Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutomercoledì, 2 Gennaio alle ore 02:52
Continua lo scarica barile tutto italiano su decisioni e responsabilità relative alla vicenda calcio scommesse. Nella fattispecie la ‘candida’ figura del presidente federale Giancarlo Abete invita i parlamentari ad occuparsene.
ROMA – “Sulla giustizia sportiva dobbiamo condividere la nostra posizione con il Coni e con altri enti. La responsabilità oggettiva è un istituto presente in tutti i codici di giustizia internazionali. Nell’area delle scommesse è indispensabile un intervento del Parlamento sulla legge legata alla frode sportiva, che risale al 1989?. Lo ha detto Giancarlo Abete, intervenendo a Sky.
OMESSA DENUNCIA – “Per quanto riguarda l’omessa denuncia, io comprendo come il mondo del calcio sia un po’ parolaio, l’omessa denuncia trova difficoltà a essere riconosciuta – ha sottolineato -. Le critiche di Agnelli? Il presidente della Juve esprime dei giudizi e io ho il dovere di rispettarli. Quando si hanno responsabilità di sintesi bisogna tener conto delle posizioni che emergono. Quando si parla di associazioni il discorso diventa complesso, noi non ci inventiamo il quadro normativo. Ci sono tutte le componenti in ballo e penso che il presidente Agnelli debba avere capacità di sintesi nel governo del calcio”. “Non solo attualmente non esiste la governance che era stata ventilata a luglio, e non mi riferisco al presidente – ha concluso il presidente della Figc, parlando della situazione della Lega di serie A – ma non ci sono altre situazioni che erano state avanzate. Le regole si cambiano assieme e non presentando le proprie istanze”.
GIOVANI – “In Italia abbiamo tanti giovani interessanti e lo testimonia il fatto che stiamo decidendo se impiegarne alcuni nella Confederations cup o nella fase finale dell’Europeo Under 21. Crisi o non crisi, se non ci sono talenti preparati a dare il massimo di sè, non avviene una crescita in termini di qualità”. Lo ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete, tracciando a Sky il bilancio di fine 2012. “La crisi ha influito nelle scelte delle società e nella loro voglia di puntare sui giovani – ha aggiunto Abete -. Va detto che continua in Serie A il trend dei giocatori non selezionabili per le squadre nazionali”.