giovedì, Maggio 15, 2025 Anno XXI


da larena.it

Un tabù da sfatare (quello con la Roma, mai battuta al Bentegodi) e l’ottimo stato di salute da ribadire. Eugenio Corini – dal parquet del PalaOlimpia, eletta sede d’emergenza dell’allenamento del Chievo durante la nevicata di ieri – rilancia la sua sfida. Al campionato e, soprattutto, alla Roma: «Me l’ha ricordato il presidente che la Roma è un tabù», dice. «Ma il peggio è che parliamo di una squadra in salute che sta giocando un calcio straordinario».

Eugenio CoriniChievo con la maglia natalizia. Bisognerà onorarla…
«Penso che il presidente l’abbia preparata apposta per sfatare il tabù. E per festeggiare tutti assieme un bel Natale con i nostri tifosi».

I giallorossi corrono: cinque vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia.
«Sì, ma anche noi siamo in salute dopo le due vittorie ottenute con grande coraggio e con grande forza. Siamo consapevoli del valore della Roma ma anche di quello che possiamo dare noi».

Tecnica e corsa: conferma?
«Sì, loro hanno qualità e una bella condizione. Guardate Totti: il suo livello fisico è straordinario. La Roma attacca con tanti uomini, con forza. Ma qualcosa concede. Loro possono farti cinque, sei gol ma dobbiamo sapere che quando ripartiamo anche noi possiamo far male».

Insomma, come si vince?
«Penso che l’atteggiamento che stiamo mettendo in campo sia quello giusto. A iniziare dalla gara col Siena, nonostante nell’occasione ci fossimo presi fischi e critiche. Una squadra deve sempre sapere quello che può portare a casa. Noi quella domenica siamo cresciuti e l’abbiamo dimostrato in queste ultime due trasferte».

Parliamo di tattica: da Is Arenas alla prossima partita che cosa cambia per voi?
«La nostra filosofia è ben chiara. Ho fatto vedere ai ragazzi azioni nelle quali siamo partiti dalla nostra area e arrivati dalla parte opposta. Altre in cui ci siamo compattati nella nostra metà campo ma sempre con l’idea di ripartire. Andiamo ad affrontare una grande Roma, che corre, attacca e gioca molto in verticale. Se saremo bravi a stare in partita e pronti a colpire possiamo fare un risultato importante».

In difesa torna Andreolli. Quanto a Sardo e Dainelli…
«Abbiamo recuperato tutti. Avremo loro e avremo Jokic, che domenica era entrato a freddo in un ruolo non suo ma non ha affatto demeritato. E Farkas, che a Cagliari ha giocato una buonissima mezz’ora. E Sorrentino, pure autore di una grande prova».

E davanti re Mida-Paloschi.
«Sì, ma dietro al valore di un giocatore c’è sempre il lavoro di squadra. Oggi il lavoro di Alberto è straordinario anche dal punto di vista atletico. E poi trova grande continuità sotto porta, importantissimo anche per il morale».

Pellissier come vive la sua parentesi ai margini?
«Lui è un bravissimo ragazzo e un giocatore straordinario in cui crediamo tantissimo. Però un allenatore è costretto a fare delle scelte. In ogni caso il valore di Sergio è fuori discussione. Il Chievo ne ha usufruito in questi anni e continuerà a farlo».

Sarà anche l’ultima al Bentegodi del 2012… Col Chievo che pare aver davvero infilato la strada giusta.
«Sarà un campionato di grande sofferenza per tutti, compreso il Chievo. Ma la mia speranza è che da qui alla fine le vinciamo tutte… Mai perdere comunque l’equilibrio. Nei momenti delicati come in quelli belli. Mi dà fiducia il nostro spirito, pur consapevole che arrivare ai quaranta punti sarà dura».

Campo presumibilmente pesante: un alleato per voi?
«Io credo che troveremo un bel campo. È stato rizollato e coperto dai teloni. Credo proprio che si vedrà un buon calcio e uno spettacolo godibile per tutti. Anche noi sappiamo fare qualche bella cosa col pallone…».

Un accenno al mercato: già si parla di trattative su Théréau e Sorrentino. Ha spiegato al club quanto sono importanti?
«È prematuro parlare di mercato. Fa piacere che si parli di nostri giocatori ma per me quei due lì sono patrimoni straordinari del club. L’obiettivo stagionale non è raggiunto e per me sono entrambi incedibili».