giovedì, Luglio 03, 2025 Anno XXI


ISOLA DEL GIGLIO – In attesa di notizie in arrivo dalla Toscana, la madre di Daiana, la bimba riminese di 5 anni dispersa insieme al padre, William Arlotti di 36 anni, nel naufragio della Costa Concordia, si trincera dietro un silenzio carico di angoscia.
Disperata. «Non vorrei parlare adesso – declina gentilmente al telefono Susy Albertini, 28 anni, ex moglie di Arlotti -: sono disperata. Non voglio parlare, ora, non so proprio dove sbattere la testa». Padre e figlia erano saliti a bordo della nave da crociera insieme alla fidanzata dell’uomo, Michela Maroncelli, 32 anni. La giovane, salvata dal naufragio di venerdì, ha fatto ritorno a casa ieri a Villa Verucchio, nell’entroterra riminese. Quella dell’Isola del Giglio, ha commentato ai microfoni di una radio locale, Radio Icaro, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, è «una tragedia davvero brutta, per come è avvenuta. In questi momenti possiamo solo stringerci intorno alla famiglia».
«La bimba è scivolata, il babbo con lei». Un passaggio da un ponte all’altro della Costa Concordia naufragata venerdì al largo dell’Isola del Giglio, la bimba «che è scivolata» nel corridoio che si inclinava «e il babbo dietro». Così Sabrina Ottaviani, cugina di Arlotti, racconta i momenti drammatici vissuti dai suoi familiari sulla nave da crociera. La dinamica «è quella che ci ha raccontato la ragazza di mio cugino», Michela Maroncelli, 32 anni, tornata ieri a casa a Villa Verucchio, nell’entroterra riminese. «Sono andati avanti e indietro: tutti e tre erano dalla parte dove la gente si è salvata, poi li hanno fatti andare dall’altra, quella che poi ha iniziato a inclinarsi. Se ne sono accorti e sono tornati indietro: la bimba è scivolata, il babbo con lei, la fidanzata era qualche passo avanti ed è riuscita a salire sul secondo ponte» e, così, a raggiungere una scialuppa.
Preoccupazione. «Non abbiamo alcuna nuova informazione – aggiunge Sabrina Ottaviani che, insieme alla madre di Arlotti, si era recata in Toscana -: hanno interrotto le ricerche. Guardiamo la televisione». Ad aggiungere preoccupazione, anche le condizioni di salute di Arlotti: «Mio cugino – sottolinea – è diabetico. Tre-quattro anni fa ha subito un trapianto di due organi. Deve prendere farmaci salvavita diverse volte al giorno. Sulla nave c’era una farmacia».

William Arlotti è (o era, nel senso che non so se negli ultimi tempi frequentasse ancora lo stadio) un ultras del Cesena. Non l’ho mai conosciuto di persona, ci ho parlato solo qualche volta per telefono e via lettera: negli anni ’90 lui scambiava foto e negativi (quando ancora non esisteva la tecnologia digitale) di gruppi ospiti in trasferta a Cesena con foto e negativi dei cesenati in trasferta. Quelle poche volte che ci ho parlato mi sono bastate per rendermi conto di aver a che fare con un tipo abbastanza particolare. E mi piace ricordarlo così, come era per telefono…

In questi giorni abbiamo visto la perfetta metafora dell’itaGlia: la barca che affonda ed il capitano che pensa a mettersi in salvo ed a pararsi il culo. Direi che Schettino, sentite anche le sue prime dichiarazioni, ha davanti una carriera politica di tutto rispetto in questo paese! Purtroppo in larga maggioranza gli italiani sono un popolo di vigliacchi, ed il palco casca in ogni occasione…

Ciao William, la vita è proprio una merda, ma è meglio sempre riderle in faccia…

“Porta in alto la mano, saluta il tuo capitano, fuggo via col barchino sono il Capitan Schettino! Un passo avanti ondeggiando, un’altro indietro affondando, fuggo via col barchino sono il Capitan Schettino!”

LaPadovaBene

Per Corederoma
Paolo Nasuto