sabato, Maggio 17, 2025 Anno XXI


Poca gente in occasione dell’importante gara dell’Italia con la Danimarca (“Mi è sembrato triste” , ha commentato il danese Kvist) induce la Figc a lanciare l’allarme. Il vicepresidente Albertini: “Perdere pubblico è grave”. E non mancano le polemiche sulla difficoltà dell’acquisto dei biglietti via internet o ai botteghini

MILANO – “San Siro mi ha fatto un effetto molto strano. Vedendolo alla televisione, noi giocatori siamo sempre stati abituati a considerarlo come un luogo epico. Invece dal vivo, standoci dentro, stavolta mi è sembrato triste, troppo triste. Non è stato all’altezza dell’Italia, né della partita. Meglio per noi: così si sono sentiti di più i nostri quattromila tifosi”. Il giudizio più spietato sul Meazza semivuoto per Italia-Danimarca arriva da uno dei protagonisti, il danese Kvist, che ha segnato il gol del momentaneo 2-1 a fine primo tempo.

IL BOOM TELEVISIVO – Gli azzurri hanno in genere dribblato l’imbarazzante argomento. Ma Balotelli (“peccato per quei vuoti”) ha candidamente rivelato la delusione della squadra per l’assenza del grande pubblico che di solito, nelle partite giocate a Milano dalla Nazionale, è una tradizione. De Sanctis ha provato a sdrammatizzare. “Forse la gente sapeva che avremmo vinto anche senza tanti spettatori”. Poi, però, il portiere del Napoli ha analizzato la questione. “Magari è stato anche l’effetto dell’attenzione eccessiva per il campionato: nei giorni scorsi si è parlato più di Juventus-Napoli che di Italia-Danimarca”. In realtà la diserzione del pubblico di San Siro non può essere attribuita soltanto all’innegabile invadenza del campionato, anche perché agli italiani seduti davanti alla tivù la Nazionale interessa, eccome: lo share è stato del 35,53% e l’ascolto medio di 10.440.000 spettatori, più di alcune partite della fase finale di Euro 2004 .

IL COLPO D’ OCCHIO, CHE AUTOGOL – I numeri televisivi stridono con quelli del botteghino. Ufficialmente a San Siro c’erano 37 mila spettatori, tra paganti e non, per un incasso di 525.711 euro, il che, pur facendo al dato la tara dei biglietti omaggio, porta a una spesa di 14,20 euro a persona. All’occhio più allenato a valutare le presenze alle partite di Inter e Milan al Meazza non è sfuggito che gli spettatori reali di Italia-Danimarca non erano nemmeno trentamila. La loro distribuzione disomogenea ha accentuato l’imbarazzo delle telecamere, costrette a inquadrature impietose, perché dietro le porte, nelle due curve, c’ era davvero pochissima gente. Chiudere il terzo anello, dove erano raggruppati i tifosi danesi e i ragazzini delle scuole calcio, e sparpagliare questa parte di pubblico altrove, riempiendo almeno tutto il secondo anello, avrebbe permesso di evitare lo squallido colpo d’ occhio. Non è stato possibile anche per le disposizioni della questura, che impongono di stipare nel terzo anello la tifoseria ospite per ragioni di sicurezza. Ma la sensazione di una cornice inadeguata all’evento resta forte.

INTERNET FLOP – Prandelli ha tentato una generosa difesa d’ ufficio. “Era martedì sera e il pubblico delle partite della Nazionale, in genere, non supera i venticinquemila spettatori”. Una metropoli come Milano, tuttavia, era stata scelta proprio per trascinare la squadra in un impegno difficile delle qualificazioni al Mondiale: per fortuna è successo il contrario, grazie appunto alla bella Nazionale di Prandelli. Sul web si è diffusa la protesta. Molti tifosi non sarebbero riusciti a comprare i biglietti via internet negli ultimi due giorni. Inoltre parecchi altri, arrivati a Milano per acquistarli al botteghino, avrebbero desistito, lamentando l’assenza di un adeguato numero di biglietterie aperte.

L’ALLARME DI ALBERTINI – Quale che sia l’origine dei vuoti del Meazza, la Figc non sottovaluta il problema spettatori. È il vicepresidente Albertini a rilevarne l’assoluta serietà, in prospettiva. “Il fenomeno non riguarda soltanto la Nazionale: basta guardare i dati delle partite casalinghe di Milan e Inter – e non solo quelli – per capire che gli stadi italiani sono sempre più vuoti. Perdere il pubblico negli stadi è grave, perché l’emozione televisiva è diversa. Il tifoso va valorizzato, lo stadio deve essere un posto più accogliente. Guai se si lascia spegnere l’entusiasmo dei tifosi: l’emozionalità del calcio, che è poi il suo segreto, passa attraverso le partite viste dal vivo. Una partita senza pubblico perde il suo fascino”.

[Fonte: La Repubblica]

Per Corederoma
Paolo Nasuto