giovedì, Maggio 01, 2025 Anno XXI


da romanews.eu

Questa mattina Rodrigo Taddei è ospite a Radio2 nella trasmissione “SuperMax” di Max Giusti. I tifosi giallorossi maggiorenni hanno l’opportunità di partecipare come pubblico alla diretta (dalle 11 alle 12.30): basta inviare una mail con i propri dati anagrafici a tifosi@asroma.it inserendo l’oggetto “Taddei a Radio2”. Di seguito le parole dell’ esterno brasiliano:

Rodrigo TaddeiDopo Totti, De Rossi e Perrotta sei una delle colonne di questa Roma. Ti sei trasferito in Italia dal Palmeiras, vieni da San Paolo, conosci Michel Telò?
“Sì!”.

A te piace la musica?
“Sì, mi piace molto la samba. Ascolto molta musica, ma la samba è quella che adoro di più”.

Sono sette anni che sei a Roma. Hai imparato qualche parola?
“Ahò! (ride, ndr). Nello spogliatoglio poi abbiamo due giocatori romani come Totti e De Rossi. Quale parole ho imparato di più? Le parolacce…”.

Tu hai origini italiane. Potresti giocare con la Nazionale.
“Sì, i miei bisnonni erano originari di Perugia e Torino. Il discorso della Nazionale italiana è uscito spesso, ma ho preferito aspettare la convocazione della mia Nazionale. Ora che sono fidanzato con una ragazza romana ho cambiato un po’ idea”.

Che ne pensi delle trasmissioni sportive italiane?
“Sono modi di fare in tv e radio molto stravaganti. Ognuno ha la propria personalità”.

E’ vero che ti alleni anche dentro casa?
“Sì, è una cosa che fanno in tanti. Ogni tanto vado su youtube per vedere qualche numero e cerco di impararlo anche io. Se ho mai rotto un vetro? Ancora no, mi alleno con la palla di spugna (ride, ndr)”.

Fino a qualche anno fa, per un giocatore era conveniente venire a giocare in Europa. Ora il Brasile è cresciuto molto e sta organizzando anche un Mondiale. Per un giovane brasiliano è ancora conveniente venire a giocare in Europa?
“Penso che il Brasile è cresciuto molto. Però l’Europa è ancora un passo avanti. Secondo me sì, è conveniente venire in Europa”.

Il gol più importante?
“Quello contro il Real Madrid in Champions League. Il giorno prima del mio compleanno. Mi sono fatto questo regalo”.

E il più bello?
Tre anni fa contro il Cagliari. Cross di Panucci e l’ho messa sotto l’incrocio in rovesciata”.

E lo hai rivisto?
“Rivedo tutto, anche i gol di stinco!”.

Che consiglio dai ai ragazzi che vogliono diventare calciatori?
“Non mollare mai. Si trovano ostacoli tutti i giorni. Soprattutto è necessario mantenere l’umiltà, non dimenticare le proprie fondamenta, la famiglia e gli amici”.

Lo scherzo più bello che hai visto fare?
“A Siena: uno dei portieri aveva preso la macchina dell’altro portiere e l’ha parcheggiata al centro del campo, riempiendola di palloni”.

Tu hai giocato in molti ruoli. Come gestisci questa tua duttilità?
“Io ho la fortuna di avere la capacità di giocare in molti ruoli. Addiritura in Brasile ho giocato anche il porta. Ho preso gol su rigore, ma lo ha calciato Romario!”.

Ti è accaduto di dispiacerti per la cessione di qualche giocatore?
“E’ accaduto poco tempo fa con J.Sergio quando è andato a Lecce. E’ un grande amico e mi è dispiaciuto che andasse via. Ora è infortunato e gli faccio i miei auguri per una pronta guarigione”.

E Adriano?
“Quello che è dentro il campo lo conoscete. Non conoscete quello che è fuori: è un ragazzo d’oro”.

(Inizia la parodia di Adriano intepretato da Max Giusti)

“(Ride,ndr) Adri, ridammi le chiavi di casa!”.

Lo conosci Stramaccioni?
“Personalmente no”.

E’ strano avere un allenatore così giovane?
“E’ difficile, dipende da come si comportano i giocatori. Noi abbiamo un preparatore di 25 anni che è molto rispettato”.

Avendo i Mondiali in casa, i tifosi hanno molte aspettative. Ti piacerebbe partecipare?
“Eh sì, e se le cose vanno male scappo in Italia!”.

Il tuo primo allenatore alla Roma?
“Spalletti”.

Un aggettivo per lui?
“Matto”.

Per Ranieri?
“Un signore”.

E Luis Enrique?
“Un motivatore”.

La tua giornata ideale quando non ti alleni?
“Porto a spasso il cane, sto con la mia fidanzata…”

Dove abiti?
“All’Eur”.

Ma tu sei uno di quei brasiliani affezionato solo alla cucina brasiliana?
“No, mangio sempre italiano. La cucina brasiliana la mangio quando c’è mia madre”.

Molti ragazzi in Brasile vedono nel calcio una via d’uscita e una possibilità di riscatto per tutta la famiglia. Che consiglio daresti per non farli cadere in situazioni sbagliate?
“Non è facile, anche io sono stato vittima di un procuratore fasullo, a Siena, per fortuna ho conosciuto Alessandro Lucci, il mio attuale procuratore. Se non era per lui, non so cosa sarebbe stato della mia carriera. Purtroppo succede spesso: per un ragazzo della favela è difficile non cadere in tentazione, perchè spesso non hanno il sostegno della famiglia. Resta molto difficile non cascarci, tanti si perdono così. I calciatori crescono giocando per strada. I procuratori seri sono molti pochi nel calcio, dove girano molti interessi”.

Il tuo futuro come lo immagini?
“Nella Roma, spero di giocare fino a 37 anni ad un certo livello… se loro mi accettano. Io sto benissimo e spero di finire la carriera nella Roma. Poi nel calcio non si sa mai. Dopo vorrei diventare allenatore dei bambini, perché sono la cosa più pura che c’è, giocano per passione e non pensano ai soldi”.