Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutovenerdì, 12 Aprile alle ore 12:43
Beh forse non sarebbe solo il caso di limitarsi a riportare quello che i tifosi sanno da anni ma è il momento di mandare a casa questi mediocri dirigenti, basta aprire gli armadi di uno a caso, gli scheletri abbondano, per cui, cari giornalisti datevi da fare…. In questo articolo poi non si evidenzia come risolvere il problema, avendo invece la soluzione a portata di mano, copiare il modello tedesco, più potere ai tifosi, prezzi più bassi, ripartizione equa dei diritti tv, curve dove si possono portare tamburi, bandiere, possibilità di acquistare i biglietti anche all’ultimo minuto, pagando e basta, non dovendo mostrare mille documenti…
L’ultima a uscire è stata la Lazio, in uno stadio vuoto (ma questo è un altro problema). Quest’anno le italiane (due italiane, la Juventus e la Lazio) hanno resistito fino ai quarti di finale. Da qualche anno il nostro limite è più o meno questo, oscilliamo tra ottavi e quarti di finale. Sulle cause abbiamo discusso a lungo: in linea di massima le squadre italiane faticano a migliorare il proprio organico semplicemente acquistando i giocatori che servono loro. Vendono per fare cassa e poi ricomprare, salvo qualche eccezione. Limitandosi a operazioni di rattoppo, difficile fare salti di qualità.
In ogni caso è difficile dare sentenze definitive, il Milan è uscito ad opera del Barcellona, la Juventus ad opera del Bayern, praticamente il top d’Europa. Questo non può far misurare con precisione l’entità del gap che ci separa dal resto del calcio internazionale. Sbagliando tendiamo a considerare un problema nostro quello che è un problema di tutti. Esiste ormai un’Europa a due velocità. Il calcio tedesco, come del resto l’intera Germania nell’economia internazionale, ha agganciato il treno giusto: economia forte, politica degli stadi che risale a prima dei mondiali 2006. Il calcio tedesco è diventato forte non nel deserto ma all’interno dell’economia più solida d’Europa. Il calcio spagnolo, in particolare Real e Barcellona, all’opposto, prospera in un’economia instabile però gode non solo di un’organizzazione economica eccezionale ma anche di un sistema politico che consente ai club esposizioni economiche altissime, copertura politica e finanziaria dai grandi gruppi bancari. Gli sceicchi di Manchester City e Paris Saint Germain sono un discorso a parte ma prima o poi destinati ad arrivare anche loro. Il PSG ha già fatto tremare il Barcellona.
In Italia abbiamo un calcio malridotto è vero, ma è difficile capire come riagganciare il treno se la nostra economia resta questa. I diritti tv, quasi un miliardo all’anno, sono ormai al limite e comunque al livello degli altri campionati internazionali: destinati più a tornare indietro che ad aumentare. Possiamo anche fare gli stadi, ma poi bisogna riempirli. La Juventus ha sempre lo stadio sold out, è vero, ma il primo club italiano siè costruito uno stadio da 40.000 posti. Figuriamoci i club medio piccoli. Le sponsorizzazioni, a detta di tutti, oggettivamente più di questo non possono dare. Il marketing deve essere internazionale perchè in Italia 70-80 euro per una maglietta sono un lusso, te li danno – secondo me anche giustamente – in pochi. Non illudiamoci di risolvere tutto con la lotta alla contraffazione: abbassino i prezzi del mercato ufficiale piuttosto. Magliette ufficiali made in China tra l’altro…
Juventus, Inter e Milan godono di grandi proprietà e già queste hanno problemi a tenere il passo, ma dove possono trovare tutti i soldi necessari club come Napoli, Lazio, Roma, Fiorentina etc? L’intero sistema premia comunque chi fa risultato e spende per comprare grandi giocatori. Il Barcellona della famosissima cantera ha speso per Sanchez 40 milioni per poi non utilizzarlo e messo le mani su Neymar che costerà comunque un investimento grandissimo (compreso maxi ingaggio a lui).
Il Fair Play finanziario può effettivamente riequilibrare con maggior giustizia le forze economiche ma non illudiamoci di arrivare a un calcio perfetto, giustissimo, assolutamente equo, dove prevale la bravura e non il mero esercizio del potere del denaro. Chi ha soldi finirà sempre per avere la legge dalla sua parte.
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