‘Decibel’ Bellini risponde agli ultrà: «Non decido io sulla musica al San Paolo»
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutolunedì, 10 Settembre alle ore 01:39
Lo speaker su Facebook: «In tutta Europa ci sono canzoni prima delle partite. Restiamo uniti per amore della maglia»
NAPOLI – Dopo le polemiche scaturite da uno striscione a lui rivolto da parte degli ultrà del Napoli, lo speaker dello stadio San Paolo Daniele ‘Decibel’ Bellini ha deciso di dire la sua con un comunicato diffuso sul suo account Facebook. I supporter azzurri gli avevano contestato la diffusione a tutto volume di musica da discoteca nel momento in cui le squadre entrano sul campo di gioco, «coprendo» così i cori incitanti della curva.
«NON DECIDO IO» – «Vorrei chiarire – scrive Bellini nella nota – che allo stadio non ho alcun potere decisionale sui tempi e sui modi relativi alla musica che spesso é quella suggerita dagli stessi calciatori per il momento del riscaldamento. Mai in nessun modo io e le altre persone che lavorano allo stadio abbiamo pensato di mancare di rispetto a qualcuno, anzi, da sempre siamo attenti a tutte le manifestazioni dagli spalti in modo da abbassare tempestivamente il volume».
UNA CONSUETUDINE EUROPEA – Poi spiega: «Ovunque in Europa prima del match viene suonata della musica, vengono letti annunci, passate immagini sui maxischermi . Anche volendo adeguarci a tutti gli stadi d’Europa dove la musica viene “pompata” prima del match non potremmo comunque farlo dato che l’impianto audio e le limitazioni di legge non ci consentono di superare un certo volume (ci sono case tutto intorno lo stadio e molte proteste dei vicini). La musica negli stadi non è cominciata certo con noi; anzi, da moltissimi anni accompagna il riscaldamento dei campioni (ricorderete il video di Maradona che palleggia sulle note di “Live is Life”). Quando un domani non ci saremo più noi ci sarà comunque qualcuno che suonerà della musica e annuncerà i calciatori, perché, come ho già detto, non è una cosa decisa da me. Se ci sono delle novità allo stadio, queste non devono far paura. Bisogna guardare avanti, sempre orgogliosi e rispettosi del passato. Lo striscione allo stadio, come accade anche nella vita di tutti i giorni quando subiamo ingiustizie che non dipendono dal nostro operato, ha colpito solo un umile lavoratore che non può decidere cose che non sono di sua competenza».
«RESTIAMO UNITI» – Infine Bellini conclude: «Dobbiamo rimanere uniti contro gli attacchi che arrivano da altre città e altre tifoserie, non dividerci tra fratelli. Siamo Partenopei, uniti dall’amore per la maglia e per la nostra città».