Categorie FaceBook Scritto da Gruppo Facebook martedì, 11 Ottobre alle ore 04:41
La gazzetta dello sport ha pubblicato oggi (9 ottobre) un lungo ed esaustivo articolo riguardante il drastico calo di spettatori negli stadi. La testata ha individuato nella paytv la vera e forse unica colpevole di questo spopolamento. Innanzitutto prendiamo il dato degli abbonamenti che la gazzetta riporta in questo schema Sono stati presi in esame gli ultimi 5 anni. Nel 2007 erano state sottoscritte 335.535 tessere, salite a 354.659 nel 2008. Quest’anno gli abbonamenti sottoscritti sono 282.233. Il calo degli spettatori avuti dopo l’introduzione della tessera è evidente, soprattutto in serie A si è arrivati a sfiorare il milione. Se la diminuzione degli abbonamenti è spiegabile con il rifiuto di tantissimi tifosi (ultras e non) a sottostare ad un obbligo anticostituzionale, lo stesso non vale per il dato sugli spettatori. La maggior parte dei gruppi ultra ha deciso di non abbonarsi, ma possiamo star certi che questi tifosi non saltano una domenica allo stadio, e quindi se ne deduce facilmente che chi non va più allo stadio, è il “tifoso normale”. Maroni, nel suo delirio di presentazione della tessera del tifoso aveva spiegato come uno dei principali obiettivi fosse quello di riportare le famiglie allo stadio. Nonostante il suo sciorinare dati inventati però, la realtà è che le famiglie allo stadio non ci mettono piede. CURVE GRIGIE Fino a pochi anni fa le curve erano sinonimo di colore e spettacolo. Coreografie, striscioni, tamburi e canti infiammavano l’intera partita e lo spettacolo che spesso offrivano le varie curve portavano i ragazzini, i giovani a voler tornare la domenica successiva per essere parte di quel follore chiamato tifo. Oggi tutto questo non c’è più. Le curve sono tristi, grigie e l’unica cosa che ancora le sostiene è la voce di chi non ha bisogno di una carta di credito per definirsi tifoso. TIFOSERIE A CONTATTO La tessera del tifoso è stata spacciata come strumento atto a combattere la violenza negli stadi. Prima dell’avvento della tdt le tifoserie erano in settori ben separati, questo oggi non succede più. E allora ci chiediamo. Quale genitore sarebbe così folle da portare un figlio allo stadio con il rischio di trovarsi in mezzo ai “casini” delle tifoserie che si trovano l’una affianco all’altro? PERQUISIZIONI E TORNELLI Entrare in uno stadio oggi è diventato forse più complicato che fare visita al Papa. Prefiltraggio, tornelli, perquisizioni, divieto di portare ombrelli o bottiglie di acqua. Chi se non un vero tifoso che fa del tifo vero una ragione di vita potrebbe sopportare tutto questo? Un semplice appassionato può sopportare di essere trattato come il peggiore dei delinquenti una, due volte, poi basta, poi preferirà sicuramente la tv. CACCIA AL BIGLIETTO Per chi va in trasferta è una caccia al tesoro sia che si voglia comprare un biglietto del settore ospiti, sia che si voglia comprare un biglietto di qualsiasi altro settore. Fare il biglietto ai botteghini dello stadio spesso vuol dire rischiare di perdersi buona parte del primo tempo. Nome, cognome, codice fiscale, residenza tutti dati da inserire e che portano ad un rallentamento, ammesso e concesso che il terminale non sia fuori uso, stessi problemi che si incontrano qualora si decidesse di fare il tagliando in qualche ricevitoria. I gestori preferiscono evitare di fare i biglietti, il guadagno è minimo e la perdita di tempo è tanta e allora fin troppo spesso si ha il terminale scollegato. CAROBIGLIETTI E’ un momento in cui il paese versa in una grave crisi economica. Gli stadi sono vetusti, obsoleti, non offrono servizi di alcun genere, eppure i biglietti continuano a rincarare. Per un’intera famiglia andare a vedere una partita vuol dire spendere anche 100 euro andando nei settori meno cari. Come si può pensare che le famiglie, che fanno fatica ad arrivare a fine mese, possano buttare 100 euro per sedersi al freddo, essere perquisiti ed essere costretti ad acquistare un bicchiere d’acqua a 2 euro, se il figlio ha sete. In conclusione, sicuramente la gazzetta dello sport ha ragione, oggi la gente preferisce la paytv agli stadi, ma cominciassero a chiedersi il motivo per cui la gente le preferisce e soprattutto cominciassero a dire le cose come stanno, soprattutto quando il ministro Maroni sciorina numeri sognati di notte. fonte: LIBERIDITIFARE per Corederoma Paolo Nasuto
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