La serie A delle paytv, tra stadi chiusi e tifosi disillusi
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutovenerdì, 21 Settembre alle ore 02:01
La Lega di serie A è stata bravissima nel vendere, prima che la crisi arrivasse all’apice (sempre che questo sia davvero l’apice), i diritti tv del campionato. Con un balzo in avanti sensibile anche per l’estero. Quasi un miliardo di euro che entrano nelle casse dei presidenti e tengono in piedi il Circo del pallone: segno che il nostro calcio così litigioso, tutto sommato, piace. Poi, purtroppo, la Lega dei venti padri-padroni non riesce a trovare un accordo “politico” al suo interno. Come si può pensare di paragonarci alla Premier League o alla Bundesliga se a livello di stadi, ad esempio, siamo messi in queste condizioni? La Juventus ha tracciato una rotta (impianto, di casa, sempre pieno) e ne sta avendo già notevoli benefici. Ma quando vedi quello che è successo, sta succedendo, a Cagliari, rimani stupefatto: la gara di domenica con la Roma, a Is Arenas, si gioca a porte chiuse: lo stadio di Quartu, e siamo già alla quarta giornata, non ha ancora l’agilità e chissà mai se l’avrà. Il Cagliari ha venduto 4000 abbonamenti e un migliaio di biglietti per domenica (questi saranno rimborsati). In futuro c’è lo spettro di Trieste dove la squadra si era già rifugiata al termine della scorsa stagione. Ma che rispetto c’è per i tifosi? Soprattutto di questi tempi di crisi, anche in Sardegna come sappiamo bene. I tifosi fanno enormi sacrifici per le loro squadre del cuore, in un momento in cui, ad esempio, una grande catena di magazzini ha visto ridurre l’acquisto di carni rosse del 30 per cento. Si rendono conto i presidenti del pallone che l’Italia sta vivendo un momento difficile (eufemismo)? A Pisa e Pontedera (campo sintetico) gli stadi hanno ottenuto l’agibilità: non si può andare avanti sempre con le deroghe e i sindaci non hanno più quel potere di un tempo. Se gli spettatori negli stadi in questi ultimi anni stanno calando (e crescendo in tv) è anche per questo motivo: la tessera del tifoso, pur poco amata dagli ultrà, incide ormai in minima parte nel calo degli abbonati. Ecco la classifica (parziale) di quest’anno, considerato che molte campagne abbonamenti non sono ancora chiuse e che i club non hanno ancora comunicato i numeri ufficiali alla Lega di serie A (il Chievo non lo fa mai, chissà perché): Inter 30.772; Juventus 27.292 (nel 2010-’11 ne aveva 14.290…); Roma 24.506; Milan 23.618 Nel 201-’11 erano 31.219); Sampdoria 19.590; Udinese 17.457; Lazio 16.743; Genoa 16.100; Fiorentina 13.885; Bologna 12.949; Napoli 10.500; Atalanta 9.800; Palermo 9.286; Catania 8.421; Parma 8.189; Torino 8.100; Pescara 7.400; Siena 6.869; Chievo 4.200; Cagliari 4.000. Molto bene la Juve, in ripresa la Roma grazie a Zeman, suoi suoi livelli l’Inter che ha ringraziato anche i tifosi, non decolla la nuova Fiorentina, fiacca la Lazio nonostante l’ottima classifica, il Napoli invece recupera ampiamente coi paganti. Bene le tre neopromosse, con la Samp che batte i cugini del Genoa. A fine stagione, se sarà un campionato incerto, si potrà (forse) superare quota 23.000 spettatori medi. Sempre pochino comunque rispetto a Inghilterra e Germania. Soprattutto ci sono molti vuoti in troppi stadi. Per questo tanti club pensano a nuovi impianti, di proprietà: la Roma made in Usa avrebbe individuato nella zona di Tor di Valle il posto migliore. Ma ci vorranno, se va bene, anni (e il prossimo a Roma si vota…). Gli americani di mister Pallotta su quello puntano: senza un nuovo stadio il loro impegno potrebbe diminuire (intanto il prossimo anno probabilmente Franco Baldini andrà al Tottenham).
Lo scorso anno il club che aveva guadagnano di più, fra paganti e abbonati, era stata la Juventus che aveva incassato oltre 11 milioni di euro (merito del nuovo stadio), che aveva preceduto il Milan (10 milioni). Quest’anno il mini-Milan, senza campioni, rischia veramente un crollo: in campionato la campagna abbonamenti è stata la peggiore dell’era Berlusconi, i mini-abbonamenti di Champions si sono fermati a quota 18.276, mai così male da 16 anni. D’altronde, in questo organico non c’è molta fiducia, non è certo tutta colpa di Allegri (e se dovessero arrivare Tassotti e Inzaghi anche loro non potrebbero fare miracoli). Curioso l’atteggiamento dei tifosi: secondo un quotidiano i “tifosi borghesi” (che vuol dire?) hanno fischiato Boateng con l’Anderlecht, mentre la curva lo ha sostenuto.