giovedì, Maggio 15, 2025 Anno XXI


CREMONA – Ecco una selezione dei documenti più rilevanti allegati all’ordinanza di cattura eseguita nei confronti di Doni & co. prima di Natale.

I sospetti sulla Lazio La Lazio era finita al centro del primo interrogatorio di Alessandro Zamperini (un calciatore emissario del gruppo degli “Zingari”) per via della sua presenza a Lecce nei giorni della partita “sospetta” Lecce-Lazio 2-4. Adesso i riflettori tornano ad accendersi nuovamente sui biancocelesti. Stavolta la partita è Lazio-Genoa 4-2, disputata il 14 maggio. A parlarne come di una gara taroccata è stato ieri un altro degli arrestati, Gervasoni. Le sue parole trovano un primo riscontro nelle carte. Analizzando i dati relativi ad alcune chiamate sull’asse Roma-Singapore intercorse il 14 maggio del 2011, giorno della gara, gli investigatori dello Sco, in una nota del primo novembre del 2011 scrivono: “A conferma dell’assunto secondo il quale l’organizzazione invia i propri emissari per parlare direttamente con i giocatori e/o dirigenti coinvolti nella manipolazione delle partite, di particolare valenza investigativa appare essere la circostanza che la cella impegnata da Kondic (Viktor, uno degli indagati che in quel momento era sotto intercettazione) è quella di Formello (…) via delle Macere dove si trova la cella è contigua proprio al centro sportivo (…)”. Ma Kondic non è l’unico indagato presente a Formello, secondo la polizia in quel momento. Ce n’è anche un altro, Thamrong Prachum: “Dalla comparazione delle celle impegnate dai due telefoni in orari diversi è addirittura possibile ipotizzare che Kondic e Parachum si trovavano insieme a Formello”.

Gli azzurri scommettono Una intercettazione ambientale tra Nicola Santoni (preparatore atletico del Ravenna, complice di Doni nel calcioscommesse) e tale Maurinho (verosimilmente Maurinho Ernandes, allenatore del Sudtirolo femminile) chiama in causa tre big del calcio italiano. E’ il 30 settembre scorso e i due parlano di un presunto pentito nell’inchiesta sul calcioscommesse in corso a Napoli.
S.: “(…) perché il calcio è tutto truccato, è tutto marcio… e quindi… dirà due nomi e verrà fuori… perché poi dopo c’è Buffon che gioca… gioca anche lui… sti qua”.
M.: “Buffon anche lui…”
S.: “Gioca 100-200mila euro al mese!… no… eeh: lui, Gattuso… Cannavaro… sono proprio malati!… Solo che non si poteva.. ugualmente… e (incomprensibile) non gli ha contestato nessuna. Si son fatti il loro mondiale, poi l’han vinto, quindi quello…”.

Atalanta, guai infiniti Una volta accertata la responsabilità di Doni (a proposito: la Lega calcio è in imbarazzo perché dalle indagini è emerso che una segretaria del giudice sportivo Tosel, la signora Stefania Ginesio, ha passato informazioni a Doni a processo sportico in corso) la differenza per il club di Bergamo la farà l’eventuale coinvolgimento diretto della società nelle varie malefatte. E da questo punto di vista sono in arrivo pessime notizie. A inguaiarla è Santoni. Riferendosi al futuro di Doni, spiega: “… può stare nella società non penso che… cioè, per tutti insieme, tutti i casini che abbiamo fatto… perché tanto alla fine di casini ne abbiamo fatti tanti, dentro ci sono anche loro, capito? Quindi è inutile che lo abbandonino, perché (…) c’era chi sapeva”.

Pellissier intercettato Quanto al coinvolgimento di Sergio Pellissier del Chievo, riferendosi a quanto emerso nella prima parte dell’inchiesta il gip Salvini, scrive: “Pellissier è indicato in vari interrogatori come il compartecipe alla manipolazione di partite in cui è impegnata la sua squadra”. Il riferimento è ad alcune telefonate intercettate, come quella tra Bellavista (ex calciatore del Bari) ed Erodiani (uno degli allibratori) entrambi arrestati, in cui si ripromettono di parlare con “il Pelli” a proposito di una partita (Bari-Chievo) da sistemare. Oggi emergono altre chiamate (stavolta intercettate direttamente dal telefonino del calciatore) come quella “rilevante” in cui, scrivono gli inquirenti, “si sente Pellissier che parla con una terza persona dall’accento meridionale e dice testualmente: “Si può sapere quanto mi fai prendere da queste cose?”, e l’interlocutore: “Dai 250 ai 400”. Pellissier ride. Interlocutore: “Ho esagerato?”. Pellissier: “No… anche un po’ di meno”.

Corvia, il Panteron Ad agosto dopo che Repubblica scrive dell’iscrizione nel registro degli indagati di Daniele Corvia, l’attaccante del Lecce attiva tutti i suoi contatti per capire i dettagli dei nuovi sviluppi. Ma qualcuno esagera. Stando almeno a quanto emerge da una intercettazione del 24 luglio, la moglie avverte il giocatore: “Mi ha chiamato l’avvocato, no? mi ha detto che sia il telefono tuo sia il mio sono sotto controllo”. Ciò nonostante il calciatore parla in maniera piuttosto libera, come quando al telefono con un amico spiega: “E’ arrivata la risposta che sono indagato su, ma su indagini ancora su frode sportiva, associazione per delinquere e un’altra cosa che non ricordo. Così loro hanno tutto”. Dalle intercettazioni si capisce che il giocatore è particolarmente preoccupato da quanto trovato dagli inquirenti nell’iPhone di Paoloni (il portiere della Cremonese che aveva detto di aver usato il nome di Corvia per convincere alcuni scommettitori di aver accomodato le partite del Lecce): “Hanno trovato il riferimento Corvia Panteron ma niente di più. Può essere solo un appunto, no?”.

Signori e il Bologna Infine, nelle carte depositate nei giorni scorsi, c’è qualcos’altro da chiarire per Beppe Signori e per il Bologna calcio. In particolare: per quale motivo tra i vari telefonini in uso all’ex calciatore travolto dalla prima ondata del calcioscommesse ce n’è uno che ancora al 4 luglio scorso risulta intestato al Bologna Football Club?

Repubblica.it

Per Corederoma
Paolo Nasuto