sabato, Maggio 10, 2025 Anno XXI


da iltempo.it

Un’entrata dura del difensore accende gli animi a Trigoria. Il club sceglie il ritiro lungo al nord per campionato e coppa

Nicolas BurdissoIl traguardo si avvicina, il tempo diminuisce e a sua volta cresce la tensione. Quella che a Trigoria si continua lentamente a respirare nell’aria. E non sorprende che nei momenti più delicati, basta un po’ di esuberanza fisica e un pizzico di nervosismo per far inasprire e agitare gli animi. Un filo conduttore di emozioni che hanno coinvolto Burdisso e Osvaldo, protagonisti di uno dei tanti battibecchi esplosi negli ultimi giorni di allenamento tra le mura di Trigoria. La marcatura stretta e un’entrata più dura del solito da parte del difensore hanno fatto il resto: vola qualche parola grossa, poi cala il silenzio sul resto della seduta. Nulla che non si sia già visto sui campi di calcio o che non sia mai successo all’interno di uno spogliatoio, anche se episodi di questo genere hanno coinvolto con maggiore frequenza le sedute del post derby. Se ieri il clima è apparso più disteso (Burdisso e il preparatore dei portieri Nanni hanno festeggiato i rispettivi compleanni con tutto lo staff tecnico), l’accaduto non ha fatto altro che rafforzare le convinzioni della dirigenza che ha deciso di sfruttare il momento per risolvere tutte le situazioni in ballo rimaste velatamente in sospeso.

Il malcontento generale ha convinto Andreazzoli e Sabatini a riunire gli ultimi sforzi per non sbagliare l’unico obiettivo rimasto in questo ultimo scorcio di stagione. Il ritorno in Europa è una priorità? Allora non resta che provare con il ritiro. E se dal «Bernardini» assicurano che non ci sia nessun male estremo e che la decisione presa non sia neanche un estremo rimedio, la tempistica dei prossimi impegni non lascia spazio ad altre soluzioni. Sabato la truppa romanista partirà alla volta di Torino ritrovando le miti temperature della capitale nella nottata del mercoledì successivo. Un lasso di tempo in cui i giallorossi saranno impegnati tra la sfida di campionato domenicale con i granata e il fondamentale ritorno di Coppa Italia a San Siro con l’Inter. Lasciata la Mole quindi, la Roma si fermerà per due giorni a Novara (nell’attrezzato centro sportivo di Novarello) stringendo le distanze anche per la successiva tappa milanese.

Una novità, quella del ritiro esterno, che nonostante sia una strategia logistica usuale per tanti club (l’Inter lo ha fatto in questa stagione proprio nel doppio confronto romano con i giallorossi tra campionato e l’andata di Coppa), non era mai stata adottata da quando il consorzio Usa si è insediato alla guida del club. Nessuna punizione ufficiale, soltanto l’intento comune, studiato dalla società, per cementare i rapporti tra il gruppo e tenere alta l’asticella dell’attenzione nei giorni che decideranno le sorti e i nuovi obiettivi del prossimo futuro. Nessuno sarà esentato, anche gli acciaccati e gli squalificati di Coppa – coincidenza saranno proprio Burdisso e Osvaldo – si alleneranno e seguiranno i propri compagni nei vari spostamenti. Scongiurando almeno il rischio di nuovi viaggi-lampo in giro per le capitali europee.

Adriano Serafini


da Gazzetta dello Sport – gazzettagiallorossa.it

Burdisso a muso duro: “Osvaldo, ora basta”

Dopo i richiami di Zeman prima («Lui e De Rossi devono pensare più alla squadra e meno ai fatti proprio») ed Andreazzoli poi («Da Osvaldo mi aspetto soprattutto i comportamenti giusti »), mercoledì è arrivato anche quello di Nicolas Burdisso, uno dei leader dello spogliatoio giallorosso. «Così non va bene, non puoi fare sempre come ti pare», è un po’ il succo del discorso del difensore argentino all’attaccante. Dani, infatti, sembra non si stesse allenando con la giusta voglia, la giusta intensità. E dopo tutti i fatti degli ultimi mesi, Nico ha voluto farsi sentire, ritenendo opportuno di dire quelle parole. Un rimprovero cominciato sul campo e proseguito all’interno delle mura dello spogliatoio. Un rimprovero forte, con l’obiettivo di spronare Osvaldo (che non segna oramai da 78 giorni) e la voglia di riportarlo ad essere il giocatore (decisivo) che a Roma ha fatto la differenza per quasi un anno e mezzo.

La Roma ne ha bisogno, a prescindere da come andrà a finire la storia tra lui e il club (il Tottenham è sempre lì alla finestra). Mesi burrascosi Osvaldo ha capito, anche perché Burdisso non è stato il solo nello spogliatoio giallorosso a fargli notare di recente alcune cose. La squadra anche, a questo punto, tollera a fatica certi atteggiamenti. Del resto, gli ultimimesi sono stati a dir poco burrascosi per l’attaccante: dal rigore «scippato» a Totti ai fischi dei tifosi, dallo screzio con Muzzi in Roma-Genoa alle panchine, il gol divorato ad Udine, il viaggio a Londra nel giorno del derby e la voglia di «mollare tutto e volare da me a Buenos Aires », come ha confidato Jimena Baròn, la fidanzata, per cui Osvaldo ha perso la testa e per cui era pronto davvero a cambiare ogni cosa nella sua vita. Ora che lei è a Roma,Dani ha ritrovato un po’ di serenità, la speranza è che adesso torni anche a ritrovare se stesso. Come giocatore, si intende. Per questo, infatti, dopo la gara di Torino resterà in ritiro con la squadra, anche se squalificato nella semifinale di ritorno della Coppa Italia, mercoledì sera contro l’Inter. Ritiro e difesa La Roma, dunque, oggi parte alla volta di Torino. Domani, subito dopo la partita, si trasferirà aNovara, dove resterà due giorni in ritiro, allenandosi aNovarello. La comitiva si sposterà poi martedì a Milano, da dove farà rientro a Roma con un charter subito dopo la semifinale.

Al gruppo, appunto, sarà aggregato per tutto la durata del ritiro Osvaldo e anche De Rossi, che per Torino è out a causa di un problema alla caviglia destra riportato nel derby di lunedì scorso. Il dubbio di Andreazzoli, in vista della sfida di domani con il Torino, è l’eventuale conferma della difesa a quattro (schierata contro la Lazio) o il fatto di tornare a quella a tre (provata anche ieri). Considerando il modulo del Torino (le quattro punte) facile che il tecnico della Roma alla fine torni proprio alla soluzione a tre, con Marquinho e Torosidis con il compito di presidiare le fasce e — quando necessario —«allungare» la difesa a 4 o anche a 5.Questo per compattare il più possibile la zona centrale della difesa e non giocare in parità numerica in fase difensiva.

A. Pugliese