venerdì, Maggio 17, 2024 Anno XXI


Accogliamo con favore l’invito di chi suggerisce per il post Milano un godimento prolungato, pieno e senza remore. In fin dei conti due settimane sono meglio di una e una goduria seria è profonda è aspicabile in luogo di una “godutina” prudente e compassata.

L’Inter, la prode Inter di Paperon Moratti e di Interceptor Tronchetti Provera, è stata sbriciolata da una Roma ancora lungi dall’essere lo squadrone che tremare il mondo fa….e se tanto ci da tanto, si addensano all’orizzonte motivi per godimenti futuri.

Quale possa essere infatti il pensiero del Mourinho de noantri, è stato chiaramente dimostrato che la natura non fa salti. Molte pagnotte ancora da sgranocchiare prima di raggiungere la grandezza dell’intuizione del Maestro boemo, al quale anche la curva interista ha dedicato un pensiero.

E se da una parte lo striscione pro Zeman, speso ahimè molto più in chiave anti-juventina che per convincimento, visto che negli ultimi anni anche gli strisciati nerazzurri ne hanno fatte di tutti i colori, almeno al Mister ha fatto piacere, ci è dispiaciuta l’indebita gazzarra che ha disturbato il minuto di silenzio per la scomparsa di un grande uomo, Padre Martini, come amava farsi chiamare il Cardinale ex Arcivescovo di Milano.

 

Siamo sicuri che forse la presenza dei gruppi avrebbe impedito questo scempio, ma siamo ancora costretti a misurarci con le norme liberticide legate alla tessera del tifoso che impediscono un ben più massiccio seguito in trasferta.

Il dato complessivamente più positivo della serata è stato il recupero di ruoli corretti, in un paese  rovinato da vent’anni di chiacchere e distintivi, di patacche ideologiche e di patacche televisive.

Fa quindi piacere ritrovare le persone nei ruoli giusti.

Zeman a fare il Maestro, il Capitano a fare il Campione extraterrestre, l’arbitro a fare la figura dello scarso, rosicone e in malafede..

Lo abbiamo detto e lo riconfermiamo. Repetite iuvant. Il problema principale quest’anno sarà proteggersi da una classe arbitrale livorosa e incompetente, asservita ai poteri forti del nord.

Durante Inter-Roma l’arbitro con il cognome che richiama rime infelici ne ha combinate di tutti i colori tanto da farci chiedere se fosse così sciocco da mostrare apertamente la sua malafede nell’applicazione difforme del regolamento in funzione del colore delle casacche dei giocatori.

A volte è meglio passare per ladri che per incompetenti, ma crediamo che il problema Bergonzi non se lo sia proprio posto.

 

Non ostante il trionfo usciamo ancora una volta dallo stadio degli strisciati azzurri, turlupinati.

 

Ci rimane il rammarico di aver perso un anno dietro sperimentazioni folli e seguendo giustificazioni fantasiose.

In fin dei conti il calcio è un gioco semplice che, soprattutto oggi, nel terzo millennio, mostra come inadeguato qualsiasi ricorso a nuove forme di Herrerismo istrionico.

Il Repetite iuvant è da applicare a poche altre cose.

La prima è che il lavoro paga. Pagano le sudate, pagano i gradoni, paga l’applicazione maniacale di un uomo capace di racchiudere le sue soddisfazioni  in un ghigno quanto gli altri esternano in maniera scomposta e maleducata.

La seconda è che Francesco Totti è il più grande calciatore che abbia mai indossato la maglia della Roma e che dovremmo a lui eterna riconoscenza per aver regalato alla città e ai suoi cittadini, è noto che può fregiarsi del titolo di cittadino romano solo chi tifa Roma, la sua straordinaria avventura sportiva fatta di serietà, attaccamento alla maglia, straordinario professionismo e generosità.

Che gli arbitri saranno come sempre la variabile impazzita. I sicari che incontreremo sulla strada che conduce alla nostra affermazione.

Finiamo questa breve nota con una dichiarazione di solidarietà a Mario Corsi e alla trasmissione “Te la do io Tokio” a cui è stata impedita la partecipazione alla Conferenza Stampa di Zeman.

Corederoma è stato più volte accusato di Marionismo attivo, ma noi non facciamo tifo per le radio o per i giornalisti.

Abbiamo certo prefenze per i coraggiosi e gli indipendenti nel pensiero mentre odiamo sorci e infami.

La censura è contemporaneamente  il più abietto dei modi per imbrigliare l’informazione e la testimonianza più fulgida della mancanza di argomenti, anche quando si discute di cose pseudo serie come il pallone.

Vorremmo che si riflettesse che a Roma si sta realizzando una concentrazione editoriale che non ha precedenti nella storia della nostra città. Dietro ci sono affari, politica, privatizzazioni, lavori pubblici e chi più ne ha più ne metta.

Proprio per questo e per questo proprio ora è fondamentale che la libertà di pensiero e di informazione sia garantita a tutti e al massimo livello.

Ad maiora.