giovedì, Maggio 02, 2024 Anno XXI


La via Cervese trasformata per 4 lunghissimi minuti in un campo di battaglia: tra macchine distrutte, spranghe, catene, bastoni e fuggi fuggi generale. Il derby della violenza è andato in scena ben prima del fischio d’inizio di Cesena-Bologna. Uno scontro “all’inglese”: lontano dallo stadio e molto prima dell’inizio della gara.

Scontri premeditati. Un atto premeditato tra frange estreme del tifo bianconero e rossoblù ha visto protagonista il tratto di Cervese che corre tra la rotatoria della zona industriale di via Bollana e il parcheggio del ristorante Ca’ Nori. Le indagini in corso, da parte dei responsabili dell’ordine pubblico e dei carabinieri di Cervia e Cesenatico intervenuti sul posto, vertono su una sorta di organizzazione che arrivava dai giorni precedenti. Ultras del Cesena e del Bologna che si sarebbero sentiti (via internet? al telefono?) e dati appuntamento per “regolare i conti”. Il tutto doveva avvenire quando ancora le forze di polizia non potevano essere a presidio dello stadio e del territorio: a mezzogiorno.

Bolognesi in ritardo… Dalle prime indiscrezioni raccolte nell’immediatezza dei fatti, lo scontro sarebbe dovuto andare in scena verso le 12, per un vero e proprio mezzogiorno di fuoco tra gruppi ultras rivali. Ma una novantina di tifosi rossoblù ha tardato all’appuntamento. Buona parte di loro, infatti, stava pranzando al ristorante Ca’ Nori di Montaletto mentre gli altri, a supporto dei primi, dovevano arrivare prima di pranzo, ma sono arrivati molto dopo. Gli ultras del Cesena invece avevano nascosto le auto nella zona industriale di via Bollana a Montaletto, a circa 500 metri dal ristorante in questione. Avvicinandosi dai campi (dove era originariamente fissato l’appuntamento con la rissa) pian piano alla via Cervese, man mano che il “ritardo” degli odiati “cugini” aumentava.

Più di duecento. Il clou poco prima delle 14: le auto in ripartenza dal ristorante e quelle arrivate dalla Riviera in direzione Cesena sono state bloccate da circa 120 ultras bianconeri che hanno invaso la Ss 71 bis Cervese. I rossoblù sono scesi dalle loro auto e si è scatenato l’inferno… Panchine che volavano, bastonate, colpi sferrati con spranghe e catene di grosse dimensioni. C’è chi dice di aver visto spuntare anche coltelli. Che comunque non sono stati ritrovati a terra dagli investigatori. Imprecisato il numero dei feriti. Anche perché nessuno ha rischiato di prendere un Daspo facendosi medicare all’ospedale di Cervia o al Bufalini di Cesena. Le armi utilizzate lasciano pensare però che in tanti abbiano riportato profonde contusioni e ferite di vario tipo.
A fronteggiarsi c’erano oltre 200 persone: più cesenati che bolognesi. In lontananza un carabiniere di Cervia che stava presidiando la rotatoria della zona artigianale, vista la scena ha chiamato subito i rinforzi. Quando numerose auto di carabinieri, polizia e municipale hanno raggiunto il punto della maxi-rissa, quasi tutti i protagonisti si erano dileguati. Fanno eccezione quattro bolognesi (due uomini e due donne), che hanno visto il loro Mitsubishi Pajero reso inservibile dai vetri distrutti e dalle portiere spaccate a colpi di spranga. L’auto è stata portata via da un carro attrezzi mentre loro sono stati accompagnati in caserma per le pratiche di identificazione e di denuncia del caso. Due bolognesi identificati. Differente il discorso per altri due rossoblù (entrambi sui 25 anni) che i carabinieri hanno bloccato. Erano fermi a fianco della propria Fiat Idea di colore grigio. Hanno riferito di aver perso le chiavi dell’auto scappando dalla furia degli ultras del Cesena. Per i militari è molto più probabile che le abbiano perse nella rissa. Di certo sono stati denunciati in stato di libertà: dovranno rispondere dell’accaduto in futuro davanti ad un giudice e saranno proposti per il daspo. Le forze dell’ordine intervenute hanno trovato abbandonati a terra (e poi repertato) decine tra bastoni, spranghe e catene, tutte lasciate sul campo dopo la furia dello scontro.

Corriere Romagna

Per Corederoma
Paolo Nasuto