Mi permetto di interrompere la linea temporale che caratterizza questa rubrica per un’occasione veramente speciale: l’omaggio che l’organizzazione del Festival del Cinema di Roma (17 Ottobre – 4 Novembre 2011) ha deciso di dedicare alla regina della commedia all’italiana, la romanissima Monica Vitti.
Il 3 Novembre, infatti, in occasione del suo 80esimo compleanno, verrà presentato il libro “La Dolce Vitti”, realizzato da Cinecittà Luce. E’ perciò un onore e un dovere per noi unirci a questo omaggio parlando un po’ di lei. Monica Vitti, nome d’arte di Maria Luisa Ceciarelli, nasce a Roma nel 1931. Debutta in teatro all’età di 14 anni interpretando una donna di 45 anni che perde il figlio in guerra. Scoperta la sua vocazione, si iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, dove si diploma nel 1953. Per alcuni anni si dedica solo al teatro, sperimentando tutti i generi, dal drammatico, al brillante, al comico. Grazie a brevi apparizioni nel cinema, viene notata dal regista Michelangelo Antonioni, con cui inizia una importante relazione artistica e sentimentale, divenendo la sua musa ispiratrice e la protagonista, tra gli altri, dei films della “quadrilogia dell’incomunicabilità”: L’Avventura (1960), La Notte (1961), L’Eclisse (1962) e Deserto Rosso (1964). Ma è Mario Monicelli a scoprire la grande verve comica dell’attrice: nel 1968 le fa interpretare La Ragazza con la Pistola, in cui Monica Vitti è una ragazza siciliana che insegue per tutto il mondo, con l’intento di vendicarsi, l’uomo che l’ha “disonorata”. L’unicità del suo grande talento di attrice completa è consacrata nel 1970 da Ettore Scola nella pellicola Dramma della Gelosia – Tutti i Particolari in Cronaca, accanto a due mostri sacri: Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Diventa quindi l’icona femminile della commedia all’italiana, tanto che nel suo libro Sette Sottane del 1993 scriverà: “Scoprire di far ridere è stato come scoprire di essere la figlia del re”. E nei suoi quarant’anni di carriera ha ampiamente dimostrato di essere un’indiscussa regina. Assolutamente memorabile la coppia artistica con il grande Alberto Sordi, con cui ha girato le più belle commedie del cinema italiano, tra cui Amore mio aiutami (1969), Polvere di Stelle (1973), Io so che tu sai che io so (1982). Ma straordinarie sono state anche le sue interpretazioni accanto a Ugo Tognazzi ne L’Anatra all’Arancia (1975) e a Gigi Proietti in La Tosca (1973) e Non ti conosco più amore (1980). Gira diversi films anche all’estero, e nel 1978 Eduardo de Filippo la sceglie per la versione televisiva de Il Cilindro. Negli anni ottanta continua a dividersi tra cinema e teatro e negli anni novanta debutta alla regia con il film Scandalo Segreto, da lei anche interpretato e sceneggiato, e approda alla televisione con la sua presenza in tre edizioni di Domenica In. La sua carriera è costellata di premi: 3 Nastri d’Argento, 5 David di Donatello, Premio Miglior Attrice al Festival di Berlino del 1984, Leone d’Oro alla Carriera nel 1995. Nel 2000 sposa il suo attuale marito Roberto Russo, ma nello stesso anno, una malattia invalidante la costringe ad eclissarsi dalle scene. Non sarà infatti presente nemmeno alla presentazione del citato libro a lei dedicato. Ma il 13 Febbraio di quest’anno, in occasione della manifestazione tutta al femminile “Se non ora, quando?” ha affidato questo messaggio all’attrice Angela Finocchiaro: “Le donne mi hanno sempre stupito. Le donne sono forti ed hanno la speranza nel cuore e nell’avvenire”. Di lei ci resteranno per sempre le sue interpretazioni, frutto di un talento unico, dal quale molte attrici, compresa la sottoscritta, vorrebbero essere ispirate. GRAZIE MONICA.