venerdì, Luglio 18, 2025 Anno XXI


Ci hanno lasciato anche un tappeto di pezze e striscioni persi negli scontri. Niente di eclatante, per carità, ma Celtic e Juventus se le sono date non solo in campo. Beata ingenuità che non riesce mai a vedere il mondo oltre la cortina degli stereotipi.

Il giorno dopo la grande partita contro il Celtic, che ha riportato i bianconeri nel G8 europeo dopo sette anni, le immagini che più hanno catturato l’attenzione di giornalisti e osservatori di tecnica e di tattica, sono state quelle riguardanti la qualità di gioco espressa dalla Juventus e molti altri aspetti simili di cui i giornali di oggi sono pieni. Quello che non va assolutamente tralasciato, riguarda l’immagine che il calcio scozzese, ieri meravigliosamente rappresentato dai tifosi del Celtic, ha mostrato al pubblico di Torino e dell’Italia. In pochi giorni si è passati dalle scene vergognose e quasi incommentabili della partita di Napoli a quelle di ieri, in cui dominavano la gioia, la festa e la sportività di cui il calcio avrebbe tanto bisogno. E’ difficile spiegarlo a parole.
La giornata è iniziata presto per i tifosi del Celtic: dalle prime ore della mattina, già molti erano quelli presenti in città. I “ritardatari”, diciamo così, sarebbero arrivati qualche ora dopo, moltissimi in treno da Milano. Ed è proprio in treno che la festa del calcio è iniziata, perché lì c’erano anche molti juventini e tra le due tifoserie il clima era a dir poco sereno: si scattavano foto, si cantava, ci si abbracciava e si parlava di football. Non c’era odio né veleni, nemmeno nelle vie della città poche ore prima della partita. C’era (quella sì) tanta birra, che avrebbe poi contribuito a tenere allegri e vivaci i supporters scozzesi fino alla fine del match, quando il risultato era definitivo e i gol da digerire erano, in totale, cinque. Provate anche solo ad immaginare la scena a ruoli invertiti.
C’erano Bhoys (così si chiamano i tifosi del Celtic) in quasi tutti i settori dello stadio, mescolati ai tifosi della Vecchia Signora. C’erano scozzesi con sciarpe bianconere al collo e juventini con sciarpe biancoverdi. C’erano tanti, ma proprio tanti ospiti senza maglia che cantavano coraggiosamente a squarciagola i cori per i proprio giocatori, fino al novantesimo e oltre. C’era chi al termine della partita faticava a reggersi in piedi ma non si tirava indietro quando gli veniva chiesta una foto ricordo o una stretta di mano, anche sotto la pioggia.
Se la trasferta di Glasgow aveva aperto gli occhi a modi sconosciuti di vivere il calcio – lontani anni luce da quelli che ogni domenica si commentano in Italia – quello di ieri sera è stato un manifesto meraviglioso di un calcio a cui tutti aspiriamo, ma che nemmeno ci sogniamo di sperimentare o di promuovere con i fatti. Tra pochi giorni si tornerà alle polemiche, ma chi c’era ieri non dimenticherà tanto presto le scene di tifo (quello vero) e le risate che i tifosi del Celtic ci hanno regalato. Che lezione, quanto siamo lontani da tutto questo. See you Bhoys, è stato un piacere!
[Fonte: Tutto Juve]

Per Corederoma
Paolo Nasuto