mercoledì, Maggio 14, 2025 Anno XXI


Presente a Zagabria per i festeggiamenti del centenario della HNS, la federcalcio croata, il presidente della UEFA è stato intervistato da “Jutarnji List”, un autorevole quotidiano croato, esprimendosi ancora una volta per la linea dell’intransigente repressione.

Quanto possa pagare la scelta della repressione cieca, senza alcun tentativo di comprensione sociale e ideologica del fenomeno che si tenta in certo qual modo di “regolamentare”, ce lo può dire benissimo il fatto che sono ormai quasi 50 anni che ripropongono sempre la stessa stupida ricetta repressiva senza che la stessa sortisca alcun effetto significativo: chi glielo dice che devono smettere di riparare orologi con il martello e lo scalpello?

A parte questo, tornando al caso specifico del grande calciatore Platini rivelatosi piccolissimo dirigente calcistico, lo stesso ha dichiarato che “le autorità dovrebbero capire l’importanza del problema della violenza e del teppismo calcistico” perché, riportiamo sempre il testuale, “finora, purtroppo, non c’è stata alcuna reazione adeguata e le autorità devono capire che non possono aspettare oltre, altrimenti le conseguenze potrebbero essere fatali per tutto il calcio croato”.

“Per fare ciò servono scelte coraggiose e persone coraggiose, è la nuova leadership della HNS affidata all’ex calciatore Davor Suker potrebbe essere in grado di farlo, ma è indispensabile il sostegno forte della politica”.

Platini ha messo in guardia sia la Croazia che la vicina Serbia: le conseguenze fatali a cui alludeva, potrebbero concretizzarsi nell’esclusione delle loro squadre dalle manifestazioni internazionali organizzate sotto l’egida dell’Uefa e della Fifa.

Tra i punti cruciali di questa preoccupante escalation di violenza sono stati citati: una multa comminata ai sostenitori croati per i cori contro Balotelli al recente europeo di Polonia e per dei fumogeni, oltre alla recente condanna di otto tifosi della Dinamo Zagabria con pene fino ai due anni e mezzo per degli scontri avvenuti due anni fa in Europa League contro il PAOK.
Riepilogando abbiamo fumogeni, cori e scontri di due anni fa: problemi di urgentissima rilevanza che è giusto affrontare negando il calcio internazionale o magari vietando le trasferte per scongiurar future esclusioni dalle competizioni. Efficacissimo, in effetti, curare un brufolo sparandosi un colpo di pistola alla faccia: se poi il risultato è la morte della passione e del tifo, cioè l’humus su cui ha proliferato il calcio fino ad assurgere a gioco più bello del mondo, poco importa.
Per quello che ci riguarda, al netto degli eccessi senza dubbio discutibili, la nostra idea di calcio prevede più passione al pari di quella dimostrata dai croati all’ultimo europeo, e meno ipocriti servi degli sceicchi come Platini: l’essenza del calcio è il calore e la partecipazione popolare che si sprigiona all’interno delle gradinate, non la dabbenaggine dei potenti rinchiusi nei loro palazzi dorati che per mantenerli in piedi si è finiti a portare il calcio mondiale sull’orlo del tracollo economico.

Matteo Falcone.

Per Corederoma
Paolo Nasuto