giovedì, Luglio 03, 2025 Anno XXI


da repubblica.it

Il tecnico presenta via fax le dimissioni, Lotito le respinge e poi litiga con l’allenatore che decide di guidare la squadra nella partita di Europa League a Madrid. Situazione grottesca. La scelta di lasciare dopo l’ultimo diverbio con il presidente e il ds Tare. Contestate all’allenatore alcune scelte di formazione e i continui riferimenti al fallimentare mercato di gennaio. La squadra potrebbe essere affidata al duo Crialesi-Inzaghi

Edoardo RejaLazio nel caos più totale. Edy Reja ha presentato le dimissioni ma ha deciso ugualmente di guidare la squadra a Madrid nel ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League (andata 3-1 per l’Atletico). Nessun ripensamento da parte del tecnico, ormai convinto di chiudere la sua esperienza in biancoceleste. La scelta di salire sull’aereo che sta portando la squadra in Spagna, è legata più che altro a questioni legali. Il presidente Lotito avrebbe ‘minacciato’ il tecnico di un’azione nei suoi confronti sulla tempestiva dell’annuncio di dimissioni.

Reja infatti ha preannunciato la sua decisione inviando un fax alla società intorno alle 13, quando i giocatori erano a pranzo e si stavano ultimando i preparativi per la trasferta a Madrid. La decisione del tecnico goriziano è maturata dopo la litigata di ieri a Formello nel vertice con Tare e il presidente Lotito. I dirigenti avrebbero contestato al tecnico le discutibili, per loro, scelte di formazione di Palermo e i continui riferimenti al fallimentare mercato di gennaio.

Il presidente Lotito appreso la notizia delle dimissioni di Reja si è precipitato a Formello per tentare di ricomporre la frattura e convincere il tecnico, per la seconda volta in questa stagione, a tornare sui suoi passi. Aspro il confronto, da un lato Lotito deciso a respingere le dimissioni, dall’altro Reja, irremovibile sulla sua posizione di lasciare. Alla fine il tecnico ha deciso comunque di guidare la Lazio a Madrid in quella che quasi sicuramente sarà la sua ultima partita da allenatore biancoceleste.

GIULIO CARDONE e ALBERTO ABBATE