venerdì, Giugno 20, 2025 Anno XXI


da romanews.eu

Questa mattina Aurelio Andreazzoli incontra i giornalisti a Trigoria per la consueta conferenza, alla vigilia del match all’Olimpico contro il Genoa di Davide Ballardini. Ecco le sue dichiarazioni trascritte fedelmente (parola per parola) ascoltando l’audio della conferenza:

Aurelio AndreazzoliHa esordito scusandosi per il ritardo. Continua l’entusiasmo nella Roma, anche oggi l’allenamento è stato molto intenso?
“No, non è stato intenso, ci siamo dilungati un po’, abbiamo tante cose da fare e purtroppo non sono riuscito a completare nemmeno quello che mi ero prefissato, lo rimanderemo alla prossima settimana. Un po’ di lavoro lo abbiamo fatto”.

Marquinhos ha preso una botta, è grave? Anche se lo vediamo convocato…
“Io sono corso nello spogliatoio, mi sono lavato la faccia e sono venuto qua. Io ho visto che è uscito prima, l’abbiamo messo tra i convocati quindi dopo valutiamo, non so dirti di più”.

ELENA TURRA: Ho il bollettino. Solo un risentimento muscolare alla coscia sinistra“.

Questa sua Roma lei l’ha rivitalizzata, tutto è più difficile adesso?
“Credo che le aspettative per questa squadra fossero alte anche quando le cose andavano meno bene. Non è cambiato niente, l’aspettativa è sempre alta, non diventano più difficili le cose perchè abbiamo vinto due partite, anzi, mi auguro se fosse così, che peggiori la situazione anche la settimana prossima e anche quella successiva”.

I giocatori dicono di puntare al terzo posto. Quanto può crescere ancora questa Roma con lei? Qual è l’obiettivo?
“Abbiamo un margine di miglioramento, perchè non riusciamo a farci bastare il tempo, che è il nostro principale nemico, ma abbiamo un margine di miglioramento sul gioco senz’altro, sulla partecipazione è già buono, sull’attenzione pure, però per una fisionomia di gioco spiccata in particolare quella del possesso abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo”.

Come giudica la stagione di due ex giallorossi come Borriello e Bertolacci?
“Marco l’ho visto in gran spolvero, l’ho visto giocare domenica scorsa molto bene, è un giocatore molto importante, lo è sempre stato, è uno di quelli che riesce a fare reparto da solo e con il Genoa lo sta facendo. Per Bertolacci ho una particolare predisposizione di simpatia perchè è veramente un caro ragazzo, al di là delle qualità tecniche, e l’ho visto molto migliorato”.

Alcuni giocatori hanno riparlato del terzo posto, sono dei sognatori o è giusto crederci?
“Essere sognatori non è un peccato, anzi, chi non ha sogni ha già finito di vivere. Certo è che poi c’è la realtà, che vede una situazione problematica in termini di punteggio. Non sono tra quelli che vogliono fare programmi a lunga scadenza, perchè non mi piacciono assolutamente e perchè secondo me non hanno senso, come ho già detto più volte. Ha senso invece concentrarci molto e guardare l’impegno successivo con un’attenzione particolare e maniacale, questo ha molto senso”.

Lei ha visto Napoli-Juve, da appasionato di calcio e da studioso dei calci da fermo, cosa si può fare per evitare i falli nei calci d’angolo in Italia? Cosa dice ai suoi giocatori?
“Sono d’accordo. E’ difficile, nel basket hanno scelto di difendere a zona e di evitare l’uno contro uno, nel calcio non si può fare, sarebbe anche una limitazione. Secondo me, più che a  noi allenatori o agli addetti ai lavori bisognerebbe chiederlo a chi fa rispettare le regole, io credo che le regole siano chiare. Ora anche il numero degli arbitri è aumentato, quindi io credo che andando verso le regole, con il rispetto delle regole sarebbe tutto più semplice. A inizio di ogni stagione io sento richiami importanti che vengono dal mondo arbitrale riguardo a questa problematica, ma di fatto alla seconda gara di campionato tutto è dimenticato e si ritorna indietro di un anno, come succede spesso nel nostro paese nei confronti delle regole”.

De Rossi è migliorato nella condizione atletica e psico-fisica in queste due settimane in cui si è riposato? E’ una soluzione in difesa se Marquinhos non dovesse farcela?
“Daniele sta decisamente meglio, noi abbiamo parlato, nell’ipotesi ottimale, parlavamo di due o tre settimane per essere ottimisti e riportarlo nella condizione decente, non decente ma nella condizione che ci piace a tutti, e devo dire che ha fatto un bel passo in avanti. Per la posizione di difensore, lui lo può fare, come l’ha già fatto altre volte, e lo può fare anche bene, ma credo che io eventualmente ho anche altre possibilità e intendo, a meno che non sia soffocato da una situazione, andare secondo logica”.

Avrà letto le dichiarazioni dei suoi giocatori che parlano di lei in termini entusiastici, e lo considerano quasi più come un amico che come un allenatore. Quali sono i pro e i contro?
“Vorrei anche vedere che non parlino in termini entusiastici! Se io intravedessi dei contro agirei in maniera diversa. Per me sono tutti dei pro, perchè poi basta venire dentro il nostro ambito lavorativo per verificare che l’amicizia è un’amicizia interpersonale tra persone e non tra professionisti, tra professionisti si fa i professionisti. Io sono molto esigente, moltissimo, e ho a che fare con persone che sono molto rispettose, anzi direi moltissimo”.

Il Genoa viene da un buon momento, ha studiato qualcosa con il cambio di allenatore o c’è qualcosa che la preoccupa?
“E’ una squadra molto compatta ed equilibrata, è difficile che subisca reti, come ha dimostrato nelle ultime partite. E’ una squadra che riparte molto bene e combatte, quindi credo che come caratteristiche sia la squadra meno adatta da affrontare in questo momento”.

Dopo questi buoni risultati, cos’è che la preoccupa per il proseguo della stagione?
“Non ho preoccupazioni particolari, ho un gruppo che si sta ricompattando nella sua totalità. Castan credo dalla prossima settimana tornerà in gruppo, per Destro c’è da aspettare ancora un po’, gli altri sono tutti disponibili. E’ un problema mio perchè dovrò lasciarne fuori una decina e questo è l’aspetto più fastidioso della settimana, perchè sarebbero meritevoli. Noi potremmo far giocare due squadre diverse nella partita di domani con, credo, risultati quasi identici. Quindi non ho preoccupazioni particolari, l’ho detto più volte, è il tempo il mio nemico, perchè ho da disputare un numero di partite limitato purtroppo e devo giocare una domenica dietro l’altra, è veramente un inseguimento”.

Come cambia la Roma in base a chi gioca a sinistra tra Florenzi, Balzaretti e Marquinho?
“Cambia la prestazione individuale che ognuno riesce a mettere dentro il proprio sompito, il sistema è definito per come utilizzi i calciatori e per come riescono ad assolvere i compiti loro assegnati. Quindi dopo, all’interno del nostro sistema di gioco, chi riesce a esprimere una condizione migliore ti dà il vantaggio, non è certamente sulla carta o prima di una gara che ti dà il vantaggio. Quindi noi andiamo dietro a un’idea di gioco che mi può… Tu chi hai nominato prima? Balzaretti, Marquinho e Florenzi, che hanno caratteristiche differenti, e quindi in base a queste a volte sei condizionato a fare anche delle scelte. Però, per esempio questi tre, se fossero loro in ballottaggio, sono tre che ti mettono in grande imbarazzo perchè stanno benissimo tutti e tre ed è un problema perchè di tre due devono star fuori, ma possono essere usati anche in altri ruoli”.

Osvaldo non è stato tanto brillante con l’Atalanta, ha visto un segnale di recupero in settimana? Lei lo reputa un titolare inamovibile per la partita di domani?
“Sì, lui è titolare e gioca. Ti dico sinceramente, lui ha fatto una buona gara domenica, sotto l’aspetto tattico è stato splendido come non l’avevo mai visto, perchè ha fatto tutto quello che io gli avevo chiesto, tutto quello che voi non vedete da fuori chiaramente, non conoscendo la nostra idea e rimane difficile da riscontrare. Però lui ha fatto tutto quello che dovevamo fare anche con un risultato importante, perchè talune situazioni che ci hanno avvantaggiato, mi riferisco per esempio al gol di Marquinho, sono venute fuori proprio perchè lui ha avuto un atteggiamento che io gli avevo richiesto, ma non solo quello, anche altre situazioni. Se il parametro è la partita e deve essere la partita che lui ha giocato con la Juventus, se il parametro è quello allora forse ha giocato un po’ al di sotto di quello che ci aspettavamo, ma il suo parametro deve essere quello lì, io gliel’ho detto, quindi lo posso dire anche a voi. Quello è il parametro verso il quale lui deve tendere e noi siamo abituati a vederlo così e noi vorremmo vederlo sempre a quella maniera. Però le gare non escono sempre come uno vorrebbe. E’ importante, dal mio punto di vista, che l’espressione che un giocatore dà in campo sia quella programmata e sia quella in cui la squadra ha necessità, lui l’ha fatto questo, alla grande”.

I giocatori parlano di un dialogo che ora c’è con il tecnico e prima non c’era, possibile che la svolta sia stata solo questa? Cosa è cambiato veramente?
“Penso a tante cose, anche piccole, però messe tutte insieme poi diventa quel vagone pieno di cui parlavo qualche volta. E’ difficile elencarle, per sintetizzare credo che qualsiasi attività di qualsiasi tipo, lavorativa ma che sia un’attività associativa, necessiti di condivisione, se non c’è la condivisione l’obiettivo lo inquadri ma non lo raggiungi mai se non parzialmente; se invece c’è la condivisione verso gli obiettivi, verso le regole, verso ciò che riguarda l’applicazione o il rispetto in generale, allora tutto secondo me diventa molto facile da raggiungere. Io ho fatto questo e credo di farlo anche con voi, ho l’impressione di farlo anche con voi perchè do ampia disponibilità anche se a volte di qualcosa non sono contento e non entro nemmeno nel particolare, perchè voglio andare a cercare anche con voi il positivo ed essere molto disponibile sperando un giorno di poter dire che anche voi siete molto disponibili con me, sempre naturalmente nel rispetto del vostro lavoro e del mio. Però è la condivisione, senza quella per me non si va da nessuna parte, io ho usato quel metodo, non solo con i calciatori ma con tutto l’ambiente”.

Si continuano a fare paragoni tra lei e Zeman, è arrivato il momento di voltare pagina e parlare della Roma di Andreazzoli senza paragoni con il passato? I suoi giocatori parlano di Champions, il pareggio in casa sarebbe un risultato soddisfacente per la Roma?
“Dipende come viene, se arriva il pareggio, qualsiasi risultato che bisogna accettare perchè poi è il campo quello che dice esattamente la verità, se dovesse venire dopo una prestazione che rispecchia le esigenze del pubblico che ci viene a vedere e verso il quale noi facciamo questo lavoro, allora potremmo essere soddisfatti anche del pari. La sconfitta non la considero perchè mi dispiace solo a pensarla. Però se dovesse rispecchiarsi questo allora io sarei contento. Per la domanda del passato, finalmente mi arriva una domanda di questo tipo, io auspicavo che già oggi non se ne parlasse più di questi argomenti, perchè credo che ora insomma ci siamo conosciuti, si è visto che ci mettiamo molto impegno e che andiamo per la nostra strada, penso che sia anche irriverente nei confronti di mister Zeman continuare a fare dei paragoni. Lui ha fatto il suo lavoro e secondo me l’ha fatto molto bene. Certo, tutti i lavori sono perfettibili, ma non credo che noi faremo tutto bene da qui alla fine, è impossibile, è utopia. Quindi nel rispetto di Zeman credo sia inopportuno continuare a fare  sempre dei paragoni che non portano da nessuna parte. Parliamo ora di quello che può esprimere la nostra squadra, quello che fa la società, quello che fa l’ambiente, quello che farete voi da quel periodo, da quando ci sono io in poi, mettiamo un paletto dal 4 febbraio e poi guardiamo dal 4 febbraio in poi quello che noi saremo riusciti a darvi e poi dopo la valutazione la faremo su quella, credo sia opportuno, poi è chiaro che io devo rispondere alle vostre domane però avrei piacere che si parlasse in maniera diversa”.

Dal 4 febbraio ad oggi in che cosa il gruppo si è ricompattato, che differenze ha notato?
“Io ho l’impressione che i calciatori si divertano a venire a fare allenamento, a venire dentro il centro Fulvio Bernardini, facciamo allenamento alle 11 e alle 8:15-8:30 c’è già gente che viene qui a fare colazione e se la prende comoda, quelli che arrivano tardi hanno il dovere di firma alle 10, ma chi arriva tardi arriva alle 9:15-9:30, questi per me sono successi, obiettivi raggiunti. Se è una differenza rispetto a prima? Abbiamo detto mettiamo un paletto, l’abbiamo appena messo, non lo leviamo un’altra volta. No, non è rispetto a prima, io dico ora, ora abbiamo questa condizione e giudico questa condizione se volete sapere come la penso, io lo faccio molto apertamente, non mi rimettete quei paletti un’altra volta”.

Per caratteristiche tecniche Lamela è il giocatore che forse salta l’uomo con più facilità, nelle ultime partite sembra abbia voglia di dimostrare qualcosa. Secondo lei deve dimostrarlo o come per Osvaldo tatticamente sta facendo quello che lei richiede?
“I ragazzi hanno grande vigore specialmente se così giovani e pieni di aspettative e pieni di qualità come Erik e come altri anche. Quindi vorrebbero fare tutto e subito, cosa che non è possibile, e tutto in una partita, oppure addirittura tutto in un tempo, mentre chi è più navigato e ha più esperienza sa che deve diluire la propria partecipazione a una gara nei 95 minuti. Spesso Erik è un po’ frenetico in questo ma ha una disponibilità enorme e quindi non ci sono problemi, lo vedremo, e la sua qualità di saltare l’uomo è una qualità richiesta e a me piace molto. Bè, ci sono situazioni in cui va fatto e altre in cui non va fatto, però è una prerogativa importante che toglie di mezzo la tattica spesso”.

Romagnoli non ha ancora esordito dal primo minuto in Campionato: è ancora troppo acerbo per esordire in una partita come questa o è pronto?
“Quando Zeman ha fatto giocare Marcos pensavamo fosse un diciottenne immaturo, poi ha giocato e ha dimostrato di essere un trentenne maturo. Lo stesso discorso vale per Romagnoli, lui è pronto, se io ho bisogno non ho alcun tipo di problema a metterlo in campo, perchè so che lui mi darà moltissimo, mi farà una prestazione da calciatore di Serie A”.