Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutomercoledì, 20 Febbraio alle ore 01:35
Mario se ne è andato…I suoi occhi si sono chiusi per sempre il giorno dopo la bella vittoria della Fiorentina contro l’Inter.
Per il suo cuore, stanco e malato, l’ultima piccola gioia è arrivata, come un segno del destino – proprio dal Franchi, da quello stadio in cui lui ha gioito e sofferto per una vita intera.
La morte è spesso crudele e spietata: fa il suo odioso lavoro senza guardare in faccia nessuno.
Da giudice supremo ed inappellabile decide lei, e solo lei, quando è giunto il momento di recidere il filo dell’umana esistenza, ma questa volta ci piace immaginare che abbia dolcemente atteso.
Ha pazientato per concedere quel soffio di vita sufficiente a dipingere sul volto un ultimo sorriso.
L’estremo regalo a Mario glielo ha fatto la sua squadra: un’ultima vittoria, bella e scintillante da riempire gli occhi e il cuore.
Da oggi ci sentiremo tutti un po’ più soli…
Ci mancherà la sua faccia schietta e sincera, la sua travolgente energia, il suo temperamento pungente e sanguigno tipico dei fiorentini doc, le sue impertinenti frustate, i suoi lapidari giudizi, il suo amore sconfinato per il colore Viola.
Ci sono assenze che spiazzano e fanno cadere un velo di tristezza.
Chi metterà, adesso, la sciarpa al collo ai nuovi arrivati in casa Fiorentina?
Quel gesto, per tutti noi, era l’investitura reale, quella che contava più della conferenza stampa di presentazione.
Calciatori, allenatori, dirigenti…tutti sono sempre passati da Mario.
Solo dopo quella che appariva una sorta di benedizione – del resto per tutti era il “Pontefice Massimo” – uno poteva definirsi realmente iniziato alla sua nuova vita in viola.
Piccoli gesti, riti scolpiti nella memoria, emozioni forti che si trasmettevano di tifoso in tifoso che, da oggi, lasceranno un vuoto incolmabile.
Nessuno potrà mai prendere il posto di Mario e dovremo imparare a convivere con questa assenza.
Se ne è andato un grande tifoso: forse l’emblema del tifoso viola, perennemente, innamorato e sognatore.
Il rammarico di tutti è che Mario se ne è andato con un sogno irrealizzato nel cuore.
Il terzo scudetto, quello tanto agognato e desiderato, non è mai arrivato.
La vita non gli ha concesso il tempo necessario per continuare a sperare di poter, un giorno, ricucire sul petto il tricolore.
E’ il sogno di una città intera che, da oggi, avrà un motivo in più per spingere la Fiorentina verso traguardi insperati e il Ciuffi, attento e pungente, siamo certi che continuerà a vigilare.