Vergogna all’Olimpico: buu razzisti contro Ibarbo. La Lazio batte il Cagliari ed è a -5 dalla Juve
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutolunedì, 7 Gennaio alle ore 02:48
La gogna mediatica, con tanto di processi sommari, è partita. Molti media nostrani altro non aspettavano che i fatti di Busto Arsizio per poter riempire le loro pagine con frasi moraliste e prive di ogni significato logico o quantomeno attinente ai fatti.
Spostare dal piano dalla retorica a quello dei fatti la spinosa questione del razzismo all’interno degli stadi richiede altro, se anche durante Lazio-Cagliari si è costretti ad ascoltare buu e cori a sfondo razzista. Offese reiterate a Ibarbo, insulti ripetuti come se nulla fosse accaduto a Busto Arsizio e come se nulla prevedesse il regolamento in materia. Dopo il richiamo e l’invito a interrompere immediatamente quelle ingiurie gratuite, si è andati avanti. I giocatori e le società non hanno abbandonato il campo. Il direttore di gara non ha interrotto la partita. Di campionato.
L’incontro era iniziato sotto la stella della contestazione della Curva Nord contro il fu idolo Mauro Zarate. “Il campione vero è umile, raccoglie i palloni in allenamento della Primavera non piange su Twitter e si riduce l’ingaggio… Non rivendica un contratto mal valutato. Zarate Vattene!”. Ottima premessa per una serata che avrebbe potuto segnare un passaggio importante nell’inseguimento alla Juventus contiano, forte del rientro del suo uomo in più. Invece all’Olimpico le questioni rotonde vanno accantonate per rimettere al centro l’orrore di una tolleranza incomprensibile dopo quanto detto e scritto subito dopo i fatti che hanno provocato la reazione di Boateng e del Milan nell’amichevole con la Pro Patria. Ibarbo è propositivo, mostra un’offerta varia e articolata di numeri. E subisce l’onta di buu che proseguono nell’indifferenza fino alla protesta formale dei dirigenti del Cagliari. Al 36′ fanno notare la cosa al quarto uomo, si crea una sorta di concilio con l’arbitro e con i capitani. Si continua a giocare.
E malgrado il contesto, il Cagliari non si mostra docile, intimorito. Né dopo l’allontanamento del tecnico Pulga, né dopo questi vergognosi insulti. Da segnalare una traversa di Hernanes su punizione, con un destro di Nainggolan salvato sulla linea da Dias dopo la deviazione di Marchetti e una conclusione di Klose sul fondo da distanza ravvicinata.
In questo clima kafkiano, allo stupore subentra l’indignazione. Nella ripresa il simbolico riscatto dettato dalla rete di Sau (destro improvviso dal limite, che si infila nell’angolino basso alla destra di Marchetti) viene annichilito nel breve volgere di una manciata di minuti con il pareggio di Konko e poi con il rigore – dubbio – realizzato da Candreva che ribalta il risultato a favore della Lazio. Orsato si trova a dover prendere delle decisioni difficili: assegna il penalty buttando fuori Agazzi e lasciando prima in 10 e poi in 9 i rossoblu. Poco dopo tocca a Cossu essere buttato fuori dall’arbitro per proteste, un chiaro segnale della convinzione nei giocatori di aver subito un’ingiustizia. Una vittoria che avvicina la Lazio alla Juventus capolista, una partita che indica una deriva sociale da arginare senza alcuna incertezza.