Categorie Articoli by CdR Scritto da Petra mercoledì, 22 Ottobre alle ore 10:19
Si è puntato tutto sul pari, l’ics a reti bianche, il massimo raggiungibile per una Roma a pezzi. Purtroppo un calcio d’angolo nega questa ‘vittoria’ e ci fa tornare dalla terra britannica con zero punti in saccoccia e con l’ennesima vagonata di infortunati. Terzini bloccati, Riise e Cicinho non superano mai il centrocampo, centrocampo folto e l’unica speranza per battere un colpo in attacco e affidata al capitano. Tiri nello specchio zero, non per colpa di Totti che ancora una volta mostra il suo grande attaccamento alla maglia. La squadra è ferma, ognuno cerca di fare il suo piccolo compitino, senza un azzardo senza un sussulto. Pessima la prova degli esterni Taddei e Vucinic, davvero irriconoscibili. Opache le prove di De Rossi e Aquilani. I giallorossi non segnano da tre partite e questo non è per caso o per episodi come continua a dire il mister. JT, John Terry, ci nega anche la gioia di un risultato positivo dopo tanto penare. Una disattenzione e il difensore non ha perdonato. Certo di pericoli ne avevamo corsi pochi ma una squadra è grande quando trova lo spunto giusto al momento giusto. Reazione al gol nessuna, nel quarto d’ora finale la palla ha visto solo piedi blues. Non abbiamo proprio la forza, la carenza fisica e psicologica è palese per questo è stato giusto puntare allo zero a zero. Ma la fortuna non sta con noi in questo periodo, manco lei. Nel girone nulla è compromesso, ma a forza di dire che nulla è perduto si rischia di ritrovarsi nella incapacità di decidere il proprio destino. Degli infortuni ormai inutile parlarne. Neanche il tempo di rientrare che ci si riferma. Il ‘caso’ Juan diventa sempre più imbarazzante. Le sue presenze ormai sono inferiori a quelle del rumeno Cristal. I segnali che cercavamo, che aspettiamo dall’inizio stagione non ci sono ancora stati. Si teme ormai il peggio, non certo per la sconfitta londinese. Serpeggia a naso la rassegnazione, ossia la peggior cosa che possa capitare ad una squadra di calcio. Abituarsi alla sconfitta porta ad accettare la propria mediocrità, a convincersi di essere questo e non altro. La Roma dello scorso anno è morta ma non sepolta, per ora. O crediamo nei miracoli e quindi vedremo i nostri ‘eroi’ rialzarsi e correre, oppure inizieremo anche noi a pensare al futuro, alla prossima Roma che sarà. Sta ai giocatori decidere se trasformare questa stagione in un calvario infinito o in qualcosa di emozionante come lo è stato negli ultimi due anni.
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