venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


da Il Tempo – laroma24.it

James PallottaQuello che si sapeva, un po’ prima di quanto si pensasse. James Pallotta diventa il nuovo presidente della Roma, il 23° della storia, numero fortunato anche dalle sue parti. Raccoglie formalmente il testimone da Thomas DiBenedetto, ma nei fatti lo aveva tra le mani da diversi mesi. Subito dopo l’acquisizione del club da parte del consorzio Usa, è stato proprio il ricchissimo James a guidare le fila del «progetto», affidando ai suoi uomini di riferimento (l’ad Mark Pannes in primis) la ristrutturazione di una società tuttora in modalità «work in progress».

Sin dall’inizio si era pensato di nominare Pallotta presidente alla partenza della seconda stagione sportiva e così è stato. Una telefonata mattutina dall’America ha dato il via libera a una mossa che non era all’ordine del giorno del cda di ieri: i consiglieri, quasi tutti collegati in videoconferenza», hanno raccolto le dimissioni di DiBenedetto e votato all’unanimità l’elezione di Pallotta. Tom resta comunque nel cda e lascia anche il posto nel comitato esecutivo a Pannes, mentre Jim sale al vertice della piramide. «È un grandissimo onore – ha commentato dall’America Pallotta, atteso nella Capitale a ottobre – per me assumere la carica di presidente della Roma. Non esiste club più speciale al mondo e io accetto la responsabilità di esserne custode e guidarlo con grande senso di umiltà e determinazione per costruire un’organizzazione di livello vincente sotto tutti gli aspetti».

Una Roma sempre più grande, insomma, che sta per avvicinarsi in modo concreto al prossimo obiettivo: a inizio settembre, con lo sbarco di Pannes a Trigoria, verrà decisa di concerto con il Comune l’area dove costruire lo stadio. E se non fosse Tor Di Valle, zona che mette d’accordo un po’ tutti, sarebbe una grossa sorpresa. Intanto sta per essere lanciata per i piccoli azionisti la procedura per l’aumento di capitale (i 50 milioni della proprietà sono già in cassa grazie al finanziamento soci), un passaggio che a breve termine porterà all’uscita dalla Borsa.

E DiBenedetto? Non lascia, almeno per adesso, la Roma, «ringrazia con tutto il cuore i tifosi» e spiega che «con il completamento del processo di acquisizione del Club e di una nuova struttura manageriale è arrivato il tempo perché una nuova leadership porti la società a crescere ulteriormente». D’altronde l’impegno economico e di uomini messo in campo da Pallotta è stato superiore da subito. Anche il socio Unicredit ha accolto come positiva la notizia, proprio perché vede più coinvolto il cosiddetto «socio forte» nella gestione della Roma. Sempre ieri è stato rinnovato l’accordo di consulenza con la Raptor Accelerator di Mark Pannes e lo stesso ad giallorosso ha commentato con entusiasmo l’elezione di Pallotta, parlando di una «nuova era» iniziata ieri.

Intanto Baldini e Sabatini continuano a lavorare sul mercato. Il ds è volato a Milano per chiudere le ultime trattative. Sono stati riallacciati contatti con l’Eintracht per il terzino destro Jung su cui c’è anche il Napoli. Stekelenburg è stato tolto dal mercato ma il Tottenham non si arrende. Per il momento se ne va Bojan: si è trattato per tutta la notte il suo passaggio al Malaga via Barcellona con l’agente Lucci. Per la Roma un risparmio da quasi 3 milioni sull’ingaggio a cui potrebbero aggiungersene altri 5 se verrà rispettato l’accordo di un anno fa con il Barça, che prevedeva 17 milioni per il riscatto a fronte di una spesa di 12. Anche Borriello ha le valigie pronte: l’Inter si è fatta sotto e offre Julio Cesar in cambio ma la Roma aspetta Goicoechea. Su Osvaldo c’è la Juve ma non si tocca, Tallo viaggia verso Siena.

A. AUSTINI


da Gazzetta dello Sport – laroma24.it

Pallotta nuovo presidente della Roma: «Voglio costruire una società vincente»

Il presidente sa ballare ascoltando in cuffia la musica dei calciatori (anticonformista), il presidente sa tuffarsi in inverno in una piscina scoperta (coraggioso), il presidente sa di poter contare su un patrimonio personale di un miliardo di dollari (ricco), il presidente sa che non si investe a fondo perduto (oculato), il presidente sa di non aver più bisogno di avere uno che lo rappresenti ma — nel bene e nel male — da ora in poi sarà sua la faccia associata alla Roma. E allora possiamo dare ufficialmente il benvenuto a James Pallotta nel grande Barnum del pallone italiano. Da ieri, infatti, è lui il 23° massimo dirigente della storia giallorossa (Sacerdoti lo fu due volte), succedendo al malinconico Tom DiBenedetto, rimasto al vertice dal 27 settembre scorso, cioè meno di 11 mesi. Quanto basta però, dopo le sue apparizioni all’Olimpico, per crearsi una solida fama di non essere esattamente un portafortuna.

James & figli Il magnate statunitense, nato a Boston 54 anni fa ma di origini italiane (Poggio Nativo, in provincia di Rieti), ha fatto fortuna grazie ai fondi d’investimento e adesso la vulgata trigoriana lo vuole così innamorato della Roma da voler trasmettere la proprietà del club ai figli. In realtà il controllo sarebbe suddiviso ancora con gli altri tre partner della cordata Usa, cioè Ruane, D’Amore e lo stesso Di Benedetto. In realtà però dal 14 dicembre scorso, da quando cioè a DiBenedetto furono tolte tutte le deleghe operative, si è capito come il socio forte fosse solo lui. Ieri comunque, grazie a tre videoconferenze in simultanea, l’anima Usa e quella italiana si sono incontrate virtualmente per gestire la cerimonia degli addii (e dell’insediamento), a cui hanno preso parte anche l’a.d. Pannes e Fiorentino (UniCredit), oltre ai dirigenti giallorossi.

Sbarco ad ottobre «È un grandissimo onore questa carica — ha detto Pallotta —. Non esiste club più speciale al mondo e io accetto la responsabilità di esserne custode e guidarlo con grande senso di umiltà e determinazione per costruire una organizzazione vincente sotto tutti gli aspetti». DiBenedetto ha ringraziato il vicepresidente Tacopina per avergli proposto l’affare e il consigliere Baldissoni per averlo condotto in porto, «ma è arrivato il tempo perché una nuova leadership porti la società a crescere ulteriormente. Continuerò però a far parte della famiglia della Roma anche in futuro», In attesa che Pallotta torni a Roma (ad ottobre), l’a.d. Pannes ha specificato: «Le fondamenta per il successo sono state gettate per questa stagione e per il futuro». Vero, ma è possibile che a fine anno Pannes ceda il suo ruolo ad un altro uomo di fiducia di Pallotta, perché la Raptor (che ha rinnovato la sua consulenza col club) ha bisogno di lui negli Usa.

Baldini & Fair Play Durante il Cda, però, c’è stato spazio anche per la relazione sul mercato di Baldini. Il consiglio ha preso nota che occorrono circa 5 milioni perché il club ottemperi agli obblighi del fair play finanziario. Per questo, con Sabatini a Milano, si lavora sul fronte uscite (Borriello e Bojan: vedi altrove). Ma non è escluso anche un innesto difensivo last minute. D’altronde per una presidenza che nasce non sarebbe elegante presentarsi solo con giocatori con la valigia.

M. CECCHINI