sabato, Luglio 27, 2024 Anno XXI


CAGLIARI. Che vinca, perda o pareggi, ormai a far notizia non è più il risultato dei rossoblù ma il degrado dello stadio in cui gli uomini di Ballardini disputano le partite. «Meglio giocare in trasferta che in casa, almeno fuori vengono più tifosi», ha dichiarato domenica con amarezza il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, al termine della partita persa contro il Lecce. Il dibattito sul Sant’Elia, struttura di proprietà del Comune, si protrae stancamente ormai da diversi anni, ma solo ultimamente il problema ha cominciato ad assumere proporzioni allarmanti. Un impianto vecchio, abbandonato, fatiscente e di cui si conoscono solo in parte le reali condizioni in cui versa. Se le fredde gradinate in tubi Innocenti, poste sopra la pista d’atletica, sono motivo di vergogna per i tifosi rossoblù agli occhi della serie A, solo gli addetti ai lavori possono ammirare anche le rovine dei corridoi. Crepe sui muri, fili scoperti, pozzanghere, uscite di sicurezza non esattamente a norma, oggetti di ogni tipo abbandonati lungo il tragitto, tra cui borsoni, scatole, armadi scardinati e persino elettrodomestici. Così il Sant’Elia accoglie i cronisti di tutta Italia nel tunnel che conduce dalla tribuna alla sala stampa (clicca sulla foto a lato per ingrandirla).

In parallelo procede a passi da lumaca il progetto per il nuovo Karalis Arena, su cui la procura di Cagliari ha avviato nei giorni scorsi un’inchiesta a carico di Cellino per tentata estorsione e abuso d’ufficio.

Un incubo, quello del Sant’Elia, iniziato poco più di un mese fa: stadio inagibile nei settori Distinti e Curva Sud per la gara del 22 gennaio contro la Fiorentina. Disagi inevitabili per gli abbonati e atmosfera surreale con metà degli spalti completamente deserti. Uno scenario reso ancor più deprimente dall’assenza di cori a sostegno della squadra per via dello sciopero del tifo organizzato contro la tessera del tifoso voluta dall’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni. La partita successiva, quella contro la Roma in notturna, resta in forse fino all’ultimo ed è preceduta da una serie infinita di indiscrezioni: tra disputarla a porte chiuse e anticiparla al pomeriggio, alla fine il Prefetto opta ancora una volta per l’inagibilità dei due settori fatiscenti. Decisione confermata anche per le sfide con Palermo e Lecce.

In quest’ultima occasione i tifosi hanno manifestato il loro disappunto inscenando una pañolada, celebre gesto di protesta diffuso in Spagna, che consiste nello sventolio di fazzoletti bianchi. Al Sant’Elia però i foulard erano neri. Con due striscioni collocati nel settore Distinti, i supporter rossoblù spiegano a chiare lettere la loro richiesta e il loro stato d’animo: “Stadio nuovo subito”, dice uno, “Profondo sdegno per un stadio indegno”, recita l’altro.

fonte: sassarinotizie.com

foto: Alessandro Garau

Per Corederoma
Paolo Nasuto