Categorie Articoli by CdR Scritto da Marforio giovedì, 18 Settembre alle ore 10:49
Per una strana coincidenza del destino mi è capitato proprio in questi giorni di imbattermi nei tabellini della Roma della fine degli anni ’40 e della metà degli anni ’50. Non ho vissuto di persona quegli anni e di moltissimi giocatori non conosco, se non attraverso la foto in bianco e nero dell’epoca, neppure il volto. Ignoro come giocassero. Denudati di tutti questi particolari restano le formazioni, i risultati. Sembrano solo dati statistici, buoni per maniaci o topi di biblioteca, e non lo sono. Perché se ti imbatti a caso che so in un Roma-Torino del 5 ottobre del 1947 capisci molte cose della nostra Storia. Era la quarta di campionato, finì 7 a 1 per il Grande Torino di Loik, Menti e Mazzola, con la Roma in vantaggio nel primo tempo e poi sommersa da sette gol nella ripresa. Leggi i numeri e ti sembra di vedere gli spalti dello Stadio Nazionale, dove ora c’è il Flaminio. Immagini il popolo giallorosso venuto lì dal mattino e senti le grida, i fischi, la gente palpitante. L’esultanza per il gol di Amadei e l’attesa dell’intervallo. E poi l’incredulità, che si trasforma in delusione e poi quasi in disperazione, per i gol di Mazzola che sembrano grandine (ne fece tre in un quarto d’ora) di Castigliano, di Ferraris II e di Fabian, con la Roma che prende altri tre gol in cinque minuti. Leggi quelle cifre che sono solo numeri e ti accorgi che ti stai emozionando, che stai soffrendo con i tuoi fratelli sugli spalti. Vedi la gente defluire dallo Stadio e andarsene a piedi a prendere il tram o montare in bicicletta. Vedi i volti delusi e ti senti così partecipe e così orgoglioso della nostra Storia. Perché di quella Roma nessuno si vergognava, perché potevi prenderne 7 in casa in un tempo solo, ma sempre della Roma restavi, pronto magari, appena un mese dopo, ad esultare per la vittoria in un derby fuori casa. |
