Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutogiovedì, 21 Marzo alle ore 02:54
A Zagabria l’allarme lanciato dall’Uefa sul prossimo incontro con la Serbia anziché provvedimenti provoca insulti fra il ministro dello Sport e il presidente della Dinamo.
Le potenziali tensioni fra le tifoserie di Serbia e Croazia nel “derby” tutto balcanico di venerdì prossimo, poste da settimane all’attenzione della Uefa, sono precedute da quelle fra i rappresentanti del calcio e gli stessi vertici politici di Zagabria, con l’annuncio di un esposto alla procura da parte del ministro croato allo Sport, Zeljko Jovanovic, contro il presidente della Dinamo Zagabria Zdravko Mamic.
Il colpo di scena nasce dalle dichiarazioni rese da Mamic venerdì scorso in una trasmissione radiofonica locale. Secondo Mamic il ministro, di origini serbe e da tempo in lite con il presidente del club per i problemi legati al fenomeno degli hooligans, sarebbe “un serbo che odia tutto quello che è croato”. Il ministro ha subito replicato con la promessa di una denuncia “contro le offese dirette non solo a me, ma a tutta la mia famiglia”, e non sono servite a calmarlo le scuse tardive, fatte da Mamic in un’intervista al quotidiano serbo “Informer”.
“Voglio scusarmi con tutti i serbi – aveva detto Mamic – e spiegare che non volevo offendere il vostro popolo. Ho più amici io in Serbia che tutto il governo di Zagabria messo insieme”. Le scuse non hanno convinto neppure la Uefa, che attraverso il presidente Michel Platini aveva già inviato, a fine febbraio, una lettera aperta ai due capi di governo di Belgrado e Zagabria. La missiva aveva provocato allora le reazioni del ministro dell’Interno e dello stesso ministro dello Sport, che avevano definito “inopportuno un messaggio che vorrebbe il governo totalmente responsabile dei possibili disordini”.
Alla posizione ferma di Platini, che sottolineava come “il futuro del calcio serbo e croato dipende in gran parte da questo”, i due ministri avevano riposto di ritenere “inquietante l’idea che il destino del calcio croato sia nelle sole mani del governo, come se fosse un organizzatore di partite”. Dopo le polemiche accese dalle dichiarazioni di Mamic, gli stessi ministri, con un’evidente inversione di rotta, hanno ora accolto una delegazione della Uefa a Zagabria. “Abbiamo concordato sul punto più importante – ha spiegato il ministro dell’Interno Ostojc – e cioè su un coordinamento con la Uefa per valutare le misure di prevenzione da mettere in campo. Una volta analizzata la situazione, saremo in grado di muovere i giusti passi per garantire uno svolgimento pacifico della partita”. Per Jovanovic, il dialogo è stato “molto costruttivo, e voglio ribadire – ha aggiunto – che la delegazione Uefa è venuta qui come un partner disposto a darci una mano per un obiettivo comune”. Lo scopo finale, per Jovanovic, è addirittura più ambizioso della stessa messa in sicurezza della partita, e prevede che “i nostri giocatori diventino ambasciatori del nostro Paese, e nello stesso tempo vengano fermate le scommesse clandestine e tutti gli affari criminali che ruotano attorno al mondo del calcio croato”.
[Fonte: Globalist]