venerdì, Maggio 16, 2025 Anno XXI


da Il Tempo – laroma24.it

James PallottaTra Babbo Natale e la Befana arriva lui. Senza regali né calze, ma carico di entusiasmo e idee per una Roma che sente sempre più «sua»: James Pallotta, il socio in ascesa nel consorzio Usa proprietario del club, ha organizzato un blitz nella Capitale per la prima settimana di gennaio. Due tappe sono già fissate: Trigoria e lo stadio Olimpico. Il basket in America è ripartito, non benissimo per i Boston Celtics (di cui «Jim» detiene una quota rilevante) sconfitti di due punti a New York nella gara d’esordio della Nba, ora è il momento del calcio. Nuovo anno, nuova Roma: con lo sbarco di Pallotta, la fase-2 del progetto a stelle e strisce può entrare nel vivo. Il ricchissimo bostoniano ha appena piazzato altri due manager di fiducia nel cda di Trigoria (Mark Pannes e Brian Klein) e ora vuole mettere anche la sua faccia per accelerare il rilancio della società giallorossa.

Stadio, merchandising, potenziamento ed esportazione del marchio: c’è ancora molto da lavorare su tutto. «È nostro dovere – ha ricordato Pallotta in un’intervista al New York Times – costruire un modello di business che consenta al club di avere i mezzi per competere ai livelli più alti, e allo stesso tempo sviluppare una piattaforma mediatica che permetta ai nostri tifosi in tutto il mondo di seguire la Roma nella maniera più coinvolgente possibile». I soldi, almeno quelli, non mancano. Unicredit ha già anticipato la tranche di sua competenza dell’aumento di capitale previsto a febbraio, 20 milioni di euro sui 50 complessivi, per immettere liquidità in cassa. Gli altri 30 milioni spettano agli americani che nel frattempo stanno cercando un nuovo partner asiatico da far entrare nella DiBenedetto LLC (la società costituita la scorsa estate per l’acquisto del club giallorosso), con il supporto dell’advisor Raine Group. Lo stesso Pallotta ha avviato contatti con alcuni fondi cinesi e l’operazione potrebbe chiudersi in concomitanza con l’aumento di capitale, diluendo le quote all’interno della DiBenedetto LLC.

Poi sarà la volta della banca, intenzionata a diminuire la sua quota dal 40% al 20%: anche Unicredit continua a guardare in Cina. Nel suo nuovo viaggio romano – l’ultimo risale allo scorso ottobre – Pallotta sarà accompagnato da Mark Pannes, il nuovo consigliere a cui sono state trasferite tutte le deleghe operative del presidente DiBenedetto per farlo diventare una sorta di amministratore delegato-bis oltre a Fenucci. Visiterà per la prima volta il centro sportivo di Trigoria, conoscerà di persona Luis Enrique e i giocatori, visionerà di persona i vari progetti su cui i vari manager e stanno lavorando, incontrerà i dirigenti di Unicredit. E DiBenedetto? Per ora resta in America: il presidente dovrebbe riaffacciarsi a Trigoria non prima di metà gennaio ma non incroecerà Pallotta che intende fermarsi in Italia una settimana. Il tempo di passare anche in tribuna autorità all’Olimpico per Roma-Chievo domenica 8. Sarà un esordio assoluto per il bostoniano, che da quando è coinvolto nel club si è tenuto alla larga dallo stadio.

Doveva esserci all’ultima dello scorso campionato con la Sampdoria ma poi ha preferito evitare per motivi di opportunità: l’impatto mediatico sarebbe stato eccessivo in un momento in cui la società non era ancora passata di mano. L’attività di Pallotta – i fondi speculativi con cui ha costruito fortune – gli impongono di per sé la massima riservatezza. Non è un caso che il suo nome sia uscito per ultimo tra quelli del consorzio Usa. Ma nei mesi successivi «Jim» ci ha preso gusto. Un po’ per le sue origini romane, un po’ per carattere, Pallotta è sicuramente il socio più ambizioso. Ha lasciato a DiBenedetto il ruolo di apripista, ha condiviso con lui tutte le scelte strategiche e da qualche mese ha deciso di aumentare il suo impegno. Nel momento in cui Ruane e D’Amore si sono defilati dal cda, ha deciso di sostituirli con i suoi uomini e avviare la fase-2. Obiettivo? Una Roma più grande, più in fretta.

A. AUSTINI


da Gazzetta dello Sport – laroma24.it

Pallotta sbarca a Roma Prima tappa: De Rossi

Babbo Natale è stato benevolo con i romanisti. Sotto l’albero, hanno trovato sette punti in tre partite, due vittorie consecutive, una squadra finalmente bella e pratica, una classifica meno deprimente, la prospettiva di un futuro esaltante. La Befana in arrivo dagli Stati Uniti si adeguerà. Dalla calza spunterà James Pallotta. In tempo per celebrare la fine delle feste, la ripresa dei lavori e, soprattutto, l’inizio della fase due del progetto americano. Sbarcherà a Roma nella settimana che porterà alla sfida casalinga con il Chievo. Pallotta è già annunciato all’Olimpico e a Trigoria.
Padrone di casa Due esordi dal forte valore simbolico, in particolare la visita al centro sportivo: in assenza di DiBenedetto, presidente appena depotenziato e ancora senza stipendio, per Pallotta sarà come sistemarsi nella nuova casa, la sua. Da quando è riuscito a piazzare due uomini di fiducia — Mark Pannes e Brian Klein — nel consiglio di amministrazione, Pallotta è a tutti gli effetti l’uomo forte del consorzio statunitense che ha in mano il pacchetto di maggioranza della Roma. Qualche giorno fa, in un’intervista al New York Times, ha annunciato le sue intenzioni. «Costruire un modello di business che consenta al club di avere i mezzi per competere ai livelli più alti». Belle intenzioni, da gennaio si attendono i fatti: e proprio per questo Pallotta ha messo a disposizione della Roma uomini e risorse del suo fondo di investimenti Raptor. Nel periodo che trascorrerà nella capitale, una settimana, Pallotta incontrerà anche i soci di UniCredit, per gettare le basi del prossimo aumento di capitale e discutere dell’ingresso di partner asiatici nel pacchetto azionario del club.
Padrone del suo destino I tifosi della Roma sperano che con Pallotta — che ormai tutti considerano l’uomo della provvidenza — la Befana porti pure il nuovo contratto di Daniele De Rossi. Ma forse è chiedere troppo. Non sarà colpa di Pallotta — lui è abituato a trattare con i divi dell’Nba — se la telenovela proseguirà con nuove puntate. Almeno finché il protagonista non capirà dove vuole vivere da grande. Se è vero che la Roma e il giocatore hanno trovato una bozza di accordo economico — quinquennale con ingaggio a salire e stipendio medio da sei milioni —, non resta che convincere De Rossi che il progetto americano, bello, interessante, nuovo, sia pure vincente, e possibilmente nei prossimi mesi, non nella prossima vita. Quindi che valga la pena rinunciare alle sterline del City e all’attrazione del binomio Real-Mou. Franco Baldini, al suo insediamento a Trigoria, si era dato due settimane di tempo per portare a casa la firma. Sono passati più di due mesi. E pure Totti è sceso in campo alla vigilia di Natale — «Daniele, firma o firma!») — ma non si sa ancora con quali esiti. Lui l’ultima volta che ne ha parlato è stato glaciale, prima della cena di Natale della squadra. «Non voglio rovinare l’atmosfera…». Non ci resta che Pallotta.

A. CATAPANO