martedì, Maggio 14, 2024 Anno XXI


da repubblica.it

Fallisce l’ultimo tentativo per evitare lo slittamento della prima giornata. Beretta rifiuta la proposta di Tommasi (contratto ponte fino a giugno), che ufficializza lo stop. Abete: “Incomprensibile, si rischia lo sciopero a oltranza”. Il sottosegretario Crimi: “Sciopero più anomalo di sempre”

Associazione italiana calciatoriNiente Serie A: il campionato non partirà questo weekend, ora è ufficiale. “La prima giornata di serie A non si gioca, ci abbiamo provato fino in fondo ma tutti i tentativi sono andati vani”. L’annuncio lo ha dato il presidente dell’Assocalciatori (Aic) Damiano Tommasi, dopo l’ennesima mattinata di trattative. Bocciata dai club l’ultima proposta dell’Aic, un contratto ponte fino a giugno per iniziare subito a trattare sul nuovo accordo. “L’Assocalciatori prende atto della risposta negativa della Lega alla sua ultima proposta, e conferma pertanto l’intenzione di non scendere in campo per la prima giornata di campionato”, recita il comunicato dell’Aic con il quale viene proclamato lo sciopero. “Abbiamo fatto di tutto, ma Lega dice no a prescindere: cerca la rottura da un anno e mezzo”, chiosa Tommasi.

FIGC, SI RISCHIA SCIOPERO A OLTRANZA – Il rinvio del campionato è stato ufficializzato poi dalla Figc. “A seguito dello sciopero dei calciatori per la mancata sottoscrizione dell’Accordo Collettivo LNP Serie A-AIC, la prima giornata del Campionato di Serie A, stagione sportiva 2011-2012, è rinviata ad una data successiva, che sarà fissata dalla LNP Serie A”. Il presidente Abete esprime tutta la sua amarezza: “C’erano tutte le condizioni perché questo non avvenisse. L’Aic ha confermato l’intenzione di non scendere in campo in mancanza della firma sull’accordo collettivo – ha detto a Coverciano – e io ho interpretato di conseguenza la delega avuta
dal consiglio federale all’unanimità per rinviare la prima giornata. E’ assolutamente incomprensibile il fatto che non si sia arrivati alla firma dell’accordo collettivo per situazioni collegate all’ipotetico contributo di solidarietà e all’articolo sette sugli allenamenti differenziati”. Ma si fa strada un’ulteriore paura: lo sciopero a oltranza. “Quest’ipotesi è uno dei problemi che si pone. Permane il rischio pensando alle gare successive. Una cosa è certa, bisogna subito attivarsi e fare come in Spagna cercando di limitare la protesta ad una sola giornata di campionato”, ha aggiunto Abete. “Un commissariamento della Lega? Non voglio parlarne adesso. Voglio valutare qual è l’iter per arrivare alla firma per l’accordo collettivo. Poi faremo gli approfondimenti sulla situazione, che saranno di carattere giuridico e di natura sportiva. Anche per questo sto mantenendo il coordinamento con il Coni”.

BERETTA: “NO AL CONTRATTO PONTE” – La Lega di Serie A ha detto no alla proposta di contratto ponte avanzata da Tommasi, per scongiurare lo sciopero. “La proposta dell’Aic era fatta per farsi dire di no”, ha spiegato Maurizio Beretta, presidente dei club. In precedenza il presidente della Lega aveva comunicato il proprio parere ad Abete e allo stesso Tommasi. “Non si capisce perché dovremmo firmare un accordo ponte che ricalca quello ipotizzato all’origine della vertenza da Campana. In Spagna si sciopera perché non si pagano gli stipendi ai giocatori, in Italia per due questioni che dovrebbero essere scontate e in altri settori sono acquisite da tempo: la resistenza dell’Aic è incomprensibile, loro fanno un sindacato ideologico. Io sono solo l’interprete fedele della volontà della larghissima maggioranza dei presidenti di serie A, e davvero non capisco. L’Aic dice che i giocatori non avranno problemi a pagare secondo i termini di legge l’eventuale contributo di solidarietà? E allora perché non lo mette per iscritto? Se qualcuno pensa che sia stato per noi un pretesto per rompere, sbaglia: è una questione di merito, anche molto sostanziosa”

TOMMASI: “MANCA COORDINAMENTO IN LEGA” – Inutile l’ultima proposta di Tommasi: ”Dentro la Lega si fatica a trovare un coordinamento. Ai tifosi dico che questa situazione imbarazza anche noi, non è nostro obiettivo non giocare, ma cominciare nel migliore dei modi. Credeteci, le abbiamo tentate tutte”.

CALDEROLI AI PRESIDENTI – Tra le reazione allo sciopero spicca quella di Roberto Calderoli. Dopo aver bacchettato i calciatori (”Non vogliono pagare la tassa di solidarietà? Per loro aliquota doppia”) stavolta il ministro della Semplicazione sposta il tiro sulle società: ”Credo che stavolta i presidenti farebbero bene ad accogliere la richiesta dei calciatori e a far partire il campionato. Se il problema è il contributo di solidarietà lo risolviamo noi per legge. Visto che oggi i calciatori sembrano fare un po’ meno capricci non è il caso che i capricci inizino a farli i presidenti delle società perché a rimetterci sono sempre e solo i tifosi ovvero quelli che mantengono questo circo miliardario”. “Tutto quello che le società chiedono ai giocatori in merito alla Manovra è stato messo per legge nell’emendamento della Lega. Mi spiego meglio: i calciatori non solo dovranno pagare il contributo di solidarietà ma questo non potrà ricadere sotto nessuna forma sulle società”.