Legge stadi: A un passo dall’affondare definitivamente
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutomercoledì, 17 Ottobre alle ore 02:29
Settimana decisiva, la prossima, per la legge sugli stadi: una vergogna italiana, della nostra politica.Nonostante gli sforzi bipartisan (Lolli e Butti), ora si rischia di affondare definitivamente il progetto che era stato approvato dal Senato il 7 ottobre 2009, è rimasto “impantanato” alla Camera tre anni e adesso è ritornato al Senato. Ma se gli emendamenti stravolgeranno ancora il testo, allora bisognerà metterci sopra una pietra. Una corsa contro il tempo, perché la legislatura sta per finire. C’è da dire che dopo lo scandalo di Italia ’90, con opere faraoniche e inutili, questa legge che non fa sborsare un euro allo Stato. Se ne occupano tutto i privati (vedi Spy Calcio del 27 settembre 1) che ovviamente chiedono un ritorno al loro investimento. Maurizio Beretta, presidente della Lega di A, ha parlato più volte con i membri delle settime commissioni (Camera e Senato), lo stesso ha fatto Giancarlo Abete. Claudio Lotito si è fatto cacciare addirittura dai commessi perché stava dove non poteva stare, cioè in Transatlantico: ma almeno, anche se chiaramente per motivi personali, si è interessato passo passo alla legge. “Io sono a favore di questa legge, sarebbe la prima per gli stadi, anche se non è perfetta ed è stata modificata ampiamente alla Camera rispetto al testo che avevamo licenziato noi al Senato tre anni fa. La prossima settimana si decide: dentro o fuori. Ci sono arrivati 35 emendamenti”. Ma è proprio l’ala ambientalista del XXX che rischia di affondare la legge: hanno chiesto infatti una limitazione della “volumetria edificabile e della parte residenziale”. I presidenti dei club, se fanno un investimento, hanno bisogno di un ritorno. E’ chiaro. Ma senza esagerare. Ad esempio, non è possibile fare lo stadio magari a Roma Nord e costruire appartamenti da vendere a Roma Sud. Spiega il senatore Raffaele Ranucci, ex capo delegazione a Usa ’94: “Non sono contro la costruzione di nuovi stadi ma contro gli intenti speculativi che questa legge prevede”. Insomma, no alla possibilità di costruire appartamenti insieme con gli impianti sportivi e un aumento, da 10 ad almeno trent’anni del limite temporale, per procedere al cambio di destinazione d’uso degli edifici. Ma così probabilmente presidenti di club e Comuni farebbero un passo indietro.”Io credo che con la conferenza di servizi ci sia la massima garanzia-spiega Rusconi- La massima attenzione da parte dei Comuni e anche delle Sovrintendenze”. Insomma, niente via libera agli speculatori, ai furbetti del quartierino. Come si poteva temere, visto che siamo in Italia e i precedenti sono tanti (ultimi i Mondiali di nuoto 2009). Ma questa legge, almeno a sentire la maggior parte dei senatori, offre le massime garanzie di trasparenza. Che figura farebbero d’altronde i partiti? Per carità, con quello che succede, c’è anche di peggio: ma il mondo dello sport (non solo del calcio) aspetta con interesse questa legge. Anche se ha imparato, sta imparando, a sbrigarsela da solo: vedi Juventus Stadium, un esempio da seguire. Ci sta provando anche Massimo Cellino, con un passo falso davvero sbalorditivo per un dirigente di vecchio pelo come lui: ma almeno adesso l’impianto di Is Arenas va avanti. In B è tornata a casa la Pro Vercelli (che giocava a Piacenza), presto tocca anche al Lanciano. Andrea Abodi ha presentato un piano, B Futura, di aiuto ai club che vogliono costruire uno stadio nuovo, o rendere più moderno quello che hanno già. “Quando vediamo quelli di Polonia e Ucraina-dice ancora il senatore Rusconi-qualche domanda dobbiamo pur farcela, no?”. Lui si sta battendo, anche contro colleghi del suo stesso partito. Ma la gara è sempre più dura.