mercoledì, Giugno 25, 2025 Anno XXI


L’altro giorno guardavamo il TG con mia figlia (premessa: sì, guarda la tv, e sì, guarda anche i tg, piuttosto che negargliela preferiamo fargliela guardare con noi a fare da mediatori, se richiesto, poiché la cosa sta funzionando non accetto critiche), ormai se non è la TAV, è in Spagna, in Grecia, a qualche conferenza, insomma non passa giorno senza che non si vedano immagini di cariche più o meno violente da parte delle Forze dell’Ordine, era solo questione di tempo perché ci facesse qualche domanda.

C’è da dire che noi non ci siamo mai limitati più di tanto con commenti e discussioni a immagini o notizie che ci colpivano particolarmente, fatto sta che l’altra sera giunse fatidica la domanda: “Ma i poliziotti sono cattivi?”
Attimo di panico, la mia esperienza ovviamente ne arriva da stadio e politica, e non è piacevole, lei stessa è stata perquisita alla tenera età di due anni e mezzo per uno di quegli eccessi di zelo che troppo spesso capitano in determinate situazioni, d’altra parte penso a una bambina di 4 anni che ha ancora fiducia nel mondo, a una bambina a cui può capitare di perdersi a una festa, in un supermercato o ai giardini e può individuare in una divisa un riferimento a cui chiedere aiuto, penso a un paio di amici di infanzia che hanno preso strade differenti dalle mie, con cui non condividiamo praticamente nulla da anni ma con cui tempo fa in privato ho toccato il discorso ed ho sentito onestà e fermezza, oltre all’amarezza di aver forse idealizzato un ruolo in cui si trovano ora intrappolati.
Le ho risposto con quanto credo, sono fermamente convinta che alcuni tipi di lavoro non debbano essere considerati come un mero scambio di prestazioni fisiche/mentali versus un corrispettivo in denaro. Alcuni lavori sono troppo importanti per essere fatti “tanto per” o per disoccupazione. Tutti i lavori di educazione e assistenza (medici, infermieri, educatori in genere e, dulcis in fundo, le Fdo) andrebbero svolti se non proprio come una missione, almeno con passione e con la consapevolezza di svolgere un compito più delicato di una commessa o dell’impiegato delle Poste (senza nulla togliere sia chiaro): chiaro che la frustrazione aumenta, ma almeno si sarà fatto un buon lavoro e soprattutto nessun danno. Il punto però è un altro, soprattutto un discorso molto più accessibile alla capacità di ragionamento di una bambina di quell’età: quando si indossa una divisa si ha, nell’immaginario collettivo almeno, autorità, fateci caso, quanta gente non dice nulla a macchine della Polizia in seconda fila, gli da la precedenza anche quando non l’hanno, se entrano in un bar per una semplice pausa c’è sempre qualcuno pronto ad offrirgli un caffè e così via. Le ho spiegato che quando si vive una situazione di presunta superiorità è facile approfittarsene, è facile che si pensi che l’impunità è dovuta, è facile trincerarsi dietro ai 1.200,00 euro al mese per poter dire/fare quel che si vuole, cosa che viene puntualmente rafforzata dalle varie sentenze che magari puniscono con apparente giustizia ma lasciano comunque questi individui liberi di continuare il proprio “lavoro”, ma anche che le divise con cui ha a che fare quotidianamente tipo il vigile all’uscita di scuola o il poliziotto di quartiere sono comunque persone a cui può chiedere aiuto in caso di problemi se non ci sono altri adulti di fiducia in vista, di girare sempre al largo quando li vede con casco e manganello perché in quel caso lì è pericoloso (ovvio che alla sua età non capiterà ma non si sa mai).
Il discorso potrebbe ampliarsi con il mancato licenziamento di chi si macchia di abusi, e non parlo solo di violenza contro manifestanti e tifosi, pensiamo anche a quanti vengono presi a spacciare, ricattare prostitute etc; si potrebbe parlare dello spirito di corpo “malato” che obbliga a tacere e ad uniformarsi anche a chi magari è contrario a certe porcherie, fino ad arrivare ad un discorso di ritorno della leva obbligatoria per evitare che i volontari siano in massima parte degli esaltati che godono nel prevaricare il prossimo.
Per dirle che comunque mamma e papà diffidano aprioristicamente da qualunque divisa aspettiamo ancora qualche anno.

Sportpeople

Per Corederoma
Paolo Nasuto