Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutovenerdì, 2 Marzo alle ore 02:52
La manifestazione si è poi conclusa davanti allo stadio comunale, luogo simbolo di un’altra battaglia, dove si è tenuto un incontro con «l’avvocato dei tifosi» Giovanni Adami. «Teramo non si tessera», questo lo slogan scritto sullo striscione che ha aperto il corteo partito alle 17 da piazza Madonna delle Grazie. Scortati dalla forze dell’ordine i «ragazzi della Est» si sono mossi lungo corso De Michetti tra fumogeni e intonando cori già sentiti la domenica allo stadio. Il più bersagliato è stato l’ex ministro Maroni, ideatore della tessera ma non sono mancati riferimenti agli ultras scomparsi e inni per lo stadio comunale. Il gruppo si è poi spostato verso piazza Martiri luogo solitamente affollato il sabato pomeriggio. E’ qui infatti che, utilizzando il megafono, si è svolto un piccolo comizio nel quale gli ultras hanno invitato ai teramani ad appoggiarli nella loro lotta. «La nostra non è una manifestazione violenta» hanno, poi, ripetuto più volte indicando le forze dell’ordine che, secondo loro, erano presenti in maniera sproporzionata. Diverse sono le accuse mosse nei confronti del tanto contestato provvedimento. La tessera, al momento, non entrata totalmente in vigore ma, secondo gli organizzatori, «già sta portando allo svuotamento degli stadi che stanno diventando solo luoghi per fare affari». Una vera e propria «schedatura di massa» destinanta a chiunque voglia mettere piede in un impianto sportivo. La manifestazione si è conclusa sotto la curva est simbolo del vecchio stadio comunale. Qui si è tenuto un sit in dove è interventuo l’avvocato Adami che da tempo appoggia le istanze delle tifoserie italiane e che ha già fatto visita ad oltre 70 gruppi ultras in tutta Italia.