Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutolunedì, 10 Settembre alle ore 01:35
Prima trasferta del Lecce in una categoria che non si viveva da tempo. Non abbiamo idea di come siano recepite le varie direttive, di come vengano interpretati i vari divieti, di come venga represso il tifo in questi “campi” di periferia.
E’ tutto nuovo anche per noi che il Lecce lo seguiamo lontano dal Via del Mare. Capiamo subito che le regole valide per la serie A lo sono anche per la legapro: tifosi leccesi, tesserati e non, tutti appassionatamente nel settore ospiti, poco importa il biglietto che si ha in mano. Non esistono prefiltraggi o tornelli, solo delle transenne a formare una sorta di corridoio che porta all’entrata del settore. Due steward fanno la guardia, uno addetto ai biglietti, uno alle perquisizioni. E’ il loro giorno di gloria, evidentemente poter mostrare il “potere“ ad una tifoseria abituata ai campi di serie A li inebria non poco, ed è soprattutto il “signore” addetto alle perquisizioni a salire in cattedra. Questo non entra, quello buttalo, alza le mani, fai un girotondo, fanne un altro.
Cominciano le prime rimostranze quando viene impedito l’ingresso delle bottigliette di acqua. Fa un gran caldo e dubitiamo che lo stadio del Cuneo abbia un bar dove poterci dissetare, ed infatti è stato quasi impossibile reperire da bere (solo qualche bicchiere o mezze bottigliette ogni tanto) tanto che nel secondo tempo addirittura i giocatori del Cuneo ci passavano l’acqua che avevano in panchina. Torniamo al nostro steward che imperterrito dimostra la sua conoscenza delle regole maroniani: NON SONO IO CHE FACCIO LE REGOLE, E LA REGOLA DICE CHE LE BOTTIGLIETTE NON ENTRANO. Fortunatamente però il caro signore deve aver letto il manuale del perfetto steward solo a metà, giacchè tutti gli striscioni vengono portati dentro (fra cui Lecce Senza Tessera e Trasferte Libere) senza che nessuno si preoccupi di controllarli.
Ci sono i ragazzi residenti nel Salento e senza tessera, a cui viene negato il biglietto, si parla con le forze dell’ordine, sono una ventina. Si chiede un minimo di comprensione ed elasticità per chi aveva fatto oltre 1000km solo per seguire la squadra del cuore. “Vediamo, aspettate” è la risposta delle forze dell’ordine. Si aspetta fuori, insieme a loro anche tanti residenti al nord che condividono i loro ideali e le loro battaglie, per altri tifosi giallorossi ” siamo solo quelli che fanno storie abbuecchiu” .
Si aspetta ma non si arriva ad una soluzione, si decide per un’altra tattica. Chi può, chi ha il biglietto entra nel campetto, forse vedendo che sono solo una ventina i ragazzi rimasti il buonsenso prevarrà. Pura illusione, dopo altri dieci minuti di attesa (nel frattempo il Lecce aveva segnato un goal che non avevamo potuto festeggiare) i residenti salentini vengono mandati via. La decisione è immediata: O TUTTI O NESSUNO. E così, chi già era entrato allo “stadio” decide di uscire, il settore ospiti si svuota in un attimo (a parte quella ventina di persone a cui importa più vedere una partita di calcio, che lottare per la propria libertà). Panico fra le forze dell’ordine, nel vedere una massa giallorossa uscire compatta dallo stadio, si schierano subito in formazine antisommossa pronti a respingere il nostro “attacco”. Ben presto si rendono conto che le nostre intenzioni non sono assolutamente violente, volevamo solo parlare ed incutere un pò di “saggezza” nelle menti di chi la legge deve farla rispettare per forza (quando conviene). Ci mettiamo a discutere con i signori preposti, capiamo subito che chi comanda il tutto è una donna (chissà perchè sono sempre le più “toste” ). Si parla, ci si spiega, momenti concitati, si cerca di far capire che si vuole solo cantare e tifare insieme, nient’altro.
La litania è sempre la stessa: La legge è legge (e qui avremmo da ridire) Si sapeva che i residenti senza tessera non possono entrare e quindi non dovevano partire, ma allora ci chiediamo perchè non tesserati con biglietti della Tribuna Monviso ci ritroviamo nel settore ospiti? La legge dice che non possiamo stare la. Dopo tanto discutere si arriva ad un compromesso, li faranno entrare nel secondo tempo (che senso abbia questa decisione non lo capiamo, ma l’accettiamo). Rientriamo nello stadio, e a dispetto di tutto quanto successo dopo 5 minuti vediamo tranquillamente entrare i tifosi salentini, per miracolo o per qualche intervento dall’alto, alla fine il buonsenso ha prevalso.
Finalmente possiamo cominciare a guardare la partita e a tifare. Il risultato è giù 1-1, e poco dopo Bogliacino segnerà il 2-1, almeno il goal della vittoria abbiamo potuto vederlo e festeggiarlo, TUTTI INSIEME.