venerdì, Maggio 16, 2025 Anno XXI


Amnesty International bacchetta l’Italia e lo fa anche pensando al caso di Gabriele Sandri. Nella presentazione del cinquantesimo rapporto annuale che l’Organizzazione non governativa per la tutela dei diritti umani, tanti ancora gli aspetti che penalizzano il nostro paese.

Non solo il caso del giovane ucciso da un poliziotto mentre stava andando a una partita di calcio con gli amici, ma anche i rom e la mancanza di leggi specifiche che reprimano e puniscano i casi di tortura.

L’Italia dunque finisce sotto la lente di Amnety soprattutto per la carenza di leggi sulla tortura: si chiede che il governo Monti si adoperi al più presto per colmare questa lacuna che porta a pene inadeguate e spesso anche all’impunità per quanti commettono questo crimine, “in particolare quando si tratta di tortura psicologica o di maltrattamenti fisici che non lasciano segni“.

Si chiede dunque un intervento legislativo soprattutto per prevenire i maltrattamenti da parte delle forze di polizia e per “garantire indagini appropriate e, dove necessario, procedimenti giudiziari contro gli agenti coinvolti in violazioni dei diritti umani“.

L’esempio forse più noto è il caso di Stefano Cucchi, il giovane morto nel carcere di Regina Coeli per causa ancora mai chiarite, anche se il corpo mostrava segni di contusioni, attribuiti in un primo momento a “una caduta accidentale dalle scale“.

Il caso del giovane è esemplare, secondo Amnesty che ricorda a proposito di azioni di polizia anche la vicenda di Gabriele Sandri e la recente condanna dell’agente Spaccarotella per il suo omicidio.

La decisione della magistratura è la “conferma definitiva, sul piano giudiziario, di un grave episodio che chiama in causa le responsabilità delle forze di polizia italiane circa l’uso delle armi da fuoco e della forza“.

Non solo. Un altro punto dolente è la questione rom. Nel rapporto Amnesty parla di un rischio per le popolazioni nomadi e migranti in Italia. In particolare la comunità rom resta ad alto rischio di discriminazione “non appena sembra esserci bisogno di un capro espiatorio“.

“L’Emergenza Nomadi, con i suoi effetti discriminatori e il suo strascico di violazioni, deve finire davvero“, scrive l’organizzazione che chiede al governo di rinunciare al ricorso presentato alla Corte di Cassazione per impugnare la sentenza del Consiglio di Stato “sull’illegittimità dell’emergenza nomadi“.

Troppi episodi che raccontano delle persecuzione di cui sono protagonisti i rom: l’ultimo in ordine di tempo il caso Pescara, l’omicidio di Domenico Riganti, che, secondo Amnesty, dimostra come “la situazione rischia ancora di degenerare in pogrom contro i rom“. Senza dimenticare la caccia ai rom a Torino dopo la falsa denuncia di stupro da parte di una ragazza. Insomma, per l’Italia c’è ancora molto da fare in materia di diritti umani.

[Fonte: Fatti di Cronaca]

Per Corederoma
Paolo Nasuto