giovedì, Maggio 02, 2024 Anno XXI


Gaudeamus igitur. Nell’Inno della Goliardia l’invito a prendere al volo le gioie di una vita caduca. Oggi ce stamo e domani no, e non ve toccate che ve vedemo: boni co le mani.

Renis fregerunt Novariensis, abbiamo spezzato le reni all’armata di Novara, terreno insidiosissimo che aveva visto addirittura la sconfitta della corrazzata interista con Gasperini nel ruolo del Capitano Bligth, arcinoto comandante dell’arcinoto Bounty. Poi c’aveva vinto er Bologna sempre due a zero, lo stesso Bologna che ieri ne ha prese tre dal Palermo, ma si sa che nel calcio la proprietà transitiva non esiste perché causerebbe troppi disoccupati.

Rialza la cresta il partito della Scucchia che sembrava sparito, dilavato dalla pioggia di pizze rimediate dalla Lazio in su, e si rivede finalmente qualche cornina di qualche sapiente lumachina che, come i salami di Jacovitti, attendeva nella verzura di poter tirar fuori il cartello “Prima o poi verrà anche il mio momento”.

Luis Enrique da un turno di riposo a Jose Angel e ci propina l’ennesima caleidoscopica formazione, con Taddei a fare sfracelli sulla fascia e Cassetti a fare il centrale, ruolo che predilige e con il quale sta trovando una nuova giovinezza (so tutte cazzate, ma almeno a noi nun ce pagate e le leggete a gratis)

Il primo tempo scorre senza danni con l’etere intasata di sms che vanno da “questo va internato” a “salutamo Cassetti che tra un poco ci abbandona”, fino a “le asturie so tutte zoccole” senza sapere bene di cosa si tratti. Da sottolineare anche uno scontato “Lamela ce sta bene ne sta macedonia”. D’altro canto il Re della Mezza è fatto così. Novanta minuti sono troppi da sostenere tutti di un fiato e quindi il primo tempo scorre senza un tiro verso la porta avversaria perché nella prima release del Progetto pare che se siano scordati de portà a Novara gli esecutivi.

La ripresa invece è tutta un’altra cosa. Mazzarani e Meggiorini ce mettono sotto Enterogermina fino a che entra il cugino di quarto grado di Messi, è proprio vero che la Vecchia non voleva morì mai, che ci regala una pregevole esecuzione bissata poi da Osvaldo che vive in uno stato di coscienza separata da quella del goleador ma che una ne intruppa e una ne butta dentro. Che Dio ce l’accresca.

Sventolano i vessilli al Circo Massimo, riprende quota l’ottimismo e mo so cazzi del Lecce.

Nel frattempo un pensiero anche per chi è morto perché diluvia. Il Mediterraneo sta a temperatura pe buttà la pasta e noi stamo tutti sotto schiaffo perché dovemo sta senza magnà per poter avere un po’ di soldi per poter fare altri buffi che sostengono i buffi già fatti. Se chiama Ripresa, ma in questo caso, forse sarebbe stato mejo fermasse ar primo tempo.

Ad maiora