venerdì, Luglio 04, 2025 Anno XXI


da repubblica.it

Stadio OlimpicoE’ vero, gli stadi sono sempre quasi vuoti, salvo eccezioni. Ma questo, si sa, è un problema antico, di non facile soluzione soprattutto in tempi di crisi. Ma il nostro calcio piace, e “tira” sempre più. In italia (ascolti tv in crescita), come all’estero. La Lega di serie A, che si sta dando finalmente un nuovo assetto dirigenziale (vedi Spy Calcio del 10 marzo), ha appena chiuso il contratto per il pallone (Nike) e sta rinnovando con la Tim quello per il campionato per altre tre stagioni. Complessivamente, entrano in cassa circa 30 milioni l’anno. Che adesso potrebbero triplicare, o addirittura quadruplicare, non appena verrà varato il progetto già pronto e che riguarda altri ricavi non televisivi. Fra questi, ecco la novità, c’è anche il videogame della serie A. Che potrebbe avere un grande successo, così come lo ha quello della Fifa. Il problema, semmai, è come dividere questi nuovi introiti: i club medio-piccoli hanno proposto alle grandi di suggerire loro un criterio che possa andare bene a tutti. Inoltre un’altra commissione di Lega sta lavorando per la suddivisione della “torta” più consistente, quella dei diritti tv dal 2012 al 2015. Qui balla quasi un miliardo a stagione, e la legge Melandri mette i club di fronte a nuovi criteri di ripartizione (senza dimenticare una parte uguale per tutti). La Lega di A inoltre deve ancora chiudere per i diritti tv in chiaro del campionato e quelli della Coppa Italia: per gli highlights verrà rifatto il bando in settimana (ci sono stati problemi tecnici), il cda Rai pare pronto a fare un’offerta per salvare Novantesimo e Domenica Sportiva. Per quando riguarda la Coppa Italia invece il bando uscirà a fine mese: la Lega vuole più dei 15 milioni di euro attuali. Oltre alla Rai, che detiene i diritti e fa ottimi ascolti, in corsa potrebbero esserci anche Mediaset e Sky. Insomma, i nostri club indebitati (ma all’estero, Germania esclusa, è peggio) puntano sempre più a nuovi e più consistenti ricavi. Non è certo un calcio in crisi, anche se, purtroppo, le scommesse lasceranno stavolta strascichi pesantissimi…

Lega Pro: addio tessera del tifoso e stadi senza barriere
La “macchina” è partita e sarà difficile fermarla: la Lega Pro arriverà il più presto possibile a soli 60 club. Trenta in meno del format originario: ma non c’era altra soluzione, se si vuole ripulire un ambiente, in modo che i club paghino gli stipendi o, peggio ancora, non falliscano più a campionato in corso. Il presidente Mario Macalli e il suo staff agguerrito, fra cui il dg Francesco Ghirelli, ha avuto il pieno appoggio di Giancarlo Abete, presidente della Figc: e questo è un passaggio decisivo, che risolve anche i contrasti che c’erano stati sinora fra Lega Pro e Aic, sindacato calciatori (vedi Spy Calcio del 5 marzo) . Non si sa esattamente quando sarà a regime il sistema con 60 club, forse già la prossima stagione se fra crisi economica e calcio scommesse dovessero decimare i club. L’importante, in futuro, è avere organici ridotti ma sani. La Lega Pro, come noto, è anche all’avanguardia nel sistema di controllo sulle scommesse, un modo per tenere sotto tiro i calciatori che, come si è visto, in qualche caso si lasciano facilmente convincere a “taroccare” la partite (non solo a scommettere, che già è reato). Inoltre la Lega Pro sta mettendo mano anche alla situazione degli stadi: dal prossimo anno, addio alla tessera dei tifosi. Già il nome non piaceva molti. Ora si chiamerà fidelity card: darà la possibilità di averla al massimo in 30 giorni e si potrà andare in qualsiasi stadio. Non sarà più un business per le banche e faciliterà anche le trasferte. Inoltre la Lega Pro sta individuando due stadi dove verranno abbattute le barriere: un segnale importante. Che si può, e si deve.

Fulvio Bianchi