domenica, Luglio 06, 2025 Anno XXI


da genoacfc.it

GENOVA – Sempre più calato in un ambiente che gli piace. Sprizza sincerità e saggezza Malesani, quando apre bocca.

Alberto MalesaniE fiammeggia entusiasmo e convinzioni, quando incrocia gli sguardi: “Mi chiedete come vada? Vedo un ambiente rinvigorito. Prestazione come l’ultima forniscono stima e fiducia. Sono contento per i ragazzi, perchè li ho visti sereni e felici. Per questo credo che scenderanno in campo con il giusto approccio. Non facciamo i falsi modesti, i complimenti gratificano, ma ora è importante dare un seguito. Si gira pagina, il calcio cambia le carte in tavola, dall’oggi al domani”.

I lavori a Pegli proseguono senza soluzione di continuità. “L’allenatore conta, solo nella misura in cui non provochi danni. E’ la mano della società che conta, nelle scelte che si fanno. E qui da anni i risultati sono evidenti. Dobbiamo portare avanti il progetto, con la fermezza delle idee, costi quel che costi. E’ stato rifondato un gruppo, ci vogliono altre partite, viviamo di risultati e non di chiacchiere. Ci vuole sempre tempo prima che i giocatori si amalgamino. Il cantiere resterà aperto. Tutto l’anno”.

C’è chi scommette che sarà una partita divertente. Questione di mentalità: “Visto che me lo chiedete, sì, credo che con Luis Enrique ci sia affinità. Condivido la sua idea di proporre un tipo di calcio propositivo. Questo mi piace. In Italia è raro vedere uno che rischi, sapendo delle armate tattiche che girano sui nostri campi. Qui spesso prevalgono atteggiamenti diversi, concreti, legati alle pressioni e alle paure. Si capisce il perché, sono giustificati”.

La Roma ha abbracciato una strada nuova, ciò che è successo in casa Genoa: “Gioca un bel calcio, coraggioso, spinto da un tecnico che ha imposto la sua mentalità. Un allenatore italiano cresce con assilli maggiori, trasmette meno libertà ai giocatori. Credo però che i tecnici nostrani, poco abbiano da imparare, tutti siano preparati. Intendiamoci, nessuno scopre niente. Non esistono scienziati in giro, un altro Einstein non c’è”.

I binari su cui viaggia il Genoa sono oliati dalla ricerca dei risultati e dei miglioramenti: “Credo che si siano fatte delle scelte perfette, qualche giocatore è solo in ritardo. Dobbiamo allenare sia il progetto, che i risultati. Perché se non corri, è un casino. E io ora punto su chi corre, senza bocciare nessuno. L’arrivo dei campi pesanti, per come è strutturata la squadra, potrà agevolarci. Contano le gambe forti, rapide. A mio avviso la squadra pratica un calcio offensivo, ma vanno perfezionati i tempi e il coordinamento delle azioni. In fase difensiva lamentiamo ancora problemi, quando ritardiamo le chiusure e i primi attacchi non vengono portati come si dovrebbero”.

Tra le caratteristiche che accomuneranno Genoa e Roma l’utilizzo, forse, del trequartista: “Si era smarrito questo ruolo, a favore dei due mediani davanti alla difesa. E’ tornato alla ribalta, per stressare gli avversari tra le linee. Il migliore ce l’ha la Roma, Totti, ma per nostra fortuna sarà assente. Lamela? E’ un giovane interessante. Jorquera? Fronte alla porta, è straordinario. Deve correre di più, in fase di non possesso”.