venerdì, Maggio 02, 2025 Anno XXI


Su quanto (non) successo ieri a Genova, scegliamo l’articolo riassuntivo de “La Padova Bene” a suo modo “riassuntivo” di tutte le amenità scritte e dette in giro. Il tentativo di delegittimazione era partito già da qualche giorno fa dopo gli arresti post 15 ottobre, la storia adesso continua: c’è una tessera, pardon una “fidelity card” da rilanciare, c’è l’intero mondo del calcio che deve ripulirsi la coscienza dopo “Scommessopoli” e la morte di Morosini.

Il calcio italiota oggi è sconvolto da quanto successo a Genova, durante la partita col Siena. Già da un pò la tifoseria rossoblù era sul piede di guerra, e la partita di oggi doveva rilanciare il vecchio Grifone, ormai sull’orlo del baratro pur con una rosa più che competitiva. Invece è arrivata una sconfitta, un’umiliante sconfitta, e di umiliazioni ne so qualcosa dopo lo 0-6 di sabato… Ad un certo punto un centinaio di tifosi si sono spostati sopra il tunnel che conduce agli spogliatoi tirando qualche fumogeno in campo, ed una decina sono saliti sopra il tunnel scavalcando la vetrata, per chiedere ai propri giocatori di finirla con quella pagliacciata e di togliersi una maglia storica, che non sono degni di portare. Ovviamente la partita è stata interrotta per circa quaranta minuti, dopodichè Sculli ha convinto i tifosi che era il caso di portare a termine l’incontro.

Apriti cielo! Da più parti si levano voci di dissenso, anche da parte di chi farebbe bene a tacere per decenza. Gli imbecilli che parlano di un calcio che a loro non appartiene (troppi in questo paese di poveri stupidi…) si sono svegliati dal sonno profondo e si sono accorti che il popolo delle curve è ancora vivo e vegeto, ma soprattutto che non è disposto a scendere a compromessi su ciò che sono i propri valori… Una squadra che prende una bastonata del genere, senza lottare, senza impegno, senza nemmeno l’orgoglio di cominciare a rompere gambe quando il passivo si sta facendo pesante, questi valori li infanga. Valori che sono la maglia, prima di tutto, e l’orgoglio della propria squadra, del proprio tifo e della propria città…

I soliti intellettuali da strapazzo mi diranno che il calcio è solo un gioco, che tutto ciò è da fuori di testa, che ci sono problemi più importanti per cui combattere. A me del loro parere non mi interessa un gran cazzo. Se per loro chiedere il rispetto della propria maglia ed obbligare dei mercenari a non indossarla è da fuori di testa, ben vengano i fuori di testa. Se per loro ci sono problemi più importanti per cui combattere, comincino a combattere invece di voler insegnare agli altri a vivere. Se per loro il mio parere è sbagliato, nessuno li obbliga a leggere questo sito…

Semplicemente: certa gentaglia (che abbiamo anche qui a Padova, purtroppo…) deve iniziare a capire che non si scherza con i sentimenti dei tifosi. Che non si infanga con la maglia. E, come tutte le cose, o si capiscono con le buone o si capiscono con le cattive. Gentaglia che fa un lavoro strapagato che per molti ragazzi sarebbe un sogno, e che nonostante tutto trovano modo di vendersi le partite e di farsi odiare con prestazioni da ufficio indagini, non hanno nessun diritto di fare le “povere vittime indifese”. Semplicemente, meritano tanti calci in culo, e bene fa qualsiasi tifoseria a mollarglieli!

Nel caso specifico di Marassi poi, non è successo assolutamente nulla di così violento e disdicevole. Solo una decina di tifosi che si sono arrampicati sul tunnel che da agli spogliatoi. E’ bastato per far sospendere la partita, certo, ma non venitemi a raccontare che sono stati gesti di “una violenza inaudita”, come leggo da più parti. Certo, quei tifosi pagheranno col Daspo, solo per aver detto “Basta!” alle pagliacciate dei propri giocatori. Diciamo pure che ciò che ha dato fastidio al mondo ipocrita del calcio, è il fatto che l’interruzione della partita di Marassi sia stata un danno sopratutto a livello televisivo. “The show must go on”, soprattutto in un’epoca in cui le televisioni in termini di introiti hanno da tempo sostituito il pubblico pagante ai botteghini, ed in cui si fa di tutto per tenere a casa il tifoso dallo stadio e per costringerlo ad abbonarsi a Sky e Mediaset Premium.

Mi fanno ridere poi i commenti degli addetti ai lavori. Mi fa ridere Preziosi che chiede la galera per quei ragazzi, quando il primo che dovrebbe stare in galera sarebbe lui, e basterebbe leggere il suo curriculum penale per rendersene conto (clicca qui). Sentire augurare la galera ad altri da uno che ha fatto strada nel calcio speculando e facendo fallire due società (Como e Saronno) e tentando di fare la stessa cosa a Genova (dove probabilmente non glielo lasciano fare, questo è il problema) fa ridere. Come fa ridere Petrucci che dice “Sulla maglia non si tratta” (clicca qui): CERTO CHE NON SI TRATTA, LA MAGLIA APPARTIENE AI TIFOSI! E SILENZIO! Ma anche Abete non si smentisce nella sua vena di comico: “Le leggi ci sono, basta applicarle…” (clicca qui), ignorando (del resto è un ignorante, nel senso che ignora molte cose…) che per i tifosi esiste già una giurisdizione “a parte” e che per loro le leggi vengono applicate eccome, senza sconti. Quando poi dice “Non sanno nemmeno cosa sia la maglia…” raggiunge il massimo: si è visto Juve-Roma di stasera, dove una squadra in maglia bianca ne affrontava una vestita di rosa-nero (infatti pareva di vedere Palermo-Messina)? Almeno evitassero di coprirsi di ridicolo…

Altri invece fanno piangere. Tipo Lotito, tanto per dirne uno, che dopo aver fatto mandare in galera gente con accuse inventate adesso vorrebbe insegnare al mondo del calcio come si tratta con i tifosi (Clicca qui). Il tutto detto da un personaggio che si fa fare le leggi su misura. E che dire di “Libano” Tommasi (clicca qui), tanto bravo a fare il prete quanto stronzo nella vita di tutti i giorni (come quando da giocatore rifiutava gli autografi ai ragazzini)? A me caro Tommasi, più che “schiavi degli ultrà” molti tuoi colleghi mi sembrano schiavi del proprio stile di vita ben al di sopra delle righe e completamente avulso da quella che dovrebbe essere la vita di un atleta. E lo si sta vedendo nella recente vicenda del calcio scommesse. Cosa stai facendo, un estremo tentativo di “ripulire” l’immagine dei tuoi associati scaricando le colpe sugli ultras?

Per l’Osservatorio del Viminale invece, provo tanta compassione: in due anni è già la seconda volta che una partita viene interrotta non per effettivi atti di violenza ma solo per una situazione di forte tensione. Era successo anche ad Italia-Serbia, dove bastò un uomo nemmeno troppo sveglio con un passamontagna ed un paio di tenaglie a tagliare la rete di protezione. Da tempo a Genova è in atto un vero e proprio braccio di ferro fra Questura, Comune e società (Genoa e Samp) a proposito della gestione di Marassi, e mi sembra evidente che nessuno della questura genovese voglia assumersi nessuna responsabilità per quanto succede dentro e nei dintorni di Marassi. Altro che “obiettivi condivisi”, è la dimostrazione dell’estrema distanza fra chi legifera (Molto spesso senza nemmeno sapere di cosa sta parlando) e chi dovrebbe applicare le leggi. Peccato che oggi al Viminale stiano seriamente pensando di rimuovere i vertici della Questura genovese dopo l’ennesima figura di merda (clicca qui). Sempre che non decidano di promuoverli come fecero a suo tempo con i responsabili del massacro della scuola Diaz. Il che, essendo in itaGlia, potrebbe anche succedere…

Ma il vero comico della giornata è Fabrizio Bocca, giornalaio di Repubblica, che propone di giocare tutte le partite a porte chiuse (clicca qui). Cosa dalla quale non siamo molto lontani, in itaGlia. Diciamo pure che sembra un tentativo di cavalcare la rabbia emotiva di Genova per lanciare un messaggio tanto caro ai “nuovi potenti” del calcio: le partite, meglio guardarle in tv. Per la gioia di Sky e Mediaset Premium. Niente di nuovo insomma, sono gli stessi discorsi che si fanno da trent’anni a questa parte. Spero almeno che Bocca qualche soldino extra lo prenda dalla gente per la quale sta facendo il “gioco”, altrimenti è proprio un pirla…

In conclusione, io sto con i genoani. Penso si fosse capito. Sono assolutamente solidale con loro e con la loro decisione di sospendere la farsa a cui stavano assistendo. Per me hanno semplicemente fatto bene. E se i signorini viziati che vanno in campo (ma anche i mafiosi che amministrano il calcio italiano e che oggi si augurano la galera per i tifosi) non vogliono avere problemi, faranno bene a fare il proprio dovere fino in fondo. Che non significa vincere le partite, ma sudare la maglia (che appartiene ai tifosi, lo ricordo ancora!) ed impegnarsi. Diversamente, che non si lamentino!

[Fonte: La Padova Bene]

Per Corederoma
Paolo Nasuto