Stadi, in Europa sono pieni e in Italia sono vuoti
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutovenerdì, 8 Febbraio alle ore 02:43
Vabbe’, la UEFA è il must del viscidume e della strumentalizzazione: chi segue il sito inglese WSC avrà letto svariati articoli sui numeri in declino della Premier.
Tempo addietro avevamo anche noi pubblicato un articolo in cui dalla Spagna ci si lamentava che il duopolio Barca-Real aveva fatto scemare notevolmente numeri e interesse. Fa specie solo la Germania, questo è un dato incontrovertibile, mentre sarebbe veramente curioso poter verificare le loro fonti e i loro numeri.
In estrema sintesi, è chiaro insomma che i numeri non sono così esaltanti, allora loro che fanno? Ci buttano dentro al calderone Serbia, Ungheria e Albania, nazioni in fortissima crescita numerica e dove, ironia della loro misera sorte, il problema della violenza negli stadi è molto, molto sentito ed attuale: come mai? Non ci avevano sempre raccontato che la violenza svuotava gli stadi? Fatele complete le vostre analisi, ipocritoni!
(Calciopress – Redazioneweb) La quinta relazione sul calcio di club europeodiffusa dalla Uefa ha preso in analisi oltre 670 club di prima divisione appartenenti alle 53 federazioni nazionali affiliate (QUI, QUI eQUI i particolari).
Un capitolo del report è dedicato agli stadi. Nel panorama continentale, gli stadi di proprietà sono ancora una rarità. Nel 2012/2013, le squadre iscritte alle coppe europee sono state 232: solo 55 (il 24%) sono proprietarie dell’impianto in cui giocano. Il 53% degli stadi (124) sono gestiti dalla città o comunque dall’amministrazione pubblica.
Le rimanenti 53 società si trovano a metà del guado: in alcuni casi (6) il club è co-proprietario, ma in genere il team si limita ad utilizzare la struttura che appartiene ad altri soggetti.
Nonostante la programmazione televisiva sempre più ricca, gli stadi continuano ad essere affollati: nel 2011/ 2012 sono stati popolati da 103 milioni di spettatori, con un aumento del 2,5%.
La crescita è stata trainata dai paesi di secondo piano (Serbia +55%, Ungheria +49%, Albania +30%). Tra i campionati ‘top’ brillano Bundesliga (+5,7%) e Liga (+2%). Per l’Italia, invece, un malinconico -7,6%.