venerdì, Maggio 17, 2024 Anno XXI


da Il Messaggero – forzaroma.info

Zeman: «La mia rivincita»

Zdenek Zeman parla già da allenatore della Roma.

Zdenek Zeman«Per me questa avventura rappresenta tante cose, una rivincita e una nuova occasione. Sono uscito dalla Roma perché dovevo uscire. Sono uscito per un problema politico, non per il rendimento. Nel 1998, dopo lo scandalo (doping, ndr), la Roma ha perso più di venti punti per le decisioni di altri. Con venti punti in più, la squadra sarebbe stata competitiva. Continuando con me, l’anno dopo la Roma non avrebbe fatto meglio quindi è stato giusto cambiare».

E ancora. «Totti giocherà ancora in quel ruolo (attaccante di sinistra?, ndr)? Se dimostrerà di essere il più bravo, giocherà. Io ho sempre fatto giocare chi lo meritava, non per il nome. La carta d’identità non incide. Non mi piace lavorare solo con i giovani, ma con chi ha voglia di migliorarsi a qualsiasi età. Ho avuto tanti giovani che non avevano voglia di sacrificarsi e tanti campioni che s’impegnavano, che volevano crescere e imparare anche a trentaquattro anni. Ripeto, non decide l’età ma la voglia di prendere la professione sul serio e fare il meglio possibile. I miei allenamenti non sono duri: ci sono discipline in cui si lavora veramente, il calcio è un divertimento. Non so se guadagnerò meno di Luis Enrique: non mi interessa sapere quanto prendeva lo spagnolo», le sue parole a Sky. Intanto, l’incontro tra la Roma e Zeman per la firma del contratto ci sarà venerdì. E così per l’annuncio ufficiale, con la presentazione del tecnico, forse bisognerà aspettare la prossima settimana. Questo il calendario dei lavori sull’asse Roma-Pescara. Problemi? No, assicurano. Rispetto di alcune scadenze, se mai. Il faccia a faccia di lunedì tra il dg Franco Baldini e l’allenatore boemo ha portato ad un accordo di massima («Siamo a buon punto», ancora parole di Zeman): ieri ci sono stati altri contatti tra le parti per arrivare in fretta al nero su bianco ma, come detto lunedì dallo stesso Zeman, c’è bisogno di un altro incontro.

E ricordando che sabato a Pescara ci sarà il Memorial Franco Mancini, al quale il boemo tiene moltissimo per rispetto dell’amico scomparso, è ipotizzabile che il nuovo incontro sarà tra i dirigenti della Roma e un rappresentante di Zeman. «Per sapere il nome dell’allenatore, ci sarà bisogno di tre, quattro giorni», il virgolettato di lunedì del ds Walter Sabatini. Con i tempi, bene o male, ci siamo. Tra il club giallorosso e il boemo c’è ancora da limare la questione economica, ma la differenza tra l’offerta e la richiesta non appare enorme. Zeman – dopo l’incontro con Baldini – si sente già romanista (e l’ha ampiamente dimostrato con l’intervista di ieri) e per questo il Pescara si è immediatamente messo al lavoro, incontrando ieri Delio Rossi nello stesso albergo abruzzese che aveva ospitato il giorno prima la stretta di mano tra Baldini e Zeman.

La Roma vorrebbe legarsi con un contratto biennale, Zdenek da sempre firma per un anno: non sembra essere, questo, un ostacolo insormontabile se la Roma vuole davvero il boemo. E un accordo economico, se c’è la voglia di trovarlo, si trova. A cifre inferiori rispetto a quelle che figuravano nei mesi passati sul contratto di Luis Enrique. L’obiettivo comune di firmare c’è. La differenza, si dice, al momento è di 200 mila euro: facendo ognuno un passo verso l’altro, e aggiungendo tutta una serie di bonus, si dovrebbe arrivare all’accordo. Magari ad una cifra intorno al milione di euro netto come base. Complicato pensare che, dopo l’intervista di ieri, la Roma e Zeman non si mettano (più) d’accordo.

M. Ferretti


da Gazzetta dello Sport – forzaroma.info

Ecco come sarà la Roma di Zeman

La firma arriverà entro il weekend, poi Zeman sarà a tutti gli effetti il nuovo allenatore della Roma. Il boemo e Baldini si rivedranno in questi giorni per «limare» ogni aspetto,

mentre ieri la Roma ha avuto un ulteriore contatto con Villas Boas. Ma Zeman oggi condurrà l’ultimo allenamento a Pescara, dove sabato parteciperà al 1° Memorial Franco Mancini. E intanto ieri ha parlato da tecnico dei giallorossi. Così a SkySport: «Ho parlato con la società, penso che siamo a buon punto. Torno a Roma per tanti motivi ma non per rivincita: quando sono uscito dalla Roma dovevo farlo per un motivo politico». Il tecnico chiarisce: «Nel 1998 la squadra ha perso più di 20 punti per decisioni di altri, e con quei punti saremmo stati competitivi». Guardando al futuro, affronta la questione Totti: «Se dimostra che è il più bravo in quel ruolo, per me gioca sempre».(…)

Organico Ma come sarà la nuova Roma di Zeman? «Pjanic da interno è perfetto e Totti farà la punta centrale», ha detto Gigi Di Biagio, tecnico dell’Italia Under 20 ed ex pupillo del boemo. Sarà così, con Totti punta centrale e un attacco che a Zeman piace Bojan, Lamela, Borini e Osvaldo sono graditi, ma nel mirino c’è anche Destro. Il boemo cercherà rinforzi in difesa, almeno un paio di esterni dove la Roma a sinistra ha già preso Dodò, a destra resterà Rosi. Al centro Zeman ha chiesto Ogbonna ma la valutazione del Torino è alta, avrà quasi sicuramente Leandro Castan. Al Corinthians andranno 5 milioni, al giocatore che verrà da extracomunitario poco più di un milione a stagione. A centrocampo a Zeman piace Tachtsidis, il sogno è Verratti, ma il Pescara vuole 12 milioni, quasi tutti cash. Così è dura, anche perché Verratti giocherebbe dove c’è De Rossi.

Dall’Abruzzo Al Pescara non hanno perso la speranza. «Sapevamo da sei mesi che in caso di chiamata della Roma, sarebbe stata dura trattenere Zeman — ha detto il presidente Sebastiani — Non c’è ancora nulla di definitivo, anche se al 70% Zeman è già della Roma. Ci siamo dati tempo una settimana, ma se succederà qualcosa prima ci muoveremo di conseguenza». Per Sebastiani la prima scelta resta ancora Delio Rossi, ma ieri è stato contattato anche Bergodi.

A. Pugliese


da Il Tempo – forzaroma.info

Zeman: la mia rivincita

La prima scossa l’ha data alla Borsa, presto scopriremo gli effetti sulla campagna abbonamenti che verrà lanciata da domani. Il ritorno di Zeman accende la Roma: è bastata la notizia della sua firma imminente per un notevole sbalzo del titolo a Piazza Affari, schizzato ieri a 0,44 euro (+19,32%). In serata il boemo è uscito allo scoperto, lanciando i primi messaggi da romanista. «È vero, ho parlato con la società e penso che siamo a un buon punto». Per lui è una rivincita, dopo quell’esonero di tredici anni fa che non ha mai digerito. «Sono uscito dalla Roma – spiega il tecnico in un’intervista a Sky – in un periodo in cui dovevo farlo per un problema politico, non per il rendimento della squadra. Nel 1998, quando è uscito lo scandalo (il processo per doping alla Juventus nato dalle sue accuse, ndr), la Roma ha perso più di venti punti per le decisioni degli altri. Con venti punti in più sarebbe stata competitiva. Ma continuando con me non avrebbe fatto meglio l’anno doppo, quindi è stato giusto che abbia cambiato». Per iniziare la nuova avventura con la società giallorossa manca ormai solo la firma. Dopo la stretta di mano di lunedì a Carsoli con Baldini, ora è il turno di Sabatini, ieri a Milano per incontri di mercato (col Genoa si trattano Destro, Merkel, Granqvist) e pronto a incontrare il tecnico venerdì. (…)

Difficile pensare a intoppi, ma la chiacchierata è un passaggio necessario. Tutto il resto è in gran parte risolto: contratto di un anno in cui la Roma vuole inserire l’opzione di rinnovo per un’altra stagione, stipendio con base fissa intorno al milione di euro e una serie di premi, piena condivisione del «progetto». «Io non so quanto prendeva Luis Enrique – dice il boemo – e non mi interessa. Se ho superato Montella? Non conosco certe situazioni». A Pescara, intanto, cercano già il suo sostituto. «Se Zeman andrà via – conferma il presidente Sebastiani – non ci faremo trovare impreparati». La testa del boemo, che oggi dirigerà l’ultimo allenamento a Pescara, è tutta sulla Roma. E a Trigoria si ragiona come se lui fosse già l’allenatore. Una scelta «in continuità con il calcio di Luis Enrique» ha anticipato Sabatini. Vero, in buona parte: sono due tecnici che amano proporre un gioco offensivo, forgiare i giovani, imporre una severa cultura del lavoro. La differenza più netta è sul piano tattico: dal calcio «bizantino» e orizzontale dello spagnolo si tornerà alle verticalizzazioni improvvise. Cambierà anche la preparazione: tornano il «fondo» e i tanto temuti gradoni. «Si dice che i miei allenamenti siano molto duri – riconosce Zeman – ma il calcio è un divertimento. A me piace la gente che si vuole migliorare a 18 anni come a 30. È normale che un giovane abbia più motivazioni. Non è detto però che prenderemo solo ragazzi, nella mia carriera ho avuto anche campioni di trent’anni. Non decide l’età ma la voglia di cosa si fa». Zeman porterà con sé il vice Cangelosi, il preparatore Ferola e completerà lo staff con i collaboratori rimasti a Trigoria.

Con Baldini ha già accennato alle mosse di mercato, con Sabatini si andrà più nello specifico. I punti di partenza si chiamano Totti, De Rossi, Burdisso, Borini e Bojan. Il capitano non vede l’ora di rimettersi a fare il centravanti, ma il tecnico lo avverte: «Se dimostrerà di essere il più bravo in quel ruolo giocherà sempre. Si va in campo per merito non per nome, incide quello che si fa non la carta d’identità». De Rossi ha le caratteristiche giuste per il ruolo di regista, l’argentino Burdisso guiderà la difesa, Bojan e Borini sembrano nati per il gioco di «Sdengo». Lamela deve diventarlo: la Roma è convinta che l’allenatore si innamorerà di lui e aiuterà la sua crescita come fece quindici anni fa con Totti. Su Osvaldo il boemo si era già espresso ai tempi di Lecce dove lo portò, dopo averlo seguito nell’Atalanta, e lo fece giocare da attaccante esterno e probabilmente chiederà la sua conferma. Il grande nodo può essere Pjanic, un centrocampista che ama ricevere il pallone sui piedi piuttosto che inserirsi. Il bosniaco è inseguito dai migliori club d’Europa (…) ma la Roma punta forte su di lui e convincerà Zeman a trovargli una collocazione tattica adeguata. Verso la conferma Marquinho – che può fare anche il terzino e ha tutto quello che manca a Pjanic – mentre è in corso una riflessione su Gago in contemporanea con la trattativa sul prezzo col Real: il tecnico potrebbe bocciarlo e chiedere di acquistare un altro centrocampista. La difesa è un cantiere aperto. Dodò è il primo acquisto e ha ricominciato ad allenarsi con il pallone in Brasile: sarà pronto per il ritiro. Il secondo innesto sarà il centrale Castan: un emissario del club giallorosso ha chiuso la trattativa in Brasile (accordo col Corinthians per 5 milioni e stipendio di poco superiore al milione di euro), le smentite del giocatore sono strategiche. Tra gli altri già a Trigoria solo Rosi e Taddei sembrano adattabili al nuovo corso. Heinze e Josè Angel sono in partenza, Kjaer resta in bilico, Juan rischia di rimanere da indesiderato insieme a Borriello, Pizarro e Simplicio. Intanto Sabatini sta studiando un giovane: fino a venerdì è in prova al «Bernardini» Levente Csicsek, attaccante ungherese del ’96.

A. Austini