domenica, Maggio 19, 2024 Anno XXI


Con il comunicato di martedì 30 agosto, il presidente Martinelli ha portato l’attenzione del popolo gialloblu sull’ennesima multa subìta dalla società (questa volta di 6 mila Euro) per il comportamento di discriminazione razziale messo in atto da una piccola parte dei tifosi scaligeri ai danni dell’ivoriano Kone in occasione della partita Verona-Pescara.
Il presidente ha chiuso il suo messaggio affermandoperentoriamente che “è ora di finirla con gli ululati, perchè in questo modo si sprecano risorse utili al club a causa di comportamenti contrari alla nostra etica”.
CRONISTORIA DI UN ORRORE: Il rapporto tra la tifoseria dell’Hellas ed il razzismo rappresenta un problema ormai annoso e che affonda le proprie radici negli interessi politici (di estrema destra) che ruotano attorno al mondo deltifo organizzato gialloblu. Era il 28 aprile 1996 quando si consumò quello che è rimasto l’episodio più tristemente famoso di questo rapporto: in risposta alle voci di un interessamento da parte del Verona per il colored olandese Ferrier, in Curva fu fatto penzolare un manichino nero con la scritta: “Negro go away”. Verso la fine degli anni ’90, grazie anche gli effetti della sentenza Bosman che aumentò notevolmente il numero di stranieri nei campionati italiani, si diffuse sempre più il malcostume degli ululati ai giocatori avversari di colore (inaugurato già negli anni ’80), accompagnati spesso da stucchevoli cori su banane e quant’altro. Inizialmente vissuto da molti come un atto di pura goliardia (caratteristica che da sempre contraddistingue la tifoseria gialloblu), il fenomeno degli ululati attirò ben presto l’attenzione della stampa nazionale, rafforzando la fama di Verona città razzista. Ad alimentare ulteriormente tale fama si aggiunsero le dichiarazioni del presidente Pastorello sull’inopportunità di ingaggiare giocatori di colore come Ze Maria (1999) e MBoma (2001) in una piazza come Verona. Nel corso di tutto il primo decennio del 2000 (decisamente negativo per le sorti sportive della squadra, passata dalla serie A alla Lega Pro), nonostante una maggiore presa di consapevolezza da parte della maggioranza dei tifosi gialloblu, il fenomeno degli ululati non si è mai estinto, ripresentandosi con particolare recrudescenza nei momenti di maggiore frustrazione del popolo scaligero. Tanto che nel maggio del 2005 arrivò per il Verona una storica squalifica del campo, per i cori razzisti riservati al giocatore del Perugia Colì: il 28 maggio 2005 la gara interna con la Salernitana fu così disputata a porte chiuse. Qualche piccolo passo in avanti, a dire il vero, lo si è fatto: negli ultimi anni gli ululati di pochi sono sempre più stati coperti dai fischi di disapprovazione di gran parte del pubblico del Bentegodi; l’effetto è che comunque il calciatore di colore avversario si trova a dover giocare in un ambiente che lo subbissa di fischi e ululati ad ogni tocco di palla. E’ quanto è successo appunto all’ivoriano Kone, nel secondo tempo giocato a Verona domenica scorsa. I risultati della storia riepilogata con questo breve excursus sono purtroppo sotto gli occhi di tutti:Verona è diffusamente considerata come l’emblema della città razzista, nonostante uno studio recente (aprile 2010) patrocinato dall’Università Bocconi abbia messo in rilievo come gliimmigrati regolari della città scaligera siano quelli che si sentono meno discriminati nel campione di 8 città italiane esaminate (Alessandria, Bologna, Brescia, Lucca, Milano, Prato, Rimini, Verona). Questa palese contraddizione è il frutto certamente della cattiva informazionedi parte dei media, che guardano spesso con antipatìa a Verona per evidenti ragioni politiche (si pensi al caso Marsiglia o alle recentissime polemiche sul presunto contenuto razzista della pur inopportuna uscita di Mandorlini alla presentazione dell’Hellas 2011-12), ma trova anche terreno fertile nei comportamenti citati di una ristretta ma rumorosissima parte della tifoseria gialloblu.
NON SOLO ETICA: I COSTI DEGLI ULULATI. Come accennato nel proprio messaggio dal presidente Martinelli, quello degli ululati rappresenta un grosso problema per la società Hellas Verona non solo perché si tratta di un gesto eticamente riprovevole, culturalmente ignorante e con pessime ricadute sull’immagine della città, ma anche perché, in maniera più prosaica, finisce per gravare pesantemente sulla situazione economica già difficile della società. Di seguito sono elencate, partita per partita, tutte le multe comminate all’Hellas nel corso della stagione 2010-11, con l’indicazione dell’importo e delle ragioni delle stesse.
[Fonte: Hellas Story]

Per Corederoma
Paolo Nasuto