venerdì, Giugno 20, 2025 Anno XXI


Obbligatorio il rifugio nella psicanalisi per comprendere la Roma. E sul lettino dello psicanalista c’è posto per tutti: dirigenza, squadra, allenatore, tifoseria.

Sarà da affrontare poi anche la questione dell’AIA matrigna che, potendo decidere, sceglie sempre gli scarrafoni che gli piacciono di più, meglio se con la maglia a strisce verticali. Braschi, da buon toscano furbo, sta cercando di mettere le mani avanti aprendo la categoria arbitrale al dialogo, espediente che sarebbe sufficiente in una condizione normale. Non certo in questa dove si intuisce lontano un miglio che il tavolo è truccato. Speriamo che continui così perché finirà incartato con le sue stesse contraddizioni. Altro da aggiungere sugli arbitri non c’è.

C’è invece molto da dire sul fatto che da Trigoria si proietti sempre lo stesso film. Nel tempo cambiano gli interpreti, la colonna sonora, il direttore d’orchestra, il regista  e lo sceneggiatore ma purtroppo quello che esce è sempre un film horror di quarta categoria. Più grottesco che spaventoso. Più farsa che tragedia.

Trovare una spiegazione è francamente impresa impossibile. Avevamo salutato con grande favore il ritorno di Zeman sulla panca della Roma e avevamo dialetticamente ridicolizzato coloro i quali avvertivano che i primi a divertirsi con il suo gioco sarebbero stati gli avversari. Oggi qualche crepa comincia ad incrinare le nostre granitiche certezze di tifosi senza macchia e senza paura perché intuiamo la presenza di contraddizioni verbalizzate dal Boemo che francamente ci lasciano stupefatti. Se da una parte infatti afferma che non può costringere alcuni calciatori a giocare fuori ruolo, con riferimento segnatamente a Pjanic e Destro, poi perché non applica lo stesso metro a De Rossi che è stato fin troppo esplicito sul non gradimento della posizione in campo?

Ma questa sarebbe solo una delle domandine facili facili.

L’altra sarebbe appannaggio della Società che ha deciso una rottamazione in stile spoiling system di tutti i personaggi che, a vario titolo, avevano a che fare con la precedente gestione. E così passi per le questioni tecniche, ma oltre a Conti è stato allontanato anche Conte (l’avvocato) e le conseguenze si sono subito viste. Oltre che sul campo siamo riusciti a farci rimontare anche in tribunale dove sono stati richiesti approfondimenti sulla vicenda di Cagliari che, per come si sono svolti i fatti, suonano come una beffa.

Con l’aria che tira bisogna attaccarsi a tutto, anche ai punti virtuali, nella speranza che alla fine non si dimostrino fondamentali ma, come dicevano i nostri nonni, “ce manca sempre un soldo pe fa una lira!”

Due parole infine sull’antagonismo che ispira una parte di tifo. Passi il fatto che in questo disgraziato paese non si riesca ad avere un attimo di raccoglimento che non venga deturpato da inutili esternazioni come gli applausi, ma fischiare a sfregio la commemorazione di un povero ragazzo ucciso a diecimila chilometri da casa mentre faceva solo il suo dovere, è un atto criminale che dovrebbe far vergognare chi l’ha commesso. Che ci riflettano i più giovani tra di noi che si ispirano a determinati comportamenti. Si tratta di un’azione da vigliacchi senza onore.

Noi tifosi, quelli normali, come gli ultras, quelli normali, queste cose non dovremmo farle passare. Quante volte abbiamo ascoltato invocare l’isolamento per certi comportamenti? Isolati e i-solati hanno lo stesso suono. I primi sono loro, i secondi siamo noi. Stesso suono ma grande differenza.

Ad maiora