Europei under-21 2013 in Israele: proteste e “respect”
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutogiovedì, 29 Novembre alle ore 01:31
Ieri in via Allegri, sede della Federazione Italiana Giuoco Calcio, si è tenuto un sit-in di protesta dell’associazione BDS (http://bdsitalia.org) contro l’organizzazione dei prossimi europei under 21 in Israele
stessa iniziativa è stata proposta anche a Parigi e Londra, oggi infatti a Tel Aviv si terranno i sorteggi della competizione. All’esterno della struttura, oltre agli attivisti di BDS, era presente soltanto un’agenzia di stampa americana: totale disinteresse da parte dei media italiani malgrado la protesta fosse stata denunciata presso la questura come testimoniato dalla massiccia presenza delle forze dell’ordine con tre camionette e due volanti.
La protesta (http://bdsitalia.org/index.php/altre-campagne/sportivo/539-roma-under21), che va avanti da mesi, vuole denunciare la realtà degli atleti palestinesi in Israele che subiscono quotidianamente situazioni di Apartheid da parte delle istituzioni israeliane, i più attenti possono ricordare la vicenda di Mamhoud Sarsak; realtà che si scontra con i valori promulgati dalla Uefa ( assegnataria degli Europei a Israele) e dello sport in generale. L’associazione chiede pacificamente alle istituzioni sportive nazionali ed europee di rivedere l’assegnazione dei prossimi europei a Israele, visto anche il peggiorare della questione palestinese nelle ultime settimane.
In conformità con quanto appena detto questa mattina gli attivisti hanno chiesto e ottenuto un incontro con la Figc, la quale ha accettato nonostante l’assenza del Presidente federale Abete. Al termine dell’incontro la federazione si è dimostrata aperta a un dialogo diretto con la BDS, ribadendo però che queste decisioni spettano alla Uefa. Durante il colloquio è spuntata anche l’idea di chiedere alla Uefa di far giocare alcune partite del prossimo europeo in Israele e altre in Palestina, sancendo così l’uguaglianza tra le due nazioni. Da domani, 29 novembre 2012, infatti, lo stato palestinese dovrebbe essere riconosciuto dall’Onu come 194° paese mondiale.
Dalla cronaca di oggi si giunge ad alcune riflessioni sui prossimi europei under 21. La Uefa da anni porta avanti campagne contro il razzismo e a favore del rispetto e della diversità, basta vedere una partita delle coppe europee per imbattersi nello spot della campagna respect.
(http://www.youtube.com/watch?v=eglHiGfPpck)
(http://it.uefa.com/uefa/socialresponsibility/respect/index.html)
Come può la Uefa giustificare l’assegnazione degli europei ad Israele, paese che non consente agli atleti palestinesi di muoversi liberamente per giocare a calcio e che quindi non è in grado di mettere in pratica i nobili valori della federazione europea?
Come è possibile giocare una competizione europea in uno stato che vive una quotidianità fatta di bombe e aggressioni? La stessa Uefa recentemente ha preso atto della difficile situazione accettando la richiesta di rinvio da parte dell’Atlethic Bilbao riguardo la partita Hapoel Shmona- Atlethic Bilbao “a causa delle tensioni nella regione”.
In queste ore si stanno svolgendo i sorteggi e appare molto difficile un interessamento della Uefa su questo problema che andrebbe a minare la propria coerenza politica, vista anche la poca attenzione prestata dai media italiani ed europei.