domenica, Maggio 11, 2025 Anno XXI


Un campionato ad ostacoli. In casa amaranto non vanno giù i continui divieti alle trasferte che colpiscono la società: e ora la protesta è arrivata anche in centro

Arezzo, 17 ottobre 2012 – “Trasferte libere”: lo striscione è affisso sul fianco della scalinata delle Poste, in uno degli angoli strategici della città, a due passi dal centro storico e dal Teatro Petrarca. Una scritta in rosso, che molti guardano senza capire.

E invece è proprio lì. L’Arezzo non andrà come un rullo compressore, finora zoppica e tossicchia: però la fede è fede e gli amaranto non sopportano proprio di essere frustrati nella loro legittima voglia di seguire la squadra anche lontano dal Comunale. Eppure tre trasferte su tre sono andate a buca, per ordini superiori, divieto di presentarsi negli stadi dei rivali.

La prossima occasione è a Piancastagnaio, tra l’altro nel regno di un allenatore aretino come Bacci, a cui di certo non dispiacerebbe un clima un po’ più caldo di uno stadio monotematico.

Intanto lo striscione è lì. Sorta di versione terzo millennio di altri appelli simili, che hanno punteggiato gli ultimi decenni del millennio precedente. Certo, da “amore libero” a “trasferte libere” la differenza non è da poco: ma si sa, ogni epoca ha i suoi traguardi.

[Fonte: La Nazione]

Per Corederoma
Paolo Nasuto