giovedì, Luglio 17, 2025 Anno XXI


Pippo Russo per il Riformista: Una galleria di personaggi che sembra fatta apposta per mostrarci come il mondo del calcio abbia eletto l’eccesso a propria misura. Un campionario di comportamenti che al confronto le sceneggiature da cinepanettone sembrano firmate da Tarkovskij. Stiamo parlando dei protagonisti dell’ultimo Calcioscommesse all’italiana, delle loro azioni e delle conversazioni telefoniche cui davano vita. Uno spaccato impietoso sul national pastime italiano e i suoi idoli. Ne abbiamo selezionati alcuni, quelli che abbiamo ritenuto più rappresentativi.

Carlo Gervasoni – “Un pentito lui? Non mi pare. Ha riferito su cose che non poteva negare”. Così Roberto Di Martino, il pubblico ministero di Cremona che conduce l’inchiesta, a proposito dell’uomo che è stato un globetrotter della combine e ora ha deciso di collaborare con la giustizia. Dovunque è andato ha aggiustato partite: Mantova, Albinoleffe, Cremonese, Piacenza. Era in campo durante quel Cremonese-Paganese che aveva visto i giocatori di casa rientrare in campo dall’intervallo rimbambiti. Causa sonnifero nel tè versato dal portiere Paoloni, secondo l’accusa. Per quel motivo Gervasoni fu pure protagonista d’un tamponamento in auto mentre tornava a casa. Da giocatore del Mantova fu protagonista di un salvataggio sulla linea a Brescia in una partita che doveva finire con punteggio over. Punteggio saltato a causa di quel salvataggio. “Ma lo sa che rischia la vita?” dissero di lui al telefono due ceffi della banda di Singapore. Lui, sempre al telefono, si giustificò: “L’ho fatto d’istinto, e poi credevo che la palla fosse già entrata”. Un genio.

Marco Paoloni – Portiere, ex promessa della Roma, rovinato dalle scommesse. Sarebbe stato lui a versare il “Minias” nel tè durante l’intervallo di Cremonese-Paganese. Circostanza negata fieramente. Era entrato in un gorgo di scommesse&debiti dal quale non veniva più fuori, e spesso millantava partite aggiustate per provare a rifarsi. In questo meccanismo rientra l’azzardo su Inter-Lecce, per la quale gli scommettitori indonesiani puntano sull’over e invece finisce 1-0. Da quel momento la vita per lui si fa durissima. A gennaio 2011 passa dalla Cremonese al Benevento, col risultato di tirare nei casini due club anziché uno. A ogni modo, per dubitare di lui non era necessario arrivare alle intercettazioni: basta rivedere cosa combinò per far segnare il 2-2 agli ospiti in Cremonese-Spezia per togliere ogni residuo dubbio.

Alessandro Zamperini – Sulle prime, leggendo i nomi, si pensò a un refuso e il sobbalzo seguì d’ordinanza. E invece era proprio Zamperini, con la ‘e’. E lì subito l’interrogativo: e chicazzé? In effetti il suo curriculum calcistico l’ha fatto passare quasi inosservato. Però il tipo è belloccio assai, e questo è il motivo che origina uno degli episodi grazie ai quali finisce agli onori delle cronache: il flirt estivo a Formentera con Nicole Minetti, addetta agli affari orali del Cavaliere. L’altro motivo è la tentata corruzione di Simone Farina, centrocampista del Gubbio nonché suo ex compagno nelle giovanili della Roma. Quello non ci sta e denuncia. E così la nazione intera scopre che un certo Alessandro Zamperini giocava a pallone da professionista.

Doni&Santoni – Una delle due ditte di questo calcio scommesse, soci in un bagno di Cervia che presto verrà ribattezzato “I figli della sòla”. Sono i protagonisti della telefonata in stile Fantozzi che è diventata il simbolo dell’inchiesta. Doni, capitano dell’Atalanta, era già incappato in un’inchiesta sul calcio scommesse nel 2000. L’aveva scampata, e dopo allora esultava “a crapa olta” dopo ogni gol. Nega di aver provato a scappare in mutande davanti ai poliziotti giunti a casa per arrestarlo. Di sicuro è scappato da Bergamo, e meglio per lui se non ci rimette piede. Santoni, a sua volta, voleva che l’amico gli pagasse l’avvocato. E intanto si divertiva a spararla grossa sui calciatori della nazionale “malati di scommesse”. Uomini veri.

Signori&Sartor – L’altra ditta. Uno arrestato a giugno, l’altro a dicembre. Signori, nel giorno dell’arresto a giugno, disse ai cronisti: “Abbiate pietà”. Poi tenne una conferenza stampa in lacrime per dire che contro di lui non c’era una sola intercettazione. Ahilui, sarebbero arrivate. Sartor è l’unico degli arrestati a essersi avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip. In Svizzera sono stati scoperti conti cifrati che risalgono a loro. “Conti sì, cifrati no” precisò l’avvocato di Sartor dopo l’interrogatorio pre-natalizio. Aggiungendo poi: “Se il mio cliente passerà Natale a casa? Lui non so, io sì”. Mitico.

Vittorio Micolucci – Il primo pentito del calcio, ma davvero. La collaborazione con la giustizia sportiva gli ha permesso di limitare a 14 mesi la squalifica. E chissà se alla scadenza del termine gli sarà possibile ricominciare col pallone.

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Per Corederoma
Paolo Nasuto