Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutosabato, 15 Ottobre alle ore 08:19
Ormai siamo a metà girone d’andata, del secondo anno di tessera del tifoso. Credo sia doveroso fare il punto della situazione, anche per fare chiarezza su alcune perplessità che vengono mosse all’indirizzo della linea tenuta dalla Fattori…
Innanzitutto vorrei sottolineare un dato di fatto: il “Movimento anti-tessera” è riuscito in un’impresa che non è riuscita a nessun altro movimento politico e sociale in Italia negli ultimi anni, ovvero UNIRE parti diverse del Paese e realtà sociali completamente differenti come sono le varie tifoserie… Molti di fronte a questo storcono il naso, obiettando che “gli italiani si muovono solo per il pallone”, il che potrebbe anche essere vero; se non fosse che nel caso specifico parliamo di un movimento formato da TIFOSI, legati per forza di cose ad un luogo (lo stadio) e ad un evento (la partita di pallone) ben precisi, che si occupano di un’ingiustizia che riguarda l’ambito in cui si esprime il loro essere. E non credo che esistano ingiustizie “più o meno importanti”. Esistono ingiustizie, e basta. Altrettanto vero che in questo momento in Italia esisterebbero ben altri problemi per cui protestare, ma non capisco in questo caso che colpa possano avere i tifosi e gli ultras. Forse si dovrebbero porre qualche domanda i vari sindacati, i vari movimenti più o meno politici, le varie associazioni che, fatta salva qualche migliaia di persone che in questi giorni sono scesi in piazza e che se non altro rispetto in quanto provano a fare qualcosa per risvegliare il popolo bue; sembrano latitare parecchio, nascondendosi dietro il paravento degli slogan ma facendo ben poco a livello concreto per denunciare la situazione e sopratutto per PROPORRE qualcosa di meglio. Alla fine, chi ci dice di “scendere in piazza per questioni più serie” è spesso il primo che se ne sta a casa a grattarsi le palle davanti alla TV, lamentandosi senza fare un cazzo…
Dicevamo dell’unità di intenti del movimento anti-tessera: a tutt’oggi le tifoserie che hanno aderito al progetto “Tessera del Tifoso” sono quelle di Milan, Inter e Juventus in serie A; Verona, Ascoli, Crotone, Nocerina, parte degli stabiesi e parte dei bresciani in serie B. Una parte comunque minima, che avrà avuto le sue ragioni per farsela sulle quali non mi interessa sindacare… Fra le tifoserie non tesserate invece troviamo la stragrande maggioranza delle curve italiane, comprese molte di quelle che hanno fatto la storia del tifo organizzato in Italia: Torino, Sampdoria, Genoa, Atalanta, Roma, Lazio, Napoli, Fiorentina (la Curva Fiesole, da quando ha chiuso i battenti il CAV, è passata in mano ai ragazzi del Parterre, non tesserati e che stanno portando avanti la loro battaglia…). Mi sembra giusto sottolineare come in entrambi gli schieramenti non ci siano stati “cambi in corsa” rispetto alla propria linea iniziale: di fatto, le tifoserie che attualmente sono tesserate (con l’eccezione forse dei crotonesi) sono le stesse che avevano deciso di tesserarsi da subito nell’estate 2010, quando uscì la circolare di Maroni. Idem per quelle che non si erano tesserate, che hanno continuato a portare aventi la loro protesta anche di fronte alla prospettiva di un anno senza trasferte. Pertanto non si capisce chi abbia messo in giro voci secondo le quali la stragrande maggioranza delle curve sta abbandonando la protesta e si sta tesserando, ma si fa presto a trovare una definizione per queste “dicerie”: si chiamano “leggende metropolitane”!
Un altra critica che sento spesso muovere è che il movimento anti-tessera non avrebbe una linea di condotta univoca, ma si muove senza alcun coordinamento, ed ogni tifoseria affronta la questione a modo suo. Anche questo ovviamente non è vero, anche se mi rendo conto che ad un esterno che non conosce bene la situazione può apparire così: le tifoserie che hanno deciso di impegnarsi a combattere la tessera sono in contatto da almeno due anni, ed io stesso un anno e mezzo fa partecipai ad una riunione a Venezia. Certo, un’unità di azioni non è facile né possibile, per il semplice motivo che ogni città ha la sua realtà, le sue problematiche e, sopratutto, ogni questura agisce ed interpreta le norme a modo suo. Pertanto, se la linea di tutti è “No alla tessera” boicottando campagna abbonamenti e trasferte, sulle modalità per portare avanti la protesta ognuno si organizza a modo proprio… Qui a Padova siamo stati forse i primi a seguire la squadra anche nelle trasferte vietate, rimanendo all’esterno dello stadio: oggi lo fanno diverse tifoserie, ed il fatto stesso che molto spesso i tifosi vengono fermati al casello o rispediti indietro di fatto impedendogli (in barba alla costituzione) di poter sostare all’esterno dello stadio, sta a spiegare solo una cosa: che il movimento anti-tessera fa paura! Per capirne il perché, andiamo ad analizzare i risultati fino adesso ottenuti…
Quando Maroni lanciò la sua tessera, era la primavera del 2009. Sarebbe dovuta entrare in vigore entro l’inizio della stagione 2009/10, ed a detta del Ministro “sarebbe stato l’unico sistema per entrare allo stadio”. Successivamente l’entrata in vigore della tessera è stata posticipata dapprima all’inizio del girone di ritorno, e poi alla stagione successiva (2010/11). Tuttavia le polemiche nate sul tema hanno fatto si che la Tessera non fosse più obbligatoria, anche se è evidente che Maroni vorrebbe arrivare a questo… Ha scelto tuttavia la linea dei piccoli passi: prima obbligo di tessera per gli abbonamenti e per i settori ospiti, poi per le trasferte… Anche lo stesso articolo 9 è stato “modificato” da una circolare del Ministero degli Interni, proprio in seguito alle feroci polemiche nate in tutta Italia circa la sua incostituzionalità: ricorderete tutti che il suddetto articolo prevede il divieto di cedere titoli d’accesso allo stadio a chiunque sia stato soggetto a provvedimenti di interdizione dallo stadio, anche in passato. Se hai preso anche solo una diffida vent’anni fa, tu non entri più. In seguito a tali polemiche ed ai dubbi sollevati in merito dal movimento anti-tessera, Maroni ha dovuto emettere una circolare in cui specifica che tale articolo va interpretato solo relativamente ai Daspo in corso ed alle condanne anche non definitive negli ultimi cinque anni!
Ma è la stessa utilità della tessera del tifoso ad essere messa in dubbio: due anni fa la maggior parte degli addetti ai lavori e dei tifosi “non ultras” considerava la tessera del tifoso “un utile strumento per la sicurezza”, oggi la stragrande maggioranza di questi hanno aperto gli occhi rendendosi conto che trattasi di una carta di credito ricaricabile, completamente inutile ai fini della sicurezza stessa e che sta finendo per svuotare gli stadi! E fra questi hanno aperto gli occhi anche molti dirigenti di società, in primis la Roma che ha tentato in tutti i modi di creare un’alternativa alla tessera. Le bocciature in serie da parte dell’Osservatorio non hanno fatto altro che confermare il sospetto di tutti: debbono salvare la faccia e le apparenze. Molte altre società si sono unite, per esempio presso la Lega di Serie B, proprio in merito alla presa di posizione del Calcio Padova nell’ultima assemblea (CLICCA QUI). Inoltre molte interrogazioni parlamentari sono state fatte sul tema, e molte altre verranno fatte… In definitiva possiamo dire che il Movimento anti-tessera ha ottenuto quanto segue:
-Ha bloccato ed in parte obbligato il governo a rivedere alcuni loro progetti. Se avessimo accettato la tessera da subito, oggi ci troveremmo con la stessa obbligatoria anche per i singoli biglietti delle partite casalinghe e con l’articolo 9 applicato indiscriminatamente. “Farsi la tessera per combatterla dall’interno” come “consiglia” qualcuno da queste parti non significa assolutamente un cazzo
-Ha sensibilizzato larga parte del mondo del calcio, dei tifosi e delle istituzioni sull’effettiva inutilità della tessera (oggi possiamo dire che l’unico che sostiene la Tessera sia Maroni, più qualche suo collega con le idee confuse)
-E’ riuscito a far muovere le stesse società calcistiche, smascherando peraltro benissimo (grazie alla richiesta del carnet di biglietti, poi bocciata, da parte della Roma) la “coda di paglia” del governo sul tema
-E’ riuscito a far recedere in parte l’Osservatorio dalle sue posizioni, vista la recente proposta di modificare l’Articolo 9 (CLICCA QUI).
Pensate che tutto questo sarebbe stato possibile senza un effettivo contatto fra tifoserie diverse?
Su quest’ultimo punto è opportuno aprire una parentesi. Per quale motivo l’Osservatorio, dopo un anno e tre mesi di tessera del tifoso, chiede di aggiornare l’Articolo 9? Perché sono in difficoltà, mi pare logico… Loro hanno stretto la morsa fino a soffocare il tifo, ma dall’altra parte la diga sta cedendo… Il fatto stesso che in alcune di quelle tifoserie che si sono tesserate, la stessa tessera sia stata data anche a gente che non avrebbe potuto farla, ed il fatto stesso che in altre tifoserie (quelle che non si sono tesserate) la tessera sia stata proposta anche a gente che non l’avrebbe potuta sottoscrivere, nella speranza di “dividere” la lotta e di ottenere che molta più gente si tesserasse, è indicativo e palesa tutte le loro difficoltà…
Non è un caso che oggi lo stato mantenga alta l’attenzione nell’ambito dello stadio, come del resto è risaputo che le questure vorrebbero gli ultras dentro gli stadi e non fuori… Forse il problema è proprio Maroni, che non sa nemmeno come è fatto lo stadio ad eccezione della Tribuna Autorità: 1000-2000 persone dentro un settore ospiti sono controllabilissime e comunque circoscrivibili; mentre anche solo 100 in un settore di casa o, peggio fuori dallo stadio sono assolutamente incontrollabili. Ed il fatto stesso che questi fenomeni derivino dalla normativa sulla tdt fa capire come la stessa iniziativa abbia fallito clamorosamente in quello che era uno dei suoi punti-cardine: ridurre le spese relative all’impiego di forze dell’ordine. il numero spropositato di agenti che viene impiegato infatti per controllare l’esterno degli stadi, sono a tutti gli effetti un costo legato alla sicurezza nel calcio. Se negli stadi oggi vengono impiegati quasi esclusivamente stewards, gli agenti vengono comunque impiegati (con tutto quello che ci va dietro, in termini di servizio tolto alla città e di soldi per pagare gli straordinari agli agenti) all’esterno per controllare quelle tifoserie che combattono la tessera del tifoso presentandosi ugualmente fuori dello stadio. Il cui numero è sensibilmente aumentato in corso di questa stagione, dopo un anno in cui eravamo stati praticamente gli unici a seguire ovunque le trasferte a costo di rimanere fuori dello stadio… Quest’anno di esempi ce ne sono stati, dai doriani ai vicentini, dai bolognesi ai cesenati, dai parmigiani ai granata…
A tutto questo si deve aggiungere un altro piccolo particolare che gioca decisamente a nostro favore: la recente sentenza della Corte di Giustizia europea circa i diritti tv (CLICCA QUI) che è destinata a modificare per sempre il rapporto del calcio italiano con le pay-tv, che oggi rappresentano il 65% delle entrate di un club, ma domani non sarà più così, costringendo a “richiamare” i tifosi da stadio. Pensate obiettivamente che tutte queste limitazioni possano avere un seguito in futuro? Secondo me, ma è opinione diffusa, quest’anno sarà un po’ la stagione “decisiva” per la tessera del tifoso. E per tutti i motivi elencati, tesserarsi magari per vedere qualche partita in più fuori casa adesso come adesso sarebbe una follia: o si porta avanti una battaglia che sta buttando meglio di quanto non si creda, o ci si tesserava da subito e buona notte!
Ma in definitiva cosa chiede il fronte anti-tessera?
Quello che chiediamo, e penso che siamo tutti d’accordo, è di tornare ad una certa libertà. Che non significa “impunità”, badate bene. Si vuole la libertà, almeno, di poter seguire la propria squadra in assenza di motivi ostativi.
Io non credo che la tessera verrà mai tolta completamente, ma credo che una bella riforma dell’intero sistema sia quanto mai necessaria. Magari cominciando proprio da quell’articolo 9, che è una limitazione assurda ed anticostituzionale…