniele ha dimostrato nella sua carriera di poter giocare sia con un compagno vicino, ma di poterlo fare anche in altre posizioni del campo e anche da solo, in Nazionale ha giocato anche da solo lì davanti ed è stato bravissimo, credo dipenda solo dalla condizione generale sua, la condizione fisica, che sta recuperando. Purtroppo ha avuto questo inconveniente nell’ultima partita in casa che ne ha condizionato il recupero, ma è stato bravo a  Milano credo in crescendo, perchè il secondo tempo l’ha fatto decisamente in maniera soddisfacente per la squadra, non avendo avuto la possibilità di allenarsi per 7-8 giorni e questo ci fa capire quanto lui possa dare a questa squadra, e lo darà. Peccato si sia dovuto fermare per quel periodo”.

La Roma ha giocato praticamente un campionato in notturna con qualunque clima e con qualsiasi condizione metereologica, adesso che arriva il caldo arrivano invece partite alle 15. Secondo lei questo calendario può influenzare il risultato di classifica finale?
“La prestazione degli atleti la condizona senz’altro, un conto è giocare col fresco un conto è giocare col caldo, soprattutto con i primi caldi, come è successo a Palermo, abbiamo incontrato 20 gradi per la prima volta quest’anno, ma anche a Torino è successo. Col caldo i ragazzi fanno più fatica, il calcio si gioca la sera, si deve giocare la sera, si deve giocare all’ora di pranzo e noi ci dobbiamo adattare senza dimenticare che sono ci sono due squadre che si combattono a quell’orario, se una squadra ha problemi, ha problemi anche l’altra, o vantaggi una e vantaggi l’altra insomma, bisogna adattarsi”.

Bucchi ha parlato di un punto da cui ripartire domani. Il fatto che il Pescara giochi per soddisfazione e non per la classifica può cambiare le cose?
“Questo è uno dei pericoli che io temo e l’ho detto anche ai ragazzi stamane. Per il Pescara sarà una partita molto importante, dovranno dimostrare di essere dei giocatori di Serie A e lo dovranno dimostrare davanti a un pubblico importante, in un ambiente importante, contro una squadra che è ritenuta importante. Loro faranno una bella partita sicuramente perchè ersprimeranno il massimo, e noi dobbiamo adattarci e aspettarci in maniera consapevole che questi pericoli saranno i nostri nemici, e che invece saranno amici degli avversari”.

Lamela sembra rendere meglio, quando ha alle spalle un altro giocatore, quindi con la difesa a 4, è d’accordo? E’ questo il suo ruolo ideale?
“Abbiamo già risposto prima a questo tipo di aspetto tattico. Qualsiasi calciatore se ha uno alle spalle sta meglio che non essere da solo da qualsiasi parte, ma una squadra deve essere attrezzata per dare la possibilità a tutti i calciatori di avere sempre una copertura, perchè se questo non avviene significa che c’è un errore di base che coinvolge la squadra”.